trasp.gif (814 byte) trasp.gif (814 byte) trasp.gif (814 byte) La Comprensione nella Coppia

Silvana Tiani Brunelli,
Podresca Ed., Prepotto (UD) 2010, pp. 182, € 18,00

La comprensione è a tutti gli effetti una forma di abilità. La persona umana, attraverso la propria esistenza è chiamata a costruirla, a conquistarla e a saperne fare tesoro. Dare e ricevere comprensione rappresenta un tassello fondamentale del nostro processo evolutivo; per progredire sul piano individuale bisogna saper cercare, porsi degli interrogativi, esplorare il nostro sentire più profondo, a volte più nascosto rispetto a tante esigenze pratiche evidenti.

Saperci conoscere, saperci ascoltare, affinare le nostre doti di relazionalità e di condivisione è una sfida educativa che può portarci a risposte importanti per correggere errori, rafforzare il nostro senso di responsabilità ed arrivare ad una crescita e ad uno sviluppo profondo e consapevole.

Se proviamo a riflettere sulle difficoltà quotidiane, sulla superficialità che spesso predomina nel nostro modo di comunicare e stabilire rapporti umani, ci rendiamo conto che la comprensione è una conquista e un arricchimento capace di portare verso un’apertura di potenziali esistenziali veramente sorprendenti. Una forma adeguata di comunicazione è come una formula chimica vincente che trasforma i nostri vissuti e le parole in un’armonia perfettamente equilibrata e feconda al nostro benessere.

Principalmente nell’ambito della coppia è importante sviluppare una padronanza di comunicazione e ascolto basata sul pieno rispetto e su una sincera apertura da coltivare e dosare sempre con maestria e correttezza. Impegnarsi a fondo affinché ci sia sempre chiarezza e comprensione significa agire concretamente e con padronanza sul nostro modo di essere, significa evitare il distacco e l’isolamento, la passività del cadere vittima del proprio dolore o delle delusioni. Essere sereni nella relazione di coppia e trovarne il giusto appagamento significa predisporci ad effetti costruttivi anche verso noi stessi e nel sociale. E’ come una nuova visione della vita che riesce a farci cogliere i valori piuttosto che i difetti, progettare e sperare piuttosto che rassegnarsi o adeguarsi ad accogliere dei fallimenti.

Possiamo quindi renderci protagonisti attivi nel dare valore, utilità e bellezza ai nostri rapporti, renderci conto che tali sforzi compiuti possono ripagarci ed appagarci e farci sentire migliori.

Per arrivare ad un uso corretto e pieno della facoltà di comprendere, ovvero portare a sé, e per progredire sul piano umano e sociale è importante la giusta combinazione di tre ingredienti che sono: la motivazione, la conoscenza e l’esperienza. Questi tre elementi sono determinanti nell’imprimere una svolta di qualità ai nostri rapporti, nel farci percepire un senso di crescita progressiva e per arricchirci di senso. Avere motivazioni significa custodire valori, adoperare entusiasmo e mettere in campo energie comuni costruttive. Riuscire a raggiungere traguardi importanti cooperando è un modo efficace per prevenire ostacoli e risolvere problemi.

E’ questa la vera essenza del comunicare, la sua vetta più alta.

Alla fine di ognuno dei dieci capitoli del libro è riportato un riassunto breve che focalizza l’attenzione sui punti cardine trattati e pone una serie di domande per aiutarci nella riflessione.

a cura di Romina Baldoni
usminforma@usminazionale.it 


Servizio Nazionale per il Progetto Culturale della CEI (a cura)

Nei 150 anni dell’Unità d’Italia – Tradizione e Progetto

EDB, Bologna 2011, pp. 335, € 22,50

Il X Forum del progetto culturale CEI si è svolto a Roma, nei giorni dal 2 al 4 dicembre 2010. Nello stesso anno vi erano due importanti scadenze: il 150° anniversario dell’unità d’Italia e il compimento del quindicennio di attività da parte del progetto culturale in questione. E’ quindi sembrato naturale far vertere il discorso sulla vicenda dell’Italia, sulla complessità del processo di unificazione, sui problemi da affrontare per il futuro e soprattutto sulla connessione con i valori cristiani del Paese.

La presenza e l’operosità del mondo cattolico hanno senz’altro contribuito a gettare le radici di quella che è ora la nostra Nazione, influenzato la crescita e lo sviluppo dell’intera civiltà moderna europea. Lo stesso Pontefice, nella sua visita al Quirinale, avvenuta il 24 giugno 2005, ha sottolineato questo cammino compiuto insieme verso la stabilizzazione di principi e valori.

Nella discussione aperta dal Forum e raccolta in questo volume, si è preso in analisi il mondo cattolico e le molteplici proposte culturali avanzate nel corso della storia, allo stesso tempo i rapporti esistenti tra politica, istituzioni e società.

Nell’introduzione del card. Angelo Bagnasco, si è sottolineata la volontà di superare ogni contrapposizione tra Stato e Chiesa e di guardare al futuro cercando di distaccarsi in modo sempre più netto da interessi puramente particolaristici, per sfruttare a pieno le energie di cooperazione e collaborazione.

E’ constatazione unanimemente accettata che gli Stati preunitari erano accomunati da un sentimento religioso e cattolico comune e che i rispettivi attriti e i conflitti istituzionali, furono causati dalla necessità di evitare pericolosi assoggettamenti che avrebbero compromesso le rispettive libertà e indipendenze.

