La “settimana di preghiera
per l’unità dei cristiani”

        
nelle parole di Cristina Beffa


Biancarosa Magliano (a cura di)


 

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Cristina Beffa, Figlia di san Paolo, laureata in filosofia, giornalista professionista, attualmente è direttrice dell’Editoriale Paoline Audiovisivi. Già direttrice di Novaradio e vicedirettrice della rivista Famiglia Oggi, non intende rinunciare alla grossa esperienza accumulata e si ripromette di trasferire anche nell’ambito audiovisivo ciò che ha imparato: la famiglia è per la società di tutti i tempi, e dunque anche per quella di oggi, una risorsa; le sue crisi, e le problematiche ad esse collegate, sono strettamente legate al cambiamento sociale; più che colpevolizzarla è da sostenere con politiche adeguate. Scuola, liturgia, spettacolo, intrattenimento per piccoli-adolescenti-giovani - con particolare attenzione ai valori della vita, della natura, della solidarietà, della pace - sono i settori verso cui orienta l’attenzione editoriale. A lei abbiamo posto alcune domande.
 

A che punto è il dialogo ecumenico, secondo lei?

«Di esperienze positive ce ne sono tante. Lo prova la stessa Terza Assemblea Ecumenica Europea, organizzata a Sibiu, in Romania  (4-9 settembre 2007), sul tema: : La Luce di Cristo illumina tutti. Speranza di rinnovamento e unità in Europa”. All’incontro, promosso congiuntamente da due organismi europei: il Ccee che riunisce le 34 Conferenze episcopali d’Europa e la Kek,  erano presenti 2.100 delegati ufficiali di tutte le Chiese cristiane d’Europa. Le tre parole del tema:  tutti, speranza, unità  sottolineano che non vi sono esclusioni per nessuno; le difficoltà e i ritardi non intimidiscono; il richiamo ultimo è quello evangelico, invocato da Gesù stesso nella sua preghiera al Padre: che tutti siano una cosa sola. Il XVI Simposio Internazionale Mariologico, tenutosi a Roma presso la Pontificia Facoltà Teologica Marianum (2-5 ottobre 2007) sulla tematica: Maria nel dialogo ecumenico in Occidente, lo conferma ulteriormente. Inoltre, a dimostrazione che l’attenzione è costante, rilevo che la letteratura sull’ecumenismo è davvero  abbondante.

Logicamente questi temi dovrebbero essere studiati e approfonditi non soltanto dai cosiddetti esperti – biblisti, teologi – ma da tutti davvero, perché tutti siamo chiamati all’unità, che costituisce – come l’amore - l’essenzialità del cristianesimo. Come è stato scritto “l’ecumenismo interpella ogni credente”.

In alcune diocesi il dialogo non si è mai interrotto. Anche gli addetti ai lavori continuano a compiere passi in avanti. Ma secondo me, nella comunità dei cattolici si potrebbe fare molto di più e, soprattutto, non si dovrebbero mai scoraggiare le iniziative in questo senso».
 

Il tema del 2008 che cosa suggerisce alle religiose, oggi?

«Il tema di quest’anno è “Pregate continuamente” testo biblico preso della Prima Lettera di Paolo ai Tessalonicesi Ossia: pregate senza interruzione, senza intermittenze, senza intervalli.  È un tema interessantissimo perché la preghiera cambia la vita, la mentalità delle persone, il loro andare verso gli altri. La preghiera porta a superare le fragilità; allenta le tensioni; lancia verso nuovi traguardi, prima neanche sognati; suscita spinte inedite; apre orizzonti nuovi; favorisce l’“essere nelle cose del Padre”, per essere a disposizione di tutti. Tutti, infatti, siamo figli di Dio e noi cristiani, indipendentemente dalle confessioni, dobbiamo veramente considerarci fratelli e come tali stimarci, esortarci a vivere il Vangelo con umiltà, nella ricerca della verità e nella condivisione della Parola».
 

Come tutto può trovare autenticità nella vita personale?

«Noi religiose, da sempre abbiamo vissuto di preghiera. Ma mi verrebbe da sottolineare che la società di oggi, nelle sue continue trasformazioni e nelle sue “liquidità”, come dice il sociologo Zygmunt Bauman, ha un grande bisogno di stabilità, di sicurezza, di serenità. Oggi ci chiede una risposta esistenziale, una risposta di vissuto coerente, non ambiguo, di responsabilità a tutto campo, senza indugi né tentennamenti. E noi raggiungiamo questo soltanto attraverso l’ascolto e la preghiera. Non c’è altra via. Infatti, la preghiera fa crescere la persona non soltanto nella sua vita spirituale. L’incontro con Dio è sempre comunque incontro con l’umanità, con le persone che ci camminano a fianco. E a noi non fanno paura le confessioni diverse perché sappiamo bene in chi crediamo e in chi abbiamo posto la nostra fiducia. Soprattutto a noi – anche attraverso le nostre molteplici attività e impegni forse sempre più assillanti - viene chiesto di essere suscitatrici di dialogo ecumenico. Con sapiente intelligenza, con qualificata preparazione. Oltretutto, quest’anno cade il centenario dell’Ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani, lanciato da Paul Wattson, ministro episcopaliano nel 1908. Gli anniversari servono a fare memoria, ma soprattutto a protendersi oltre. Dovremmo ricordarcene e sognare la costruzione di ponti di amore, di speranza, di pace, di fratellanza universale. E la preghiera ci dona coraggio e audacia per continuare sulle strade del dialogo».

 

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