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E’ iniziata questa
settimana, dal timbro forte, il pomeriggio del 13 marzo con il saluto
della Presidente USMI Nazionale,
M. Teresa Simionato. Ella ha rilevato la
grande cura che l’USMI rivolge al settore della formazione delle Maestre,
ben conoscendo il loro compito delicatissimo non tanto rivolto a un piano,
a un metodo, quanto ad un “vissuto”. Si tratta infatti di condurre ad un
processo spirituale che guarda oltre le strutture. M. Teresa ricorda che
Gesù chiamò a sé i discepoli perché stessero con Lui prima di inviarli
alla missione apostolica. Importanti sono allora questi giorni in cui
si sta insieme per condividere, perché la formazione passa attraverso la
nostra vita. M. Teresa conclude il suo saluto con un’esortazione sapiente:
“In questi giorni, pensate alla vostra vita”.

Il primo giorno di relazioni è tenuto dal prof.
don Fabrizio Pieri, docente di teologia biblica e spiritualità alla
Gregoriana, sull’argomento: “La conformazione a Cristo Risorto: il fine
della vita cristiana”. Questa settimana infatti è tutta rivolta
alla formazione dell’umo/donna spirituale, conformata a Cristo che, nel
suo itinerario così profondo, incontra lotte e conflitti, ma è sostenuto
dallo Spirito Santo che fa passare la persona dall’immagine alla
somiglianza con il Padre. Non può mancare un riferimento alle giovani, che
sono affidate alle cure delle Maestre, iniziandole a questo cammino di
identificazione con Cristo attraverso un processo di libertà e di
responsabilità personale..
Don Fabrizio
si sofferma sul mistero di noi stessi, come Paolo circoncisi nel
cuore, contemplanti le risposte alle circoncisioni operate dalle mani
delle figlie che chiedono spazio; siamo pure della stirpe d’Israele,
entrate nel dramma di Giacobbe in una preghiera sofferta
nell’amore; siamo sorelle di Giuseppe che cerca i fratelli in una
fraternità riconciliata.
In particolare don
Fabrizio interpreta la I° lettera di Paolo ai Tessalonicesi
(5,16-22), esortando a raffinare l’elemento della gioia, a essere
preghiera incessante, a divenire preghiera, a essere uomini e donne dal
desiderio continuo di Dio, a rendere grazie in ogni cosa, astenendoci dal
male. L’esortazione finale è questa: “Omnia
videre, multa simulare, pauca corrigere”

Il
prof. Myhàlj Szentmartoni, Preside della facoltà di Spiritualità
alla Gregoriana, ha svolto il tema: “La lotta spirituale: il tempo
della prova e del conflitto” . Il suo discorso di provetto psicologo
si è svolto intorno ad argomenti concreti, molti di ispirazione anche
ignaziana, ed è giunto a trattare il tema della lettura del proprio
passato e la necessità della confessione generale prima di ogni forte
impegno, arrivando all’esperienza “del libro chiuso”, raccomandando di non
confondere il peccato perdonato nella confessione con il senso di colpa.