Quello che si è voluto mettere in luce attraverso questa assemblea è che le comunità cristiane sono state determinanti nel fermento di condivisione e di speranza evangelica, memoria permanente dei valori morali che hanno solidificato il nostro tessuto sociale.

Basti pensare alle iniziative religiose, culturali, caritative e formative, portate avanti in vari ambiti, la rete vastissima di associazioni e aggregazioni cooperative di livello laicale e cattolico.

E’ chiaro che nello specifico la fede non può essere ricondotta ad una religione civile ma ad una riflessione più umana e profonda -e certamente più ampia- bisogna tenere presente che lo stesso approccio che ci conduce al divino è per sua natura espressione antropologica di cultura e di civiltà. L’autocoscienza di una società è diretta conseguenza dell’autocoscienza di ognuno.

Nel volume sono riportati gli interventi introduttivi di Andrea Riccardi, Claudio Scarpati. Agostino Giovagnoli e Lorenzo Ornaghi. Vi è poi una riflessione di Francesco Bonini in occasione del quindicesimo anno di attività del Progetto Culturale della Cei. Infine sono riportati gli interventi della tavola rotonda a cui, tra gli altri, hanno partecipato: Giuliano Amato, Lucio Caracciolo, Dino Boffo. Conclusione del card. Camillo Ruini, presidente del Comitato per il progetto culturale.

a cura di Romina Baldoni
usminforma@usminazionale.it 


Babel Hotel
Vite migranti nel condominio più controverso d’Italia

AA.VV.,
Infinito Edizioni, Castel Gandolfo (RM) 2011, pp. 189, € 17,00

Nell’acuta introduzione di Gian Antonio Stella si fa riferimento ad una cronaca di inizio secolo, per mettere in luce, in tutta la sua crudezza, la drammatica situazione in cui gli emigrati italiani erano costretti a vivere.

Discriminazioni, degrado, emarginazione, povertà e sfruttamento estremi e inenarrabili. Cose che sembrano appartenere ad un medioevo lontano nel tempo e sbiadito dalla memoria. Cose che nella loro assurdità e inconcepibilità ci ritroviamo a vivere oggi.

Ramona Parenzan che cura questo libro, ci offre una serie di poesie, racconti e canzoni che sono il frutto di una straordinaria molteplicità di etnie, culture e religioni.

Il Babel Hotel di Porto Recanati, descritto in tanti reportage di sapore razzista, come un ghetto abitato da gente losca e sporca è in realtà un multicolore groviglio di persone con un bagaglio solido di tradizioni, sentimenti e vitalità.

Se andiamo a rivedere alcune statistiche sul grado di istruzione dei nostri nonni emigrati, su quanto di illegale e delinquente provenisse dall’Italia, piuttosto che da altri paesi, di certo non ne usciremmo né rafforzati né ripuliti.

Certamente questo Hotel House racchiude in se le problematiche di un microcosmo tenuto in disparte e non adeguatamente sostenuto dalle istituzioni preposte. Certamente come nei grandi mostri tentacolari delle speculazioni edilizie compiute a partire dagli anni ’60, si presenta come un alveare di promiscuità che racchiude anche delinquenza e malesseri.

E’ però un rifugio pulsante di vite e identità che sarebbe ingiusto e spietato massificare e accatastare dandogli la stessa forma amorfa e anonima che riveste la struttura stessa catturata nell’istantanea di copertina.

Sarebbe ingiusto per loro ma anche per noi, per i nostri nonni; perché ripetere gli errori del passato significa non aver tratto dalla storia nessuna lezione.

Nel libro vengono illustrate realtà altre, angolazioni diverse libere da pregiudizi.

Ci si introduce in un’atmosfera multietnica e variegata che offre spunti di riflessione e ci mostra il fascino di personaggi eccentrici e brillanti: artisti, poeti, narratori, artigiani sopraffini.

Tutto questo si è tradotto in questo interessante volume che riporta testimonianze varie, curate e rielaborate con la partecipazione di scrittori e operatori interculturali che hanno aderito al progetto.

Ne esce questo Babel Hotel creativo e stilisticamente vivace che trasmuta e traspone in parte il vero Hotel House, divenendo metafora di sogni e paure, di contemporaneità globalizzata che tende a sbiadire e di forme ostinate di radicamento cieco e gretto.

Nello stesso tempo in tutto questo materiale vi si può ravvisare un nuovo incipit per il futuro, la necessità di rielaborare progetti collettivi senza allontanarli dalla macchina sociale ma facendoli propri e ricontestualizzarli in forme costruttive e creative piene di potenziali.

a cura di Romina Baldoni
usminforma@usminazionale.it

 


Diventare se stessi - Prepararsi al Natale

GIUSEPPE PETROCCHI
Città Nuova, Roma 2011. € 7,50

E’ una guida pratica e spirituale per prepararsi al Natale. L’originalità di questo sussidio, scritto da Giuseppe Petrocchi, Vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, consiste nel collegare la vita dell’uomo a quella di Gesù. E’ un autentico inno alla vita, "a quella vita che ci è stata donata e che molte volte gettiamo alle ortiche".

Quella vita che, per essere vissuta in pienezza, ha bisogno di Dio. Vivere il Natale è mettersi in cammino verso il "centro di se stessi" per capirsi e accogliersi, quindi per capire ed accogliere gli altri. Queste pagine serviranno non solo a rinascere a noi stessi, ma ad abitare noi stessi per "diventare se stessi".

Emma Zordan
famiglia@usminazionale.it

 

 

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