Il ruolo dei laici oggi
 
nelle parole di
Chiara Amirante

a cura di Rita Salerno

     (21 gennaio 2013)

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A Chiara Amirante si deve la fondazione della Associazione Nuovi Orizzonti. Nel 1991 iniziò la sua avventura con l’andare di notte alla stazione Termini per incontrare ragazzi con problemi di tossicodipendenza, alcolismo, prostituzione, AIDS, carcere. Da allora ha fondato numerosi centri di recupero e case di accoglienza per tossicodipendenti, alcolisti, ragazze madri, bambini di strada, ragazze schiave della prostituzione, ex detenuti. Ha dato vita a molte altre iniziative: evangelizzazione di strada, formazione umana e spirituale, cenacoli di preghiera, pubblicazioni.

Dagli anni novanta partecipa come ospite ad alcuni programmi televisivi  e radiofonici. Dal 2004 è Consultore del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti e dal 2011 è membro del Comitato scientifico per la rivista People on the Move dello stesso Dicastero. Dal 2012 è Consultore del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Ha partecipato – come uditrice - alla XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi dal 7 al 28 ottobre 2012 sul tema La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana. Autrice di varie pubblicazioni è convinta che “Solo l’amore resta”. Che è il titolo del suo ultimo libro.

Quanto è cambiato il ruolo dei laici a 50 anni dall’inizio dei lavori del Concilio ecumenico Vaticano II?

Penso che l’impegno attivo dei laici nella chiesa e nella nuova evangelizzazione sia decisamente cresciuto e ha portato un contributo davvero significativo (grazie anche al fiorire di tanti movimenti che ha caratterizzato il periodo post-conciliare). Il Concilio Vaticano II ha sottolineato con forza la chiamata universale alla santità e questo ha portato un importante contribuito nel fare maturare nei laici una nuova consapevolezza della grandezza della loro vocazione nel mondo. Penso comunque che ci sia ancora tanta strada da percorrere.

E, in particolare, cosa è mutato nel suo impegno quotidiano e nel suo progetto di comunità?

Nei nostri statuti abbiamo voluto indicare come fine generale dell’Associazione Nuovi Orizzonti la santità dei membri.
La Parola di Dio indica con molta chiarezza la santità come la volontà di Dio per tutti noi: “questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione” (1Ts 4,3).

Possiamo quindi fare grandi opere, impegnarci tantissimo nell’evangelizzazione, ma, se non puntiamo con tutto il nostro cuore alla santità, tutto ciò che facciamo è vanità perché non siamo nella volontà di Dio. Per me quindi ciò che più conta personalmente e per tutti i membri della comunità è puntare a vivere nella preghiera incessante perché tutto ciò che diciamo, pensiamo, facciamo, possa scaturire dalla contemplazione, da un rapporto sempre più profondo con il Signore. Il contributo dei laici nella comunità è fondamentale. Tutti i membri della Comunità Nuovi Orizzonti si impegnano a portare la Gioia ponendo una particolare attenzione al mistero della discesa agli inferi di Gesù e alla gioia della sua resurrezione. E’ necessario cercare di restare sempre nel Suo Amore e crescere nella consapevolezza che senza di Lui non possiamo fare niente (cfr Gv 15,5).

Come dovrebbe essere, a suo avviso, il rapporto tra laico e religiosi e religiose sulla base degli insegnamenti conciliari? E come è in realtà?
Credo che dovremmo puntare a una comunione sempre più profonda e avere un grande amore per tutte le vocazioni e i carismi che lo Spirito Santo ha donato alla Chiesa. In molte missioni di strada, iniziative di evangelizzazione e sociali abbiamo la grazia di collaborare con diverse famiglie religiose e movimenti ecclesiali… Potere lavorare in comunione è sempre un grande dono e arricchimento per tutti.

Anche su questo punto penso però che ci sia ancora molto da crescere. “Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda” (Gv 17,21).

La vocazione a favore degli ultimi è la sfida che ogni giorno affronta Chiara Amirante. Qual’è a tuo avviso la sfida che oggi deve affrontare la Chiesa

Dinanzi alle sfide del mondo contemporaneo: relativismo, edonismo, consumismo, egocentrismo, narcisismo, progresso tecnologico esponenziale che porta senz’altro il progresso ma che contiene in se il rischio di fare della scienza una nuova religione, la crisi economica che stiamo attraversando… non mettere tutto il nostro impegno nel  vivere il vangelo sarebbe un grave atto di omissione.

