n. 7/8
luglio/agosto 2011

 

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La fraternità come scuola di misericordia
 

di MARIAMARCELLINA PEDICO

 

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La norma ultima della vita religiosa è la sequela di Cristo come viene insegnata dall’Evangelo», per questo essa «deve essere considerata da tutti gli Istituti come la regola suprema». Queste parole, tratte dal n. 2 del Decreto conciliare Perfectae caritatis, sono state consegnate dai Padri del Vaticano II a tutti i consacrati nel lontano 1965. Esse sono diventate nel tempo esperienza viva, in particolare, nelle ultime due Assemblee dell’USMI (2009 e 2010), dedicate rispettivamente alla Profezia in ascolto della Parola e all’umanizzazione della vita consacrata in Cristo. Nell’Assemblea di quest’anno si è sperimentato il terzo passaggio che completa il cammino. Infatti, il tema della vita comunitaria e le sue sfide rappresentano più che un recupero, un investimento. È stato unanime il riconoscimento positivo delle giornate vissute all’Urbaniana (Roma, 27-29 aprile 2011). Lo conferma la pubblicazione degli Atti.

Con viva soddisfazione e gioia nel Signore, la rivista Consacrazione e Servizio si fa portavoce della ricca e arricchente esperienza di quei giorni. Qui s’intende solo enunciare quei segnali interessanti colti dalle relazioni, il cui filo rosso si dipana nell’individuare percorsi di vita fraterna per dire che è possibile essere «persone nuove in Cristo». Battesimo, celebrazione eucaristica, comunione, interculturalità, sogno comunitario sono tratti essenziali e fondamentali per la vita religiosa. Al riguardo, l’invito è a lasciarsi attrarre e coinvolgere in una lettura meditata dei contributi sapienziali di M. Rupnik, A. Brambilla, A. Potente. Anche l’Ultima Cena, riprodotta in copertina e commentata da fra’ Paolo Orlandini, vuole orientare verso un basilare percorso: la dimensione eucaristica della vita comunitaria. La nostra verità è eucaristica. Nell’Eucaristia siamo una sola cosa in Cristo; l’Eucaristia è fondamento della vita ecclesiale: «Dove c’è l’Eucaristia c’è la Chiesa», ci ricordano i Padri.

Dobbiamo ammettere che le giornate dell’Assemblea devono molto della loro innegabile riuscita al fatto che le Superiore Generali hanno saputo mettersi in ascolto umile e rispettoso della lectio divina che suor Grazia Papola ha proposto all’inizio di ogni giornata. Nei tre episodi biblici scelti: la lotta di Giacobbe nella notte (Gen 32,23-33), la storia di Giuseppe e i suoi fratelli (Gen 37,2-36), la comunità di Corinto (1Cor 12; 13; 14), il tema della fraternità ha un ruolo primario. Ogni partecipante, aiutata ad intraprendere un percorso interiore, si è resa più consapevole che il vivere da fratelli e sorelle è un dono di Dio, un cammino di conversione da percorrere, una scuola di misericordia da sperimentare.

Nell’attuale contesto sociale e religioso non è sempre chiara l’esperienza di «fraternità», dal momento che nelle famiglie nascono figli unici e in molte di esse è di fatto venuta meno la relazione fraterna intesa come momento di crescita insieme. La società si sente meno “fraterna” e di conseguenza più sola, e questo spinge molti a ricercare all’interno delle varie situazioni comunitarie momenti di condivisione, di incontro, di dialogo, di fraternità. Quanto mai opportuno allora che le famiglie religiose si lascino educare alla vita fraterna dalla Parola di Dio e se ne facciano promotrici.

La Bibbia ci presenta delle storie di fraternità tutt’altro che pacifiche, ci ha ricordato suor Grazia. Basti pensare alla storia di Caino e Abele, di Giacobbe ed Esaù, di Giuseppe e dei suoi dieci fratelli, ma anche alla vicenda di Mosè,Aronne e Maria e di tanti altri. La legge di natura vuole che i fratelli siano separati, staccati, onde evitare il peggio e contenere le conseguenze del dissidio che si scatena a motivo delle lotte per l’eredità, il diritto di primogenitura,le invidie e le gelosie. La radicale novità portata da Gesù vuole che fratelli e sorelle intraprendano l’itinerario della giustizia, del perdono, della riconciliazione.

Dentro le regole comunitarie di Matteo 18, la principale è la misericordia. La fraternità infatti si scopre nei luoghi dove abita la misericordia. Non rimane che augurare ad ogni lettrice e lettore: «buona lettura!» e «buone vacanze!».

Maria Marcellina Pedico
Serve di Maria Riparatrici
Via Monte Velino, 30 - 00141 ROMA
m.pedico@smr.it