n. 10
ottobre 2005

 

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di Tiziana De Rosa
 

 

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«Come la pioggia e la neve
scendono giù dal cielo e non vi ritornano
senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia seme al seminatore
e pane da mangiare,
così sarà della parola
uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».

(Is 55,10-11)                   

La Parola del Signore è sempre feconda, anche oggi, nonostante gli ostacoli che inconsciamente o consciamente possiamo opporvi, nonostante le nostre debolezze, limiti, peccati. Il Signore è fedele al Suo patto e alla Sua alleanza, e anche se noi veniamo meno e lo tradiamo, Egli continua a chiamarci e ad accoglierci nelle Sue amorevoli braccia… Sappiamo, però, che il Suo disegno di amore, su di noi e sul mondo, si compirà comunque, sia che noi collaboriamo con Lui, sia che lo ostacoliamo con le nostre resistenze e inconsistenze, perché la parola di Dio non potrà essere vanificata. è fondamentale, quindi, accettare questo immenso amore e cercare di corrispondervi con tutto il nostro essere.

La certezza che Egli ci ama, nonostante tutto, dovrebbe darci una grande sicurezza interiore e mettere le ali al nostro cuore, perché possa volare al di sopra delle miserie umane, riscaldarsi e ardere d’amore per questo nostro Dio, che non desidera altro che accoglierci e perdonarci, per farci sedere insieme alla Sua mensa.

Amate e perdonate da questo infinito Amore, non possiamo tenere solo per noi questa esperienza di vita nuova, ma siamo indotte a condividerla con il mondo intero: con le persone vicine e quelle lontane…

Da questa pienezza del cuore, da questa esperienza di vita per-donata nasce l’apostolato, ossia l’annuncio e la comunicazione alle sorelle e ai fratelli del grande Amore che il Dio di Gesù Cristo ha per ogni creatura, al di là della razza o religione, al di là di ogni cultura o ceto sociale, oltre ogni ricchezza o povertà, oltre ogni bellezza o abiezione, al di là di ogni merito o demerito…

Questo annuncio, questa comunicazione, questa buona Notizia ognuna, poi, la comunica con modi e stili differenti, secondo le proprie doti di natura e di grazia, secondo la profondità della propria esperienza di fede e secondo la propria vocazione…

Fare esperienza profonda di essere amate da Dio è un evento che rivoluziona l’esistenza, perché se davvero abbiamo incontrato Cristo nella nostra vita, non possiamo più essere la stessa persona di prima: l’incontro con Cristo non può lasciarci indifferenti…

Comunicare l’amore di Dio al mondo vuol dire nient’altro, allora, che condividere con le sorelle e i fratelli, vicini o lontani, l’esperienza d’amore che noi, in prima persona, abbiamo fatto e stiamo facendo. Il bene è diffusivo per sua natura e, anche volendolo, se si ha il cuore colmo di gioia, non si riesce a nascondere agli altri questo gaudio…

 

L’amore, lo sappiamo, non è facile, richiede abnegazione, dono totale di sé, rinuncia continua, ricerca del bene e della felicità della persona amata, senza chiedere, né aspettarsi il contraccambio. D’altra parte, noi, persone consacrate, abbiamo rinunciato a tutto per il Signore e per l’avvento del Suo regno: se non amassimo veramente e totalmente il nostro prossimo, che cosa saremmo mai? Persone sterili, chiuse in se stesse, egocentriche, zitelle dal cuore acido!... Saremmo delle persone fallite… che Dio ci liberi da questo pericolo e da questa sterilità!

Noi, invece, vogliamo amare come Lui ci ha amato, fino a dare se stesso per noi morendo su una croce! Noi vogliamo amare le persone che ci stanno accanto, anche se sono molto diverse da noi, anche se difficili, anche se non ci amano e anche se, a volte, ci sembra proprio di non avere nulla in comune con loro… Noi vogliamo amare non a parole ma con la vita, senza aspettarci contropartite, riconoscimenti, senza essere considerate persone “buone”. Noi vogliamo fare il bene delle persone che ci stanno accanto o che incontriamo sulla nostra strada: in queste persone siamo chiamate a vedere il nostro Dio… Questa è la nostra vocazione e per realizzarla ce la metteremo proprio tutta, chiedendo la grazia del Signore, l’aiuto della Vergine Maria e quella di tutti i santi. Siamo convinte che solo amando così, come ci ha insegnato il nostro Maestro Gesù, ci realizzeremo come persone e come figlie e figli dello stesso Padre celeste.

La certezza di essere destinate a vivere nell’amore di Dio e a sedere a mensa nel Suo regno, nonostante quello che siamo, oltre ogni limite e malattia e al di là della morte stessa, ci trasforma in creature nuove, ci toglie ogni angoscia e paura circa il nostro destino futuro e ci proietta in una dimensione nuova, che ci abilita a vivere come Gesù… Aver incontrato realmente Cristo nella nostra vita deve dilatarci il cuore, facendoci respirare a pieni polmoni. Se abbiamo fatto l’esperienza di essere amate, perdonate e accolte da Dio, ognuna/o può dire a se stessa, in sincerità, “io sono una persona che vale, una persona amabile, una persona preziosa per il mio Dio, che per me si è incarnato, ha sofferto passione e morte in croce ed è risorto per testimoniarmi il Suo immenso amore”…

Di conseguenza, il minimo che possiamo fare per ricambiare, almeno in parte, questo amore immenso di cui siamo fatte oggetto, è tentare di fare altrettanto con il nostro prossimo: perdonate, siamo chiamate a perdonare, amate, amiamo, accolte, accogliamo, sostenute, sosteniamo, salvate, salviamo…

Siamo pienamente convinte di questa grande realtà? Ne siamo convinte non solo a livello intellettuale, ma anche a livello emozionale e affettivo? E come mai i nostri rapporti interpersonali e comunitari sono sempre così difficili?

Se si realizza questa rivoluzione d’amore nel nostro modo di pensare, di agire e di amare, saremo veri/e testimoni e discepoli/e del Maestro divino, che è la Via, la Verità e la Vita nostra.

Solo se diventeremo persone salvate già ora, anche se non ancora in pienezza, la Parola del Signore, come la neve e la pioggia che cadono giù dal cielo… porterà i suoi frutti nella nostra vita e nel nostro ambiente e solo così dimostreremo con i fatti, e non solo a parole, di avere passione per Dio e passione per l’umanità.

E se verranno dei momenti bui, se ci accadrà di dover abbracciare la croce, se in qualche momento ci sembrerà di battere il vento e saremo tentate di sederci lungo la via per piangerci addosso e per lamentarci, ricordiamoci che sebbene siamo state riscattate a caro prezzo dal nostro Signore e Dio, tuttavia la natura umana è rimasta ferita e umiliata e quindi è ancora debole e fragile… L’importante è che dopo ogni caduta troviamo la forza di rialzarci per ricominciare nuovamente a seguire il Maestro, che ha detto: «Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero» (Mt 11, 28-30).

Solo il Signore, infatti, potrà rincuorarci e darci la grazia e la forza di superare gli ostacoli della vita, per ricominciare ogni giorno a seguirlo dove e come vuole, certe del Suo amore e della Sua compagnia. E san Paolo ci ricorda che «se Dio è con noi, chi potrà essere contro di noi?»

Coraggio! Ricominciamo a seguire Gesù e cerchiamo di vivere e testimoniare con la vita che gli apparteniamo anima e corpo, adesso e per l’eternità.

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