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n.6
novembre/dicembre 2014

 

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L'Umanesimo delle Beatitudini

 
di
GIUSEPPINA ALBERGHINA

 

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L'umanità trasparente di papa Francesco

Quando Papa Francesco parla dei poveri, degli ultimi, delle periferie, quando ricorda la misericordia, avvertiamo l'autenticità della sua vita che rende credibili i suoi appelli, e ci sentiamo chiamati a far parte di quelle categorie di veri discepoli di Gesù, per essere, come religiosi, quello che la nostra vocazione richiede. Tuttavia, concretamente, facciamo fatica a riconoscerci tali e trasformiamo quell'invito in parole molto spirituali, ma non in vita vissuta. La genialità di papa Francesco consiste proprio nel rendere attuale e concreta la novità del Vangelo e di tradurla in continui gesti, chiari e provocatori, che rendono attraente la vita cristiana per la moltitudine che l'ascolta.

La sua persona emana un fascino di mitezza e di semplicità così umana e così evangelica, che interpella e talvolta scomoda, proprio come accadeva a Gesù durante la sua predicazione. In Francesco, quello di Assisi e quello di oggi, c'è il fascino delle beatitudini che Gesù ha proclamato come sintesi della sua vita e della sua missione. Gesù è l'uomo nuovo, il nuovo Adamo, il Figlio che il Padre ha inviato per redimere il vecchio Adamo smarrito nella sua autoreferenzialità. È la novità di Dio sempre attuale.

Se uno è in Cristo è una creatura nuova

"Se uno è in Cristo è una creatura nuova, le cose di prima sono passate, ne sono nate di nuove" (2Cor 15, 17) scrive l'apostolo Paolo ai Corinzi, egli che ha sperimentato la radicale novità della sua vita, dopo aver incontrato Cristo sulla via di Damasco ed essere stato battezzato nella sua morte e risurrezione da Anania.

"In realtà solamente nel mistero del Verb Incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo" (GS 22). L'umanesimo nuovo è stato realizzato nell'Incarnazione di Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo, in cui si è resa visibile la divinoumanità, la sola che può manifestare l'uomo nuovo, creato ad immagine del suo Creatore. Infatti non è possibile affermare la pienezza dell'umanità separata da Cristo, che l'ha divinizzata. "In Cristo" anche noi possiamo essere pienamente umani, proprio perché partecipi della sua divinoumanità. L'uomo nuovo viene partorito dal fonte battesimale, che è il grembo fecondo della Chiesa, il Corpo di Cristo.

La sfida pastorale consiste nel rendere visibile il mistero della divinizzazione dell'uomo, avvenuta nel Battesimo: una persona nuova in Cristo, proprio perché, in Cristo, vive lo spirito delle Beatitudini evangeliche.

Le beatitudini: manifesto dell'umanesimo cristiano

È Cristo il povero che si affida alla cura del Padre, che lavora con le sue mani, che non manca di nulla e arricchisce molti con la sua povertà. È lui che consola perché conosce l'amaro sapore delle lacrime, è lui il mite ed umile che ha accolto in sé il cuore ferito di ogni creatura umana. E' Gesù l'affamato e assetato di giustizia, il misericordioso e fedele, che cerca i peccatori e mangia con loro. La purezza del suo cuore è così trasparente da lasciar intravvedere il cuore del Padre, tenero per tutti i suoi figli. Egli è la nostra pace, egli ha riconciliato in sé quanto era stato separato dal peccato: il cielo e la terra, le cose visibili e quelle invisibili, l'uomo e Dio, l'uomo e il suo fratello. In Cristo tutto è ricondotto all'unità, non ci sono più dicotomie e contraddizioni, Egli ci ha donato il suo Spirito che rende la differenza conviviale, ricchezza della comunione.

È Cristo che è perseguitato perché si oppone alle azioni malvagie e con la sua vita ci richiama alla giustizia e alla verità (Cf Sap2, 12 ss). E mentre viene insultato e condannato ingiustamente, perdona e benedice. Questo è il nuovo umanesimo, questa è la vita nuova scaturita dal Battesimo.

I consacrati: pellegrini delle beatitudini

Nella Chiesa c'è una speciale vocazione cristiana che è chiamata a rendere visibile il mistero che si è compiuto nel Battesimo: sono quelli che si appassionano talmente alla vita in Cristo ricevuta nel Battesimo, che rispondono alla chiamata di seguirlo più da vicino e quotidianamente tentano di lasciarsi condurre sulle vie dell'umanizzazione, dallo Spirito santo, artefice della vita nuova.

