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Veglia di preghiera delle religiose (Usmi-Pum)
Una casa per tutti i popoli

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1 ottobre 2003

Preparazione: Si allestisce una tenda aperta. All’interno si
appoggiano un’anfora con acqua, una con vino e un cestino di pane.
Canto: Vieni con me alla casa
di Dio
Vieni con me alla casa di Dio
Dio è nostro Padre ti accoglierà.
Vieni con me alla casa di Dio
dove c’è pace e amor.
Cristo è la via alla casa di Dio.
Egli ti conduce non ti perderai.
Cristo è la via alla casa di Dio
dove c’è pace e amor.
Tutto è amore nella casa di Dio.
Non c’è divisione, solo carità.
Tutto è pace nella casa di Dio
dove Cristo è il Signore.
Guida: Nel nome
del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Assemblea: Amen
Guida: Il Signore che riempie i nostri cuori della sua gioia e della
sua pace, sia con tutti voi.
Assemblea: E con il tuo spirito.
Guida: Lo slogan
missionario che ci accompagnerà nel mese di ottobre e in tutto quest’anno
pastorale è: “Una casa per tutti i popoli”. Un tema che in questo incontro
di preghiera, che celebriamo nella memoria di Santa Teresa del Bambino
Gesù, Patrona delle Missioni, Giornata Missionaria delle Religiose,
vogliamo fare nostro e approfondire per lasciarci interpellare e rinnovare
dal Signore nella nostra chiamata missionaria. Lasciamoci illuminare dalla
Parola di Dio e in particolare dalla testimonianza di alcune donne del
Nuovo Testamento, modelli sempre attuali per il nostro impegno di
consacrate ad essere per i nostri fratelli e sorelle “case” di ospitalità,
comunione, annuncio, dov’è concepita, alimentata ed custodita la “vita per
il mondo”: Gesù pane di vita per tutti.
I PARTE
LA CASA DELL’OSPITALITÀ
Guida:
C’era un posto a Betania, vicino a Gerusalemme, dove Gesù sapeva di poter
fermarsi con i suoi discepoli in qualunque momento, per mangiare un
boccone o riposarsi: era la casa di Maria, Marta e Lazzaro, la casa
dell’ospitalità attente e premurosa, dell’amicizia e del dono.
a. ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO
Luca 10, 38-42
Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta,
lo accolse nella sua casa.
Giovanni 12 1-3
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava
Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui gli fecero una cena:
Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali.
Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai
prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e
tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento.
b. TESTIMONIANZA
Un giorno una donna, preso un vasetto di alabastro molto
profumato, lo ruppe ai piedi di Gesù. “Che spreco, disse Giuda, non era
forse meglio aver venduto il profumo e dato il ricavato ai poveri?”Disse
questo non per amore dei poveri, ma perché voleva il denaro per sé.
Alcune giovani donne otto anni fa, in Zaire, hanno spezzato il vaso
profumato della loro vita per amore dei fratelli, lasciandosi contagiare
dalla loro stessa umiliante malattia. “Che spreco - dissero i benpensanti
-, non potevano forse fuggire per poter prestare il loro servizio presso i
molti altri poveri del mondo?”. Dissero questo non perché amassero i
poveri, ma perché il gesto di quelle donne sconvolgeva il loro mondo
tranquillo e rassicurante.
Rispose Gesù: “In verità vi dico che dovunque nel mondo sarà annunciata la
Buona Notizia, si racconterà pure in loro ricordo ciò che queste donne
hanno fatto”. (G.S.)
Sei suore delle Poverelle di Bergamo: Fioralba, Dinarosa,
Danielangela, Annelvira e Vitarosa, andate non solo ad incontrare, ma a
stringere a sé la sofferenza di altri. È stato questo ad ucciderle. Sono
morte per contagio, i referti non lasciano dubbi. Ma il contagio che le ha
condotte alla tomba si chiama Ebola solo sui referti dei medici. In realtà
erano già minate. Avevano dentro questa strana malattia - che il mondo fa
fatica a riconoscere - di condividere fino in fondo e fino alla morte, il
dolore di sconosciuti, di gente già abbandonata ai margini, di uomini per
i quali nessuno avrebbe mai versato lacrime…. Quella strana malattia che
le aveva già prese al momento di consacrarsi alla missione, era certo più
implacabile del virus che avevano di fronte….
