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14 giugno 2012

Sognare si può… USMI tra storia e profezia

Biancarosa Magliano, Usmi, Elledici, Ed. Velar, 2012, pp. 128, € 12,50

“La nostra scrittrice, sr Biancarosa Magliano, è riuscita a consegnarci davvero la memoria di una vita religiosa femminile che ha saputo tenere presente l’evolvere della società italiana e il cammino ecclesiale” (dalla Presentazione di Madre Viviana Ballarin op, Presidente USMI).

“Ho scorso con vivo interesse e intensa partecipazione le pagine di questa storia dell’USMI, scritta con documentazione e intelligenza d’amore (…) Riassumerei perciò il messaggio delle pagine che seguono in un’affermazione essenziale: le consacrate e le loro comunità sono un’eloquente e preziosa “cifra” del Mistero nel cuore della nostra storia” (dalla Prefazione di Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto).

La storia dell’USMI (Unione Superiore Maggiori d’Italia) nasce nei primi anni ’50 del secolo scorso. In un Paese ancora prevalentemente rurale che iniziava ad affacciarsi all’industrializzazione e a quello che sarebbe diventato il grande ‘boom economico’. Le suore erano parte attiva determinante e fondamentale della società e con essa affrontarono le sfide con lo sguardo volto al futuro, cercando sempre di rimanere fedeli alla loro vocazione femminile basata sui principi evangelici e sapendo cogliere i cambiamenti e le necessità imperanti con lungimiranza e acume.

Soprattutto è proprio in quegli anni che inizia a sentirsi il bisogno di un confronto e un’unità di intenti che per la prima volta nella storia va oltre alle singole organizzazioni e carismi di ogni Congregazione. La sincera volontà collaborativa trova espressione con la nascita della Rivista A.L.A. (Ardeat Luceat Accendat) nel 1952 -che poi nel 1971 assume la denominazione attuale di Consacrazione e Servizio- rivolta in modo particolare agli Istituti Femminili e, come nelle parole dell’allora segretario della Sacra Congregazione dei Religiosi p. Arcadio Larraona: «organo delle nascenti Federazioni di Suore». L’Unione Superiore Maggiori d’Italia è il nome che prende nel 1960 il Movimento Federativo delle religiose in Italia. Un nome che “indica un’identità, un carisma, un’idealità”. Unite per meglio servire la Chiesa e l’umanità. Unite attraverso la compartecipazione e il confronto, unite nella conoscenza e nel rispetto di ciascuna individualità. Unite in uno spazio teologale che qualifica e arricchisce chiunque voglia accedervi. Lo Statuto, ufficialmente approvato il 13 luglio 1963, firmato dal card. Valeri, fa dell’USMI un ente morale conforme alle leggi del Codice di Diritto Canonico. Con DPR n. 622 del 9 giugno 1964 è poi la volta del riconoscimento civile e dell’acquisizione di personalità giuridica dell’Ente “a servizio della Comunità nazionale”.

Nel corso degli anni e “nella traiettoria storica dell’USMI è facile scoprire continua tensione o continuo interesse o forte preoccupazione per la formazione di religiose (…) senza escludere l’attenzione per le nuove povertà e le nuove possibilità o urgenze di presenza non semplicemente di pensiero o di sentire, ma efficaci, con intervento di opere, di gesti”. La rivista Consacrazione e Servizio, che dal 1978 assume direzione al femminile -come giustamente aderente ai propositi e alle finalità della stessa- ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella promozione e divulgazione dell’attività dell’USMI. L’USMI è l’Ente che investe a tutti gli effetti sul futuro della vita religiosa in Italia e all’estero. L’auspicio più grande in un mondo globalizzato e nell’ambito dei consacrati e delle consacrate, cui è richiesto un adeguamento e un rinnovamento sempre più incarnato e rispondente alle nuove esigenze, è quello di saper rendere autentica testimonianza, nella responsabilità, nella verità, nell’illuminazione dello Spirito. Il passaggio alla postmodernità ha richiesto anche alle religiose e alle loro attività risposte pronte e adattamento. Molte cose sono cambiate: mobilità etnica, pluralismo religioso, consumismo esasperato, crisi della comunicazione della fede e dei suoi canali tradizionali (famiglia, scuole, parrocchie). L’esplosione del digitale ha poi rilanciato nuove insidiose sfide. L’USMI ha risposto a questa serie di problematiche coordinando la propria attività in vari settori: scuola e cultura, sanità, famiglia, mobilità etnica, servizi sociali, tratta donne e minori, animazione liturgica vocazionale e missionaria, evangelizzazione e catechesi, formazione. Ed ancora l’attività del centro studi e della rivista, quella della biblioteca, l’ufficio comunicazioni sociali, l’ufficio stampa e internet. Lo stesso mondo cattolico ha conosciuto negli ultimi anni chiusure e limitazioni, come nelle profetiche parole di madre Teresa Simionato (Presidente USMI dal 1998 al 2008): «Si è chiuso il tempo della grandezza e del prestigio delle nostre opere, il tempo dell’esplosione numerica e delle sicurezze fondate anche sulle nostre capacità e autosufficienza». Arretrare o fermarsi però avrebbe significato non comprendere a pieno il messaggio evangelico che attribuisce alla potatura e alla fine dell’abbondanza un significato di dono ulteriore nella strada della comprensione. Oggi l’Usmi è consapevolmente partecipe delle correnti di cambiamento è aperta all’interculturalità, al dialogo, alla cultura digitale senza voler rimanere baluardo o fortezza del suo glorioso passato. Anche la rilettura della sua storia a 50 anni di distanza significa voler guardare con preparazione e competenza al futuro. Del resto la parola “unione” implica uno sforzo di coesione continuo, intuizione, ascolto, volontà di superare gli ostacoli. Unione è voglia di vincere una sfida, proiezione al futuro. Unione è “Carismi e stili diversi: un solo servizio”. Ieri, oggi, nel domani che verrà.

 

 a cura di Romina Baldoni
usminforma@usminazionale.it

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