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RISCATTO

MELO FRENI,

Paoline Editoriale Libri. pagine 176 € 13,00

Libro segnalato per il prestigioso PREMIO STREGA

Genni Fleris, un bravo giovane siciliano, per vendicare il crudele omicidio di sua moglie, si trova coinvolto in una storia di violenza e di morte ed è condannato a scontare la pena dell’ergastolo. Durante gli ultimi anni della sua trentennale permanenza in carcere, prima di ottenere la grazia dal Presidente della Repubblica, mentre è recluso sull’Isola di Marsia, Genni matura il desiderio di dare un senso alla sua vita, apparentemente perduta, aiutato dalla benevolenza e dall’amicizia di vari personaggi (il superiore e la moglie, il cappellano, l’assistente sociale). Con una notevole forza d’animo, da sponde di male e di vendetta, si orienta verso orizzonti di bene e di speranza.
Libero dal carcere, si reca come volontario in Kenya e qui si dedica agli altri con un amore che lo porterà a mettere in gioco la sua stessa vita. Quello di Melo Freni è un romanzo sulla redenzione e sul riscatto, che riesce ad attualizzare la grande lezione della letteratura russa dell’Ottocento (in particolare del Tolstoj di Resurrezione). Scrive p. Ferdinando Castelli, de La Civiltà Cattolica, nella prefazione al romanzo: “Gli elementi portanti della narrativa di Melo Freni sono tre: la memoria, il dolore, l’attesa. La memoria dà senso al presente e chiarisce la vita, anzi la vita è proprio nel passato; il dolore ha risvolti positivi che lo mostrano in una luce benigna; l’attesa è una componente fondamentale della vita. Si direbbe che le vicende narrate siano soltanto un pretesto per tale densità di motivi, presentati su sfondi reali e paesaggi dell’anima. Su tutto, poi, c’è il tempo che permea uomini e cose di fatalità. Anche quest’ultimo romanzo convince per il taglio narrativo, rapido, immediato, preciso, per il linguaggio intriso di suggestivi recuperi linguistici, per il procedere fra realtà e fantasia, per il rimescolio tra presente e passato, per la sobrietà e il nitore delle descrizioni. E va ricordato l’afflato religioso, soprattutto in questo romanzo dove, nel fluire della vicenda, emerge improvvisa l’ansia di Dio sul crollo dell’avventura umana. Al di là del delitto, il romanzo è denso di prospettive e di umanità. Dimostra che l’uomo fatto da Dio e per Dio, ha bisogno di lui come il pesce dell’acqua, il viandante di un sentiero, il cerchio di un centro. L’uomo – come dire? – è condannato a Dio”.
Un romanzo sulla redenzione e sul riscatto, che riesce ad attualizzare la grande lezione della letteratura russa dell’Ottocento.
Libro, segnalato per il prestigioso PREMIO STREGA, in programma per il prossimo 11 aprile, si era già aggiudicato il Premio Letterario Internazionale “Santa Margherita Ligure - Franco Delpino”
(ed. 2013 - sezione narrativa).

L’AUTORE Melo Freni, siciliano, vive a Roma dove, per trentacinque anni, è stato redattore culturale e poi redattore capo del TG1, lavoro che gli ha consentito di viaggiare a lungo per il mondo ed entrare in contatto con scrittori e artisti fra i più importanti del secondo Novecento. Ha pubblicato dodici romanzi, ma è anche autore di diverse raccolte di poesia e di saggi letterari. Sulla sua opera sono sta te svolte otto tesi di laurea e numerosi interventi critici anche presso università americane ed europee, fra le quali l’Università Cattolica di Lovanio (Belgio) e l’Università di Timisoara (Romania). È presente in Cultura e scuola della Treccani e in altre prestigiose antologie e storie della letteratura italiana. La critica lo ha segnalato all’attenzione, in particolare, nei premi letterari: Viareggio, Strega, Napoli, Alessandro Manzoni, Pisa e Circe-Sabaudia.  


  

LA NOTTE DEL CONFESSORE

La fede cristiana in un tempo di incertezza
TOMÁŠ HALÍK
,

Paoline Editoriale Libri, Milano, pag. 280, € 19,90

Tomáš Halík, apprezzato e noto (e probabilmente il più noto) intellettuale cattolico della Repubblica Ceca propone un’originale riflessione sulla fede come paradosso. Al cuore del cristianesimo c’è la storia della Pasqua: il grande paradosso della vittoria attraverso la sconfitta.
Il libro scaturisce dall’esperienza dell’Autore che, trascorrendo molte ore in confessionale – attraverso l’ascolto attento, paziente e di continuo discernimento – ha potuto toccare con mano delusioni, vuoti interiori, crisi del “sistema religioso” (da qui il titolo). Questo gli ha permesso di cogliere, attraverso le storie umane individuali, l’esistenza di malesseri diffusi e ricorrenti che riguardano tutti.
Halík esprime la convinzione che le crisi (modi di pensare, esperienze, comportamenti), anche le “crisi di religione” non vadano evitate o eluse, ma attraversate e vissute come enormi finestre di opportunità che Dio apre per ciascuno. Invita dunque a non cercare un Dio accomodante, bensì a riscoprire il significato del prendere su di sé la propria croce, perché il cristianesimo non è prima di tutto un “sistema di testi dogmatici”, ma un metodo, una via, un percorso sulle tracce di Colui che non si è sottratto al Getsemani, al venerdì santo, prima di vivere la luce del sabato santo.
Scrive l’autore “Le mie riflessioni cercano di dimostrare che il paradosso della fede non è semplicemente un argomento di speculazione teologica. Esso può anche essere vissuto e diventare la chiave per comprendere la situazione spirituale e le sfide dei nostri tempi.
Spero che i capitoli del libro offrano ai lettori qualche opportunità di riflessione attenta (sul mondo attorno a loro, sul mistero della fede e su loro stessi). Ma stimolino pure a momenti di contemplazione serena, e anche a momenti di piacevole divertimento, perché chi scrive ha sperimentato queste tre espressioni di grande gioia nell’atto di descriverle”.