Nessuna ragione potrà mai andare a cogliere il senso di una donazione come
quella delle Suore Missionarie di Bergamo (e di tante altre). La loro vita
in cambio di qualche attimo di sollievo e di dignità di uomini già
rassegnati alla morte. Eroismo? No, qualcosa di più, perché si può essere
anche eroi per un solo attimo che attraversa la vita di chiunque. Esse non
hanno avuto bisogno di nessun eroismo. Hanno semplicemente risposto, fino
in fondo, alla loro vocazione. (Agenzia Fides,
maggio 1995).
c. PREGHIAMO INSIEME
O Signore, Dio della vita
e fonte di ogni comunione,
il tuo volto un giorno si è rivelato tra noi,
all’ombra di una casa ospitale,
nel silenzio fecondo di Nazareth.
Anche la nostra casa oggi
ti apre la sua porta.
Ci sono tante speranze, o Signore,
ma troppo fragili senza la tua luce.
Abbiamo bisogno di te
per non consumare la gioia
nel chiuso del nostro egoismo,
per non cedere sotto il peso
delle nostre ruvide croci.
La tua grazia o Signore ci educhi alla pace,
accresca in noi il rispetto per la vita,
il coraggio della pazienza,
del dialogo e del perdono;
e il tuo amore fedele
sia la radice della nostra fedeltà.
Fa’, o Signore, che la nostra comunità
sia nel cuore della Chiesa
una presenza viva, solidale, partecipe.
Il tuo volto, o Signore,
rivolga su di noi il suo sguardo,
ci benedica e ci doni pace.
Amen.

II PARTE
LA CASA DELLA COMUNIONE
FRATERNA
Guida: La casa: è al centro
della narrazione e di un episodio evangelico. È il luogo abituale di
ritrovo della comunità per la preghiera e per la “frazione del pane”.
Nella casa vive una comunità attenta ai segni di Dio perché prega per
intercedere o per ringraziare.
a. ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO
Atti 12, 5.11-12
Pietro dunque era tenuto in prigione, mentre una preghiera saliva
incessantemente a Dio dalla Chiesa per lui. Pietro allora, rientrato in
sé, disse: «Ora sono veramente certo che il Signore ha mandato il suo
angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che si
attendeva il popolo dei Giudei».
Dopo aver riflettuto, si recò alla casa di Maria, madre di Giovanni detto
anche Marco, dove si trovava un buon numero di persone raccolte in
preghiera.
Romani 16,1-3.6.12
Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù; per salvarmi la vita
essi hanno rischiato la loro testa, ad essi non io soltanto sono grato, ma
tutte le Chiese dei Gentili; anche la comunità che si riunisce nella loro
casa. Salutate Maria, che ha faticato molto per voi. Trifèna e
Trifòsa che hanno lavorato per il Signore. Salutate la carissima Pèrside
che ha lavorato per il Signore.
1 Corinzi 16,19
Le comunità dell'Asia vi salutano. Vi salutano molto nel Signore Aquila e
Prisca, con la comunità che si raduna nella loro casa.
Filemone 1,1-2.
Paolo, prigioniero di Gesù Cristo… al nostro caro collaboratore Filemone…
e alla comunità che si raduna nella tua casa.
b.
PER RIFLETTERE ….
Già la tradizione biblica dell’Antico Testamento collocava
nelle dimore degli uomini (tende, case) le manifestazioni centrali della
Rivelazione divina (per esempio Abramo); la storia della salvezza passa
attraverso gli ambienti e la cultura casalinga. La Pasqua ebraica, la
celebrazione più importante dell’anno liturgico ebraico, si svolge nelle
case sotto la presidenza del capofamiglia.
Anche Gesù ha dato un posto centrale alla casa. Il vangelo dell’infanzia
presenta l’evento dell’Incarnazione situato nell’ambito familiare; nella
casa di Nazareth avviene l’Annunciazione; nelle case di Maria e di
Elisabetta nascono i due più grandi cantici del Nuovo Testamento; e nella
sua casa di origine Gesù ha trascorso 30 dei suoi 33 anni di vita.
Miracoli, predicazione ed eventi della vita di Gesù sono così spesso
ambientati entro le mura domestiche. La stessa Eucaristia ha avuto origine
in una casa, con stile casalingo, nel mezzo del più domestico degli
avvenimenti: il pasto familiare, la cena ebraica. L’inizio della Chiesa a
Pentecoste è nel cenacolo, una casa privata, non nel tempio.
Nella Chiesa primitiva la vita liturgica si svolgeva non in un edificio
sacro ma nelle case. Scrivendo sia ai Corinti che ai Romani, Paolo ricorda
la comunità che si riunisce a casa di Priscilla e Aquila per condividere,
pregare, celebrare la cena del Signore, crescere nella fraternità.
