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Teologia e mistica in dialogo con le scienze umane

Questo libro contiene gli Atti del Primo Convegno Internazionale Charles André Bernard.

Un simposio che ha avuto come titolo: Teologia e mistica in dialogo con le scienze umane.

Titolo dato anche al libro.

Tale tematica cerca di tradurre ed esplicare l’essenza del pensiero e di tutta l’opera di p. Bernard, come uomo e come studioso, come religioso e come mistico.

Il libro riprende gran parte degli atti presentati al Convegno cercando però di muoverne l’ordine per dare una scansione quadruplice, sia ai tratti portanti della visione di p. Bernard, sia per inquadrare la tematica trattata come avente valenza autonoma nel campo dello studio sulla spiritualità:

-          si descrivono i rapporti tra teologia e filosofia e tra teologia e psicologia nel XX sec.

-          si approfondiscono le tre dimensioni più profonde del discorso teologico: dogmatica, mistica, e simbolica con valenza liturgica, catechetica e figurativa;

-          si tratteggia la figura tipo dell’uomo che vive nello spirito puntando su aspetti quali l’atto del pregare, il ruolo dell’affettività e il senso del sacrificio andando ad indagare sulla coscienza e tentandone un’analisi;

-          infine si punta alla fenomenologia, descrivendo alcune figure emblematiche della spiritualità cristiana e cercando di ricollegarne la dottrina alla problematica generale trattata.

Ripercorrendo attraverso questo libro l’intero cammino di studioso dell’emerito gesuita e la quasi totalità delle sue pubblicazioni, si può constatare che la sua teologia spirituale tende ad un discorso teologico integrativo ed aperto all’interdisciplinarità.

Questo perché attraverso i suoi studi p. Bernard aveva avuto modo di capire che i problemi riguardanti la psicologia, l’antropologia e la metafisica non vanno affrontati rimanendo nel proprio campo d’indagine ma sapendo sempre cogliere una loro costante interconnessione.

Inoltre diventa fondamentale una sensibilità attenta ed un continuo confronto con le scienze umane ed il loro moderno sviluppo al fine di capire bene il contesto sociale e culturale in cui ci si muove.

Il suo approccio alla teologia spirituale partiva sempre da fonti di autentica esperienza spirituale ed in questo senso tendeva a trattare la spiritualità come disciplina scientifico-teologica.

Inoltre p. Bernard, essendo stato in principio uno studioso di filosofia, si riaggancia a tutta quella corrente filosofica volta alla ricerca metafisica per sviluppare il suo concetto di spiritualità.

Ovvero quella corrente che da Cartesio a Kant tendeva a dimostrare che “L’oggetto non è l’essere” e che il razionale non può tradursi unicamente in ciò che è dimostrabile o tangibile nella nostra limitata esperienza sensoriale (oggettivismo puro).

Attraverso la coscienza della trascendenza dell’essere si sviluppa la coscienza del voler perseguire la vera essenza dell’essere.

Questa non può ricercarsi solo sulla base di un’esperienza intellettuale ma anche affettiva (ovvero la percezione individuale che ci condiziona e che ognuno dosa in sé in modo diverso sulla base di altri elementi quali: corporeità, volontà libera, coscienza estetica e religiosa, morale).

San Paolo, Cinisello B. (MI). € 28,00

   

La ragione, le scienze e il futuro delle civiltà

Con il suo ottavo forum per il progetto culturale, la CEI ha portato avanti il discorso e la riflessione sul futuro precedentemente iniziata.

Durante questo incontro che si è svolto a Roma dal 2 al 3 marzo 2007, sono state dibattute principalmente tre questioni:

-          rapporto tra fede e ragione,

-          il ruolo della scienza nella cultura,

-          il confronto tra le diverse civiltà.

Temi che lo stesso Benedetto XVI ha messo al centro del suo magistero ed esposto ampiamente sia nei discorsi di Rosensburg che a Verona, per il IV Convegno ecclesiale nazionale, ed in precedenza tra il 2005 e 2006 in altri discorsi rivolti alla curia romana.

La prospettiva in cui si è cercato di incanalarsi in tutto il dibattimento è stata quella di non considerare le tre tematiche come problemi separati ma bensì elementi connessi ed interdipendenti per meglio rispondere alla sfida di fornire delle risposte esaurienti.

Il rapporto tra fede e ragione deve infatti confrontarsi con la cultura scientifica dei nostri giorni ed i continui progressi che la caratterizzano, così come tenere conto delle varie civiltà messe a confronto e del loro continuo vicendevole misurarsi.

Nei numerosi interventi tendenti alla soluzione di questo problema complesso e assai spinoso si è tentato comunque di guardare positivamente al futuro, ponendo al centro di ogni riflessione la volontà della speranza. Partire cioè da una base di condivisione e di unità tra fede e intelligenza agendo secondo coscienza e secondo dettami di etica comune.

Joseph Ratzinger, già da molto tempo prima di essere Papa, aveva incentrato il suo lavoro teologico sul tentativo di conciliare e districare i nodi tra fede cristiana e razionalità contemporanea.

Il punto focale in cui si rischiano ambigui compromessi nel tentare un’alleanza tra ragione illuminata e ragione teologica è quando si prende atto che la ragione post-metafisica pur non volendo invadere il campo delle verità religiose né giudicare il loro metodo d’indagine, di fatto accetta ed accoglie come “ragionevole” solo tutto ciò che si mostra traducibile nel reale o nel dimostrabile.

o nel dimostrabile.si mostra tradu "tà religiose nè che la ragione post-metafisica pur noncoscienza e secondo dettami di etica Quindi di fatto non può accogliere il principio di trascendenza che le religioni fanno proprio nella sostanza.

La ragione illuminata ha perciò in sé il limite di una ragione empirica e calcolatrice che di fatto si traduce in disfattismo e materialismo. Coltiva i germi di un limite intrinseco laddove non è più in grado di spiegare in termini esatti determinati eventi che toccano la sensibilità umana.

Il nostro desiderio di conoscere è senz’altro un bene ed è connaturato al nostro essere, ciò che la scienza e l’intera impresa scientifica tentano di fare però non può essere usato solo in termini strumentali.

Il fatto stesso che la scienza incontri dei limiti o degli ostacoli e non entri sempre in possesso di elementi conoscitivi definitivi non è un fattore che limita l’importanza della ricerca. Né può essere una pretesa assoluta da ottenersi sempre e comunque. E’ forse in questo che si potrebbe scendere ad un giusto assetto tra volontà della ragione scientifica e della ragione teologica fino a trovare un reale punto d’incontro:

-          Tentare di far convergere la storia e il suo determinismo verso motivazioni positive.

-          Alleare la fede all’intelligenza per aumentare in termini materiali e spirituali il nostro benessere, rispondendo alla sfida di attenuare ogni differenziazione e discriminazione sociale ed umana.

-          Usare la fede per aprirsi a un dialogo interreligioso di nuovo rispetto per tutte le tipologie di pensiero e di civiltà e usare la scienza libera da condizionamenti politici ed economici o da ideologie totalizzanti come costruzione pensata e realista della nostra effettiva identità.

Il volume è aperto con la prolusione del card. Camillo Ruini, seguita da una serie di riflessioni tra le quali: Piero Coda, Giandomenico Boffi, Andrea Riccardi e tanti altri autorevoli esponenti sia del mondo cattolico che di quello scientifico e filosofico.

EDB, Bologna 2008. € 25,00

a cura di Romina Baldoni

   

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