“Siamo ben consapevoli delle
sfide sempre nuove che gli Istituti devono affrontare nel campo della
formazione. Le nuove vocazioni che bussano alle porte della vita
consacrata presentano profonde diversità e necessitano di attenzioni
personali e metodologie adatte ad assumere la loro concreta situazione
umana, spirituale e culturale” (Ripartire da Cristo, n. 18).
"La crescita delle vocazioni in Asia, e in
Africa sta disegnando una nuova geografia della presenza della vita
consacrata nella Chiesa e nuovi equilibri culturali negli Istituti. Essa
vive oggi un tempo di ripensamento e di ricerca con modalità nuove e in
culture nuove. E’ un inizio promettente per uno sviluppo di espressioni
inesplorate delle sue molteplici forme carismatiche” (ibid. n. 17).
Ascolto delle relazioni.
Il punto nevralgico sottinteso a tutti gli
interventi del Seminario è stato: come far scendere quei valori umani,
cristiani e di radicalità evangelica, richiesta dalla vita consacrata, a
qualunque carisma si rifaccia, nel cuore delle giovani formande? Come
costruire una personalità specifica, configurata nelle caratteristiche
di un istituto specifico, senza tradire la persona in quello che ha di
più caro, cioè il suo ambiente culturale, le sue sensibilità affettive,
la comprensione che ha di se stessa e del suo universo? Del resto siamo
coscienti che se il cristianesimo, e la modalità radicale della sequela
di Cristo, non passano nel cuore attraverso l’ambiente vitale di ognuno,
essi non lasciano il segno: saranno piuttosto manifestazioni esteriori,
che forse nel miglior dei casi si accettano, si tollerano, e nel
peggiore possono provocare deviazioni di personalità.
E’ questo un campo delicato e difficile, che richiede un
supplemento di preghiera e di saggezza, ma molta creatività.

Un momento della celebrazione eucaristica.
Siamo tutti in sperimentazioni. Quelli che sono nati già come
istituti internazionali, e quelli che recentemente hanno creduto di
spingersi oltre le loro barriere geografiche e di impegni apostolici per
mettersi sulle strada della missione. Del resto qualunque carisma
riconosciuto dalla Chiesa è per il bene di tutti ed è per questo
condivisibile da tutti quelli che si sentono chiamati dallo Spirito.
Le modalità del connubio tra carisma specifico e culture
diverse trova diversi modi di realizzazione, fatto determinato anche
dalla caratteristiche stesse dell’Istituto che può essere apostolico, di
animazione e evangelizzazione ad Gentes, di pastorale sanitaria, di
sviluppo, ecc.

Un momento della celebrazione eucaristica.
Certe impronte originarie ed originali lasciano sempre il
loro segno.
Suor Juana Zoraida
Mendoza S., dell’equipe Noviziato internaz.
Missionarie S. Cuore di Gesù ci ha presentato la problematica e
piuttosto la dimensione formativa che determina poi anche modalità di
discernimento, di accennati percorsi formativi, e degli stessi obiettivi
della formazione. E’ una congregazione che si è messa da principio sulle
strade del mondo, ha avuto un’attenzione particolare alla situazione dei
gruppi umani e dei loro ambienti, in cui inserirsi, e quindi l’ambiente,
le condizioni umane e culturali sono parte integrante e imprescindibile
nella loro filosofia della formazione. La conoscenza dell’ambiente,
tramite l’inserimento effettivo nella loro storia, costituisce un
elemento fondamentale specialmente del primo momento più delicato che è
il discernimento. E’ un cammino che si fa anche nell’incertezza, nel
dolore, che sono provocati dalle condizioni misere in cui vive al gente,
a causa dell’ingiustizia, della corruzione, della classe politica, della
guerra, delle inondazioni e carestie: tu, o giovane, se vuoi far parte
di questa Congregazione, devi capire che la tua sequela di Cristo va in
questa direzione. Il cuore allora deve essere aperto, deve accettare e
valorizzare la diversità, non devi bloccarti sulla tua cultura, al punto
da divenire esclusiva. Devi avere lo sguardo ricolto all’uomo. Le
modalità allora di formazione devono avere questa nota essenziale, che
troverà mezzi e modalità diverse a seconda dell’ambiente sociale in cui
si realizza.
Il che pone la comunità stessa sempre in uno stato di
tensione, di verifica, di procedere oltre.
Di altra specie è stata la comunicazione delle esperienze di
Sr. Elvira
Bonacorsi, Vicaria Generale e delle due Juniores
nigeriana delle Domenicane di S. Caterina da Siena, anche a motivo
del loro carisma specifico: la Parola da annunciare, da testimoniare, la
comunità che viene creata e ricreata dalla Parola. Si individuano i
grandi blocchi culturali e spirituali delle formande, che dovrebbero
permettere di comunicare vita e valori in maniera congrua ed
esistenziale.

Sr. Elvira Bonaccorsi
e le due sorelle nigeriane.
Suor Giovanna
Cavallo, dell’equipe Juniorato Internazionale
Missionarie della Consolata, anche in base alla sua esperienza di
formatrice, ha ben delineato la problematica della multi e
interculturalità, offrendo con chiarezza linee e orientamenti
fondamentali per qualunque tentativo di delineare una formazione che sia
inculturati.
Da tenere ben presente l’idea di cultura, che è in fondo lo
stile di vita nelle sue molteplici manifestazioni – dalle realtà più
strettamente personali a quelle sociali, economiche, religiose,
spirituali, relazionali – che non fanno solo da supporto per comunicare
i valori, ma sono la riuscita stessa dell’evangelizzazione e della vita
consacrata. Se il Vangelo non diventa e trasforma in se stesso la
cultura e le stesse sensibilità spirituali, vuol dire che la stessa
evangelizzazione è debole, e la stessa vita consacrata non è assimilata
nei suoi valori fondamentali. La frattura fra Vangelo e cultura, il che
vuol dire tra vita e Vangelo, è il dramma anche per la vita consacrata.

A sinistra M. Grazia
Comparini smr, membro del Consiglio di Presidenza USMI
Partendo da tale
comunicazioni, dal nostro stesso vissuto, dalla nostre
incertezze, i nostri dubbi, ed anche dalle nostre conquiste e idealità,
abbiamo continuato una parte importante del nostro lavoro, cioè i gruppi
di studio, senza presumere di darci risposte esaurienti, e tanto meno
definitive. Responsabile Juniorato Internazionale Missionarie della
Consolata. A conclusione dei lavori, il saluto e l’incoraggiamento di
M. Grazia Comparini, del Consiglio di
presidenza dell’USMI e la suggestiva celebrazione eucaristica
conclusiva, secondo il rito indiano, animata dalle sorelle Missionarie
dell’Immacolata.
P. Vito del Prete, Segretario nazionale PUM ha seguito la
metodologia dei lavori.
Sr. Giusy Sozza
Responsabile Ufficio Animazione missionaria