In queste case- comunità, la fede in Gesù non solo si sosteneva, ma si
diffondeva: autentici centri di irradiazione missionaria.
c. PREGHIAMO INSIEME
Nella tua casa mi attendi, Signore:
tu sai la fragilità della mia fede!
Nella tua casa mi ricevi, Signore:
tu mi rialzi dalla mia miseria.
Nella tua casa mi parli, Signore:
tu mi doni la gioia della tua Parola.
Nella tua casa mi accogli
alla tua tavola, Signore:
tu mi fai vivere di te, della tua vita.
E nella mia casa mi rimandi, Signore:
è là che ancora mi attendi!
E' là che ancora vieni
per fare con me un mondo nuovo!
E' là che ancora mi chiami
a rispondere il mio "amen"!
Ora io so e vengo Signore,
nella tua casa, nella mia casa.
Canto: La casa
1. Oggi qualcuno mi ha detto: «Vieni ad
abitare la mia casa!»
L’anima ha esultato e un canto mi è sgorgato dal cuor:
Rit.:
Oh come è bello è gioioso, Signor, abitare nella Tua casa,
dove ognuno si riposa ed il cuore è pieno di gioia! (2 v.)
2. Voglio
cantare, sempre voglio cantar, e donare la gioia, Signore,
per questa armonia divina che la tua dimora mi dà.
3. Sapienza
e luce in ogni cosa risaltan lo splendor,
la casa Tua, Signore, vorrò sempre abitar.
LA CASA DELL’ ANNUNCIO
MISSIONARIO
Guida: L’accoglienza della
Parola suscita la comunità: non si può accogliere Dio nella propria vita e
vivere questo dono da soli. La conseguenza naturale è la condivisione e la
comunione degli affetti e dei beni spirituali e materiali.
a. ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO
Atti 16,13-15.40
Il sabato uscimmo fuori della porta lungo il fiume, dove ritenevamo che si
facesse la preghiera, e sedutici rivolgevamo la parola alle donne colà
riunite. C'era ad ascoltare anche una donna di nome Lidia, commerciante di
porpora, della città di Tiàtira, una credente in Dio, e il Signore le aprì
il cuore per aderire alle parole di Paolo. Dopo esser stata battezzata
insieme alla sua famiglia, ci invitò: «Se avete giudicato ch'io sia fedele
al Signore, venite ad abitare nella mia casa». E ci costrinse ad
accettare.
Usciti dalla prigione, si recarono a casa di Lidia dove, incontrati i
fratelli, li esortarono e poi partirono.
Atti 18,2.18.16. 24.26
Qui trovò un Giudeo chiamato Aquila, oriundo del Ponto, arrivato poco
prima dall'Italia con la moglie Priscilla, in seguito all'ordine di
Claudio che allontanava da Roma tutti i Giudei. Paolo si recò da loro… Si
trattenne ancora parecchi giorni, poi prese congedo dai fratelli e
s'imbarcò diretto in Siria, in compagnia di Priscilla e Aquila.
Arrivò a Efeso un Giudeo, chiamato Apollo, nativo di Alessandria, uomo
colto, versato nelle Scritture.
Egli intanto cominciò a parlare francamente nella sinagoga. Priscilla e
Aquila lo ascoltarono, poi lo presero con sé e gli esposero con maggiore
accuratezza la via di Dio.
c.
PER RIFLETTERE ….
Lidia è la prima battezzata in terra
d'Europa. La cosa molto bella è che non si battezza solo lei, ma tutta la
sua famiglia viene conquistata da lei a ricevere questo dono.
Di Lidia non sappiamo se fosse giovane o anziana, sposata o meno: tutto
questo non sembra interessare. Di lei si dice che era “credente in Dio” e
che “il Signore le aprì il cuore…”. La conseguenza che Luca sembra voler
mettere più direttamente in relazione con questa apertura del cuore, è il
fatto che Lidia apre la sua casa a Paolo e a quelli che erano con lui. Ci
costrinse ad accettare”: si intuisce la disarmante insistenza di chi si
sente trasformato dal “lieto annuncio”.
La Parola di Dio è un annuncio di amore e quindi diventa un invito a
lasciar cadere ogni barriera per accogliere Gesù Cristo e i fratelli nel
proprio cuore e nella propria vita. Lasciarsi convertire da questa Parola
significa scoprire di essere amati da Dio nonostante la nostra povertà, ma
anche sentirsi chiamati a diffondere attorno a noi questa esperienza
dell’accoglienza gratuita e della misericordia. Scoprire che Dio è Padre
significa contemporaneamente rendersi conto che tutte le persone, alle
quali è rivolta la stessa rivelazione, sono nostri fratelli e sorelle.