Sr. Giampaola Periotto e il Prof. Myhali
Szentmarton
Ci possono essere
segni di patologia nelle sorelle in formazione iniziale e
permanente:
-
l’accettazione
parziale di sé e degli altri, o livello minimo
-
l’irrequietezza nei
confronti di quanto viene offerto
-
l’attaccamento alle
tradizioni
-
il disadattamento e
il dissidio con i Superiori.
Stiamo vivendo un
momento difficile per la Vita Religiosa Apostolica: gli abbandoni sono
frutto di mancata chiarezza, abbiamo un’identità nascosta, c’è la minaccia
di non essere riconoscibili, vi è scarsa attenzione alla santità personale
e la scomparsa della dimensione corporativa.
Quali i segni di
positività?
-
il radicamento nel
Vangelo
-
la consapevolezza che
qualcuno ha bisogno di me, della mia vita, del mio servizio
-
l’esigenza della
direzione spirituale incarnata nel processo dell’anno liturgico, nelle
Costituzioni.
E’ da ricordare che è
tipico della natura il calo psicologico dopo i 35 anni, occorre perciò
rilanciare la seconda metà della vita ricordando sempre il primo
Amore mediante una fede robusta in Cristo Gesù, vedendo la danza dello
Spirito Santo in questo momento della storia, poiché noi stiamo vivendo
gli stessi momenti della Chiesa primitiva. “Tutto è grazia” (Bernanos)
- “Tutto è amore” (S. Teresa del B. G. ). “Io
sono amata nonostante tutto”.
Il segreto di ogni
perseveranza è nel radicamento nell’amore, nell’umiltà sempre grata,
discosta dai diritti, nella consapevolezza della presenza del Signore.
Alle ferite delle esperienze passate, che sempre rimangono, occorre dare
le medicina di una forte spiritualità. E’ quasi obbligatorio passare per
la noia, il disorientamento, l’ansietà e per questo sono necessari i
colloqui di formazione personale, la purificazione della memoria, mediante
esperienze positive di intensa vita spirituale.
Michelina
Tenace del “Centro Aletti”, docente di dogmatica alla Gregoriana
svolge il tema: “L’azione dello Spirito Santo nella persona:
dall’immagine alla somiglianza”.
Il suo discorso si
evolve da un punto di partenza: siamo creature, peccatrici, salvate, e
proprio perché salvate, capaci di pentirci.
La nostra fede è in
un Dio che ci ha creato a sua immagine, perciò non è il peccato il centro
della rivelazione. Siamo un po’ tutti vittime di una filosofia dualistica
e razionalistica che stacca il corpo dall’anima e dallo Spirito Santo.
Se guardiamo Cristo,
Egli è Figlio del Padre e ci dona lo Spirito Santo che ci fa partecipi
della sua vita stessa. S. Ireneo dice infatti che “la carne aspetta lo
Sposo che è lo Spirito Santo”. I frutti dello Spirito Santo sono la
vita eterna, il perdono, perché l’”Amore di Dio è stato versato nei nostri
cuori”. Lo Spirito Santo ha il volto del “santo” che vive e dà i frutti
della somiglianza con il Padre; la perfezione da dimostrare infatti è
la Misericordia che ci rende esperti della relazione, imparata da Dio.
Se la relazione è ciò che fa il nucleo portante in noi, la preghiera è il
modo incessante di farci mettere in relazione con gli altri. La preghiera
rivela quanto amiamo; la temperatura del cuore è la stessa dello Spirito
Santo; Il cuore è il centro, è ciò che rimane di noi al di fuori del
tempo, è l’orientamento della nostra vita.

Sr. Giampaola Periotto e Prof.ssa Michelina Tenace
Sr Pina
Del Core salesiana, Vice Preside dell’Auxilium, ci presenta:
“La responsabilità personale, elemento costitutivo della
formazione iniziale”. Dire responsabilità è dire libertà, la quale
presuppone un lungo processo di crescita e di rischio. Responsabilità è
fare una scelta sola in un mondo che vive continuamente di
reversibilità. La responsabilità è legata all’autonomia, alla decisione
nella solitudine di essere noi stessi, assumendo le conseguenze delle
proprie scelte. E’ opera di amore collegato alla fedeltà, maturata
nell’interiorità che è consapevolezza davanti a ciò che riteniamo bene.
La responsabilità è legata anche all’obbedienza, atto umano prima ancora
di essere atto di fede, perché ci affidiamo solo se siamo autonomi.

Prof.ssa Pina Del Core
Sr Pina
delinea anche dei percorsi di crescita:
-
accettarsi ed essere
se stessi
-
non considerare la
libertà in assoluto
-
avere un’identità, un
centro interiore
-
coinvolgersi nel
progetto personale e comunitario
-
considerare i consigli
evangelici come cammino di libertà
-
creare un clima di
libertà esperienziale in cui la comunità offre le condizioni per la
responsabilità
-
sentire
un’appartenenza realistica e concreta
-
compiere esperienze di
servizio verificabile, non creando dipendenze
-
confrontarsi in un
clima di discernimento
Tutto
questo prezioso contenuto delle quattro giornate, fortemente formativo, è
stato irrorato da momenti di preghiera personale, di confronto di gruppo,
di possibilità di comunicare con esperti nella vita spirituale e
psicologica.
L’Eucaristia ha
suggellato il lavoro intenso di ogni giornata, concludendo il Convegno la
sera del 17 marzo.
Sr. Giampaola Periotto
Responsabile Ufficio Formazione
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