L’AUTORE: Tomáš Halík. Nato nel 1948 a Praga, negli anni Sessanta si laurea in sociologia, filosofia e psicologia alla facoltà di filosofia dell’Università Carlo di Praga. A causa della situazione politica del Paese, fino al 1989 non può dedicarsi all’insegnamento. Intanto esercita diverse professioni, l’ultima delle quali lo vede impegnato come psicoterapeuta tra i tossicodipendenti. Negli anni Settanta opera nelle cosiddette « strutture illegali della Chiesa cattolica ». Nello stesso periodo studia teologia e viene segretamente ordinato sacerdote nell’ex Germania Est. Attualmente è insegnante di sociologia alla facoltà di filosofia dell’Università Carlo di Praga, rettore della chiesa del Santissimo Salvatore (per la pastorale degli studenti universitari) e presidente dell’Accademia Cristiana Ceca. È impegnato nella vita pubblica, in varie iniziative civili e nei media. In patria è forse l’intellettuale cattolico più noto, anche per i suoi libri di spiritualità indirizzati al grande pubblico. Nel 2011 ha vinto il Premio per il miglior libro europeo di teologia cattolica dell’anno, riconoscimento che gli è stato assegnato a Vienna.


LA TENDA BLU

In Etiopia con le armi della solidarietà

NICCOLÒ D’AQUINO ,

Paoline Editoriale Libri, pag. 160, € 13,00

“La missione Kidane Mehret, in Etiopia: un sogno diventato realtà e che, come tale, ha ancora e sempre bisogno di essere sognato” (Niccolò d’Aquino).

«Ti mando ad Adua». «E dov’è Adua? In quale Paese del mondo si trova?». Vagamente mi ricor-davo di una battaglia coloniale, anzi di una sconfitta italiana; ma, al momento, non mi veniva in mente altro. « È in Etiopia».

Sr. Laura, salesiana, non più giovane protagonista di questa storia avvincente e sorprendente, rac-conta a Niccolò d’Aquino, con estrema schiettezza e semplicità, la conversazione con la sua Supe-riora Generale all’origine di questa che lei considera la sua ultima missione e che per questo voleva fosse tosta, perché, ne valesse davvero la spesa… A giudicare da quanto riportato in queste pagine - con grande coinvolgimento da parte dell’Autore - non vi sono dubbi che la missione sia stata e sia tuttora molto tosta. Iniziata con una tenda blu, prima casa di Sr. Laura, oggi la missione salesiana Kidane Mehret è una piccola città, un punto di riferimento per la popolazione locale che, stremata dalle guerre e dalle precarie condizioni sanitarie, può contare su un aiuto qualificato per fronteggiare il problema della fame e ritrovare nel lavoro e nell’istruzione una dignità perduta. Tutto questo realizzato da un manipolo di donne coraggiose e tantissimi volontari. Ne valeva davvero la spesa!

Le armi di una politica colonialista sono state sostituite dalle armi della solidarietà e dell’impegno umanitario, offerto nel rispetto dei poveri. Il libro racconta in prima persona gli inizi di una missione in terra etiope e registra contemporaneamente la storia degli ultimi trent’anni di una parte di Africa provata da carestie, siccità e guerre di cui si parla troppo poco. «È la storia - scrive Niccolò d’Aquino - forse istruttiva e di sicuro sconosciuta ai più, di come nasce una missione. Del “bene” che riesce a produrre attorno a sé. Delle fatiche quotidiane, delle delusioni da superare, delle ostilità da aggirare». Ma, sorprendentemente, è anche un document?o, quasi dettagliato, di quanto tantissimi italiani anonimi sono disposti a fare per aiutare chi ha bisogno. È inoltre una testimonianza che i mezzi di informazione, usati a servizio della notizia, costituiscono una grande cassa di risonanza per far conoscere situazioni difficili e urgenze irrimandabili.

I diritti d’autore di questo volume vengono devoluti all’Associazione Amici di Adwa Onlus.

L’AUTORE: Niccolò d’Aquino, giornalista, è corrispondente dall’Italia di America Oggi, il più importante quotidiano italiano all’estero. Dopo una lunga carriera – tappe principali: il Giornale di Indro Montanelli, l’Ansa a Roma e New York, Radio Montecarlo, Il Mondo, Affari & Finanza, Io donna / Corriere della Sera – ora è corrispondente di America Oggi, quotidiano italiano distribuito nelle edicole USA con l’edizione internazionale di Repubblica in allegato. Ha scritto un paio di libri sulla globalizzazione con Piero Bassetti e altri sono in cantiere. È uno dei responsabili editoriali di Italic Digital Editions, società di editoria elettronica fondata con un gruppo di altri professionisti. Dirige anche una rivista dell’Ordine di Malta. E ora ha potuto realizzare un progetto che covava da anni e sentiva quasi come un dovere: scrivere questo libro.

 

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