Nel quartiere giudaico di Corinto Paolo trova Aquila con la sua moglie
Priscilla, appena arrivati dall’Italia. Dei due Priscilla fu la
personalità preminente: in quattro testi su sei nei quali la coppia è
menzionata, il suo nome precede quello di Aquila. Probabilmente essa fece
da leader nell’opera di evangelizzazione e perciò deve essere classificata
con Lidia e le altre donne le quali hanno faticato per il vangelo.
Man mano che il tempo passa i due coniugi assumono compiti più
impegnativi, che attendono diretta mente all'opera di evangelizzazione, ed
è così che essi collaborano alla fondazione della comunità cristiana di
Corinto. Non solo, ma Priscilla e Aquila ad un certo punto abbandonano la
loro città e la loro casa per farsi "compagni di viaggio di Paolo" (Atti
18, l8): diventano missionari nel senso stretto del termine. Avevano
lasciato la loro casa di Roma sotto l'incalzare della persecuzione
dell'imperatore Claudio; ora abbandonano la loro casa di Corinto per
seguire Paolo nel suo irresistibile progetto missionario e per collaborare
alla sua opera evangelizzatrice.
Aquila e Priscilla sono modelli di passione per il vangelo: ovunque vanno,
la loro casa diventa centro di irradiazione cristiana. La loro stessa
professione di fabbricatori di tende è messa a servizio della missione.
Sono disinteressati e flessibili, disponibili all’itineranza; il cambio di
località non cambia la loro determinazione di testimoniare la fede. Hanno
capacità di adattamento: il loro lavoro e i viaggi diventano occasione di
testimonianza cristiana.La missione è entrata pienamente nella loro vita:
non solo essi vivono con piena convinzione nella logica della fede che
hanno abbracciato, ma si sentono spinti a rendere pubblica testimonianza a
Cristo e al suo vangelo.
c. PREGHIAMO INSIEME
Signore Gesù,
tu hai posto la tua dimora in mezzo a noi,
tu abiti là dove gli uomini
costruiscono le loro case e vivono la loro vita:
dove siedono a mensa insieme,
dove lavorano, dove si amano,
dove sperano, dove si perdonano,
dove piangono e dove fanno festa,
dove condividono i doni e i pesi della vita.
Tu abiti nelle nostre case:
fa’ che ti accogliamo con gioia
come fratello, ospite e amico.
Accompagnaci ogni giorno,
fa’ che sperimentiamo sempre la tua presenza
che ci conforta, ci incoraggia, ci dà gioia,
ci sostiene nelle fatiche e nelle prove;
aiutaci a riconoscere la tua presenza tra noi
nelle ore della gioia e in quelle difficili.
Fa’ che manteniamo aperti la casa e il cuore
ai nostri fratelli e sorelle,
e aiutaci a riconoscere in loro
la tua visita di fratello e di amico.
Fa’ che possiamo testimoniare,
con l’amore fraterno e con l’accoglienza,
che tu sei venuto per ogni uomo,
e che un giorno la tua casa
ci accoglierà per la grande Festa.
Amen.
Canto finale: Volto
materno di Dio
1. Volto
materno di Dio sulla terra,
donna mistero che porti il Signore,
fra le tue braccia, suo trono regale,
è la sapienza di Dio con noi.
Rit. Benedetta sei tu, Maria,
nostra sorella, Figlia di Sion.
Benedetta sei tu, Maria,
piena di grazia, Madre di Dio.
2. Vergine
amata da Dio Signore,
pura bellezza che il cielo traspare,
tu sei la via che porta all'incontro
con il Messia dell'umanità.
3. Giovane
madre di Cristo e del mondo,
nostra Signora che rechi la pace,
hai conosciuto l'amore infinito,
la tenerezza di Dio per noi.
4. Prima
creatura del regno dei cieli,
Eva obbediente che ospiti il Verbo,
nobile icona tu sei della Chiesa,
nuova dimora di Dio con noi.
Questa veglia di preghiera può
essere valorizzata in comunità,
nelle parrocchie, nei gruppi, nelle diocesi.
Per un miglior utilizzo può essere scaricata
e stampata.

USMI
- Area Pastorale Ordinaria
Ufficio Missioni
Via Zanardelli, 32 00186 Roma
Tel. 06/68.400.540 Fax 06/68.80.19.35

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