Quando ho iniziato ad andare in strada di notte spinta dal desiderio condividere la gioia del mio incontro con Cristo Risorto proprio con i più disperati pensavo che uno delle piovre più terribile dei giovani di oggi fossero le droghe ma presto ho dovuto toccare con mano che le droghe sono sì un male terribile ma sono solo una conseguenza di tanti veleni subdoli di cui le nuove generazioni si nutrono. Relativismo: non c’è più un limite tra ciò che è bene e ciò che male tutto si può fare perché così fan tutti. Edonismo: siamo passati da ciò che è bene a ciò che mi va con una crescita esponenziale dell’uso dell’alcool, delle droghe delle dipendenze di vario genere. Razionalismo esasperato: si crede in ciò che si vede, in ciò che è scientificamente dimostrabile. Ma l’uomo senza amore non può vivere e cosa c’è di più fondamentale e allo stesso tempo inafferrabile dell’amore? Consumismo: l’ usa e getta sta avvelenando sempre di più anche le relazioni con ferite profondissime e devastanti; in nome di Dio denaro si è pronti a calpestare i diritti fondamentali di ogni essere umano.

I dati sono decisamente allarmanti: l’ 80% dei giovani vivono le situazioni di grave disagio che in maniera sempre crescente caratterizzano il mondo giovanile: uso e abuso di sostanze stupefacenti, anoressia, bulimia, depressione, alcool, abusi nella sessualità. Si stima che siano più di duecentocinquanta milioni i ragazzi e le ragazze che hanno subito qualche tipo di abuso, in Italia 70% delle donne subiscono qualche tipo di violenza, 1 miliardo di persone soffrono la fame, 54 milioni gli aborti ogni anno secondo alcuni dati dell’ OMS.

Sono dati che non possono non interpellarci in prima persona e anche se la tentazione può essere lo scoraggiamento dobbiamo credere che tutto è possibile per chi crede e niente è impossibile a Dio. L’Amore fa miracoli perché Dio è amore.

Per qualcuno il Concilio Ecumenico Vaticano II è il segno tangibile del soffio dello Spirito Santo, per altri invece rappresenta un segnale negativo. Che cosa è per Chiara Amirante il Concilio?

Per me ha segnato una nuova primavera nella Chiesa o meglio una nuova Pentecoste, per usare le parole usate dal Giovanni XXIII e ricordate da Benedetto XVI nel discorso ai nuovi vescovi che poco prima dell’inizio del sinodo hanno partecipato al convegno annuale promosso dalla Congregazione per i vescovi. Benedetto XVI si è infatti espresso così: “La nuova evangelizzazione è iniziata con il Concilio. Il beato Giovanni XXIII vedeva nel concilio una nuova pentecoste che avrebbe fatto fiorire la chiesa nella sua interiore ricchezza. Gli effetti di quella nuova pentecoste nonostante le difficoltà si sono prolungati raggiungendo la vita della chiesa in ogni sua manifestazione da quella istituzionale a quella spirituale dalla partecipazione dei laici nella chiesa alla fioritura carismatica e di santità”.

E’ appena uscito ‘solo l’amore resta’ sulla straordinaria esperienza di vita vissuta e sui disegni divini. Come si riesce a leggere i segni che Dio ci manda per indicare la strada da percorrere?

Credo sia fondamentale non permettere che niente spenga nel nostro cuore il Fuoco dello Spirito. Non possiamo accontentarci di amare un po’… dobbiamo mettere tutto il nostro impegno per amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze!
La Parola di Dio ci rivela che il Signore si manifesta a chi lo ama: “Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui” (Gv 14,21). Dobbiamo imparare a diventare dei contempl-attivi (come diceva don Tonino Bello);  chiedere allo Spirito Santo la grazia di potere vivere sempre immersi nella più profonda contemplazione, fare silenzio per metterci in ascolto della Sua Parola. Poi è fondamentale l’umiltà: “Dio resiste ai superbi; agli umili invece dà la sua grazia” (Gc 4,6). Ciò che ci da la garanzia di non prendere lucciole per lanterne è l’obbedienza.

A proposito di segni, dove va la Chiesa universale oggi?

Preghiamo perché sempre più possa camminare anzi correre verso la santità! Oggi più che mai  c’è urgente bisogno di santi che facciano riscoprire la bellezza, la grandezza, la sacralità della vocazione che abbiamo ricevuto a tanti che si dicono cristiani ma che di fatto si stanno allontanando dalla fede e spesso sono di scandalo ai piccoli.

 

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