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Vita liquida

di Zygmunt Bauman

Stress, consumismo ossessivo, paura sociale e individuale, città alienanti, legami fragili e mutevoli: il mondo in cui viviamo sfoggia una fisionomia sempre più effimera . E’ ‘liquido’.

La vita liquida è precaria, vissuta in condizioni di continua incertezza, con la paura di essere colti alla sprovvista e di rimanere indietro. “Una società può essere definita ‘liquido-moderna’ se le situazioni in cui agiscono gli uomini si modificano prima che i loro modi di agire riescano a consolidarsi in abitudini e procedure”.

Il dramma contemporaneo è vasto come l’umanità, clamorosamente e decisamente globale. Bauman esplora i paesaggi surreali dell’oggi con analisi folgoranti sulla condizione dell’uomo contemporaneo, sulle radici del male oscuro e scoraggiante della solitudine, dell’abbandono e dell’alienazione e sulla possibilità di comprendere realmente se stessi.

E siccome l’ignoranza dei tempi in cui viviamo produce la paralisi della volontà, quindi l’inerzia,  egli apre uno squarcio su vari aspetti  della nostra attuale condizione comune di vita, rilevando “minacce  e opportunità che tale condizione comporta per la prospettiva di rendere il mondo umano un po’ più ospitale per l’umanità”

 “Tutti noi che viviamo su questo pianeta dipendiamo gli uni dagli altri per il nostro presente e il nostro futuro…Nulla di ciò che facciamo, o omettiamo di fare, può essere indifferente per il destino di chiunque altro; nessuno di noi può più cercare e trovare un riparo privato dalle tempeste che possono nascere in qualsiasi parte del globo…”.

Può lo spazio pubblico tornare ad essere luogo d’impegno duraturo anziché d’incontri casuali e fugaci? …spazio di dialogo, di discussione, di confronto, di accordo?

 “Nella società dei consumi nessuno può scampare all’essere oggetto di consumo – e non solo da parte dei vermi nel consumare i consumatori.” La nostra società dei consumi promette una felicità a portata di mano, raggiungibile con mezzi assai poco eroici. Essa rappresenta il ‘martirio’ e, più in generale, qualsiasi tipo di sofferenza ‘per’ una causa, come risultato di  un misfatto commesso da altri… o dallo stesso soggetto.

D’altra parte di questi tempi “…a scarseggiare  non sono solo le persone che desiderano più di ogni altra cosa morire per qualcuno…Nella nostra parte del mondo (qualunque cosa significhi ‘nostra’) troviamo ormai difficile, forse impossibile comprendere come altrove ci possa essere qualcuno che sacrifichi la propria vita per una ‘causa’…”. I martiri di un tempo erano disposti a soffrire, ma non a far soffrire altri, poiché l’efficacia del martirio volontario  risiedeva nel valore immortale della fede in difesa della quale  s’immolavano.

 “L’insicurezza alimenta la paura, e non sorprende che la guerra all’insicurezza sia in cima all’elenco delle priorità…Il guaio è che quando l’insicurezza viene meno, anche la spontaneità, la flessibilità, la sorpresa e l’avventura sono destinate a scomparire dalle strade cittadine”. L’alternativa all’insicurezza non è il dono della quiete, ma la condanna alla noia. E’ possibile debellare la paura senza cadere nel tedio?

Abbiamo bisogno “dell’autoeducazione e della formazione permanente per darci un’alternativa”; di imparare a seguire la logica della responsabilità planetaria che mira, almeno in linea di principio, ad affrontare i problemi che sorgono sul piano globale direttamente a tale livello. “Ma saranno, educazione  e educatori, all’altezza? Riusciranno a resistere alle pressioni? Sapranno evitare di farsi mettere al servizio proprio dalle pressioni che dovrebbero rifiutare?” E’ una domanda che, dopo ogni disastro, riemerge nel tempo con forza immutata.

Avendo noi dimenticato l’agostiniano “in interiore homine abitat veritas”, Bauman ci offre preziose intuizioni  per imparare a ”camminare sulle sabbie mobili”; abbiamo infatti bisogno di qualcosa che non passa, del coraggio di un punto fermo, di quell’amore e speranza  che indicano un futuro, un muoversi verso, senza lasciarsi incagliare da fallimenti e paure.

Sr. Luciagnese Cedrone, ismc

Editori Laterza, 2006, pp. 180, €  15,00

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