n. 7/8
luglio/agosto 2012

 

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Chiamati per evangelizzare
Verso il Sinodo


di MARIAMARCELLINA PEDICO

 

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Che cosa impedisce oggi la trasmissione della fede? Forse la tiepidezza di tanti credenti, gli scandali all’interno della Chiesa cattolica, la burocrazia delle strutture ecclesiastiche, oppure tutte insieme tali cause?

Questi interrogativi se li pone anche l’ Instrumentum laboris della XIII Assemblea Generale del Sinodo dei vescovi che si svolgerà dal 7 al 28 ottobre sul tema:«La Nuova Evangelizzazione per la trasmissione della Fede Cristiana». Trasmettere la fede è la grande sfida che la Chiesa approfondirà al Sinodo nel contesto della nuova evangelizzazione. Già il Sinodo del 1974 aveva trattato un argomento simile

su: «L’evangelizzazione nel mondo contemporaneo». Al di là della coincidenza tematica si può notare la continuità della sollecitudine della Chiesa nell’annunciare il Vangelo che è sempre lo stesso ieri, oggi e sempre. Frutto di quella Assemblea è stata l’esortazione apostolica Evangelii nuntiandi, ancora oggi testo ispirativo. Benedetto XVI ha saputo felicemente intrecciare il Sinodo con l’Anno della fede, e nello stesso evento la commemorazione del 50° dell’inizio del Concilio Ecumenico Vaticano II e il 20° dalla pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica.

L’ Instrumentum laboris è il testo-base su cui lavoreranno i vescovi del mondo; si compone di un’introduzione, quattro capitoli e una conclusione, e complessivamente è di 169 paragrafi. Esso offre scenari suggestivi di possibile futuro sviluppo e di interessante premessa al dialogo, sicuramente fecondo, per misurarsi con trasformazioni sociali e culturali che stanno cambiando l’uomo, la sua percezione del mondo e perfino della sua fede. La Chiesa non si stanca di confrontarsi con l’uomo di oggi, si rimette in discussione circa il metodo dell’annuncio, la necessità di ripartire dal destinatario del Vangelo, l’uomo nella sua concreta esistenza, collocato nella sua storia, nel suo linguaggio, nella sua modalità di essere. La Chiesa sente il dovere di scrutare nuove vie di comunicazione, in consonanza con il quotidiano della gente. Se esiste un distacco dalla Parola, e per questo una crisi di ascolto e di vita, un’anemia di fede, non può essere solo responsabilità del mondo.

La fede è il risultato di un’esperienza capace di aprire l’agire umano, la conoscenza, il pensiero verso orizzonti imprevedibili, che trascendono la realtà e la superano senza schiacciarla, costringerla, offenderla. È luce per interpretare la vita con uno sguardo nuovo, è sintonia con Dio avvertito come Padre e non come minaccia, è scambio fatto di dialogo franco e aperto, è accoglienza del Maestro di Galilea che non ha avuto paura di immergersi nella storia umana. Una fede lontana dal tempo, senza il dialogo con la cultura del proprio tempo, è muta, non serve.

C’è anche un paragrafo dedicato alla vita consacrata, il n. 114. In esso leggiamo: «Si riconosce l’importanza, ai fini della trasmissione della fede e dell’annuncio del Vangelo, dei grandi ordini religiosi e delle tante forme di vita consacrata, in particolare degli ordini mendicanti, degli istituti apostolici e degli istituti secolari, con il loro carisma profetico ed evangelizzatore anche in momenti di difficoltà e di revisione del loro stile di vita. Questa loro presenza, anche nascosta, è vista tuttavia in un’ottica di fede come fonte di molti frutti spirituali a vantaggio del mandato missionario che la Chiesa è chiamata a vivere anche nel presente». C’è pure un bel richiamo alla preziosità della vita contemplativa e monastica. Si auspica infine che «la vita consacrata dia un apporto essenziale alla nuova evangelizzazione, in particolare nel campo dell’educazione, della sanità, della cura pastorale, soprattutto verso i poveri e le persone più bisognose di aiuto spirituale e materiale».

Amiche lettrici e cari lettori la nostra rivista si fa portavoce dell’arricchente esperienza della 59a Assemblea Nazionale delle Superiori Generali, pubblicandone le conferenze. Il periodo estivo è propizio per una lettura attenta e riflessiva di questi testi. Non rimane che augurare ad ogni lettrice e lettore: «buona lettura!» e «buone vacanze!».

Maria Marcellina Pedico
Serve di Maria Riparatrici
Via Monte Velino, 30 - 00141 ROMA
m.pedico@smr.it