Sono i religiosi, i pellegrini delle beatitudini, cioè la schiera di innumerevoli uomini e donne che stanno sulle frontiere della storia, nelle periferie esistenziali e sociali e che, dal cuore stesso della Chiesa, si muovono liberamente verso i suoi confini e oltre i suoi confini. Essi tessono relazioni di comunione con tutti, si chinano sull'uomo ferito e, nuovi samaritani, si fanno carico del cammino verso la dignità inviolabile di ciascuno.

La loro vita è una antropologia teologica in atto, umile e feriale, che manifesta la bellezza e la libertà dell'appartenenza a Cristo, dell'essere in Lui persone nuove. Non è un caso che papa Francesco sia un religioso, che vive in modo trasparente la novità cristiana ed ha assunto il nome del Poverello di Assisi, che ha affascinato e continua ad affascinare il mondo, oltre gli stessi confini della Chiesa.

Quando papa Francesco si rivolge a noi, religiosi e religiose, fa appello proprio a quella forza profetica delle beatitudini, per svegliare il mondo dalla sua sonnolenta indifferenza o dalla tentazione di voler affermare una umanità sfigurata e violenta che vuole omologare tutti a senso unico, camminando verso l'auto  distruzione. Egli ci invita a divenire sempre più poveri e liberi, per poter amare veramente e presentarci al mondo con la forza della mitezza e della pace.

Alcune icone di umanità nuova

Beati i poveri

P. Aldo Marchesini, medico dehoniano, che vive la vocazione alla vita religiosa e quella per la medicina, due passioni per Cristo e per l'umanità che vanno di pari passo. P. Aldo Marchesini, è stato insignito del prestigioso World population award del Fondo ONU per la popolazione. Medico e missionario, vive e lavora in Africa da oltre quarant'anni: "Vivere con i più poveri è una esperienza straordinaria, perché a poco a poco si comprende quello che dice Gesù: i sapienti e gli intelligenti non riescono a capire i segreti del mondo, che sono invece aperti e palesi per i piccoli e i poveri".

Beati i misericordiosi

Sei suore delle Poverelle, morte con il virus Ebola, l'epidemia esplosa nel 1995, e che si ripresenta oggi ancora più letale e diffusa. Suor Floralba Rondi, suor Clarangela Ghilardi, suor DanielangelaSorti, suor Dinarosa Belleri, suor Annaelvira Ossoli e suor Vitarosa Zorza hanno donato la loro vita per servire i malati nello Zaire, attuale Congo, in una cittadina della Regione del Bandundu. Sei religiose missionarie che hanno scelto di rimanere con la loro gente per condividere la loro sorte, in vita e in morte. In esse la misericordia del Padre si è fatta visibile e concreta, al punto che come Cristo che le aveva chiamate hanno amato di un "amore esagerato" e lo hanno seguito sino in fondo.

Beati i puri di cuore

Suor Maria Laura Mainetti, Figlia della Croce, la sera del 6 giugno 2000, mentre si accingeva a prestare l'aiuto richiesto da tre ragazze, viene uccisa dalle stesse a Chiavenna. Muore perdonando e pregando per le giovani, con un cuore puro, purificato dalla gratuità dell'amore per Cristo, vissuto nella semplicità della vita quotidiana. Poco prima di essere uccisa aveva scritto a una consorella:"...ti auguro di cercare e trovare Gesù tra i tuoi poveri e nella quotidianità. Sarai felice davvero!".

Beati i miti

Suor Leonella Sgorbati, missionaria della Consolata, uccisa in Somalia il 17 settembre 2006 "Questa suora, che da molti anni serviva i poveri e i piccoli in Somalia, è morta pronunciando la parola 'perdono': ecco la più autentica testimonianza cristiana, segno pacifico di contraddizione che dimostra la vittoria dell'amore sull'odio e sul male" (Benedetto XVI all'Angelus del 24 settembre 2006).

Beati gli operatori di pace

P. Paolo Dall'Oglio, gesuita, scomparso il 27 luglio del 2013, è noto per aver rifondato, in Siria, negli anni ottanta, la comunità monastica cattolico-siriaca di Mar Musa, erede di una tradizione cenobitica ed eremitica risalente al VI secolo. Ha impegnato gran parte della sua vita nel dialogo con le altre fedi, e in particolare con l'Islam. E' stato rapito e come risucchiato dall'inferno siriano, nella guerra civile che da più di tre anni semina morte e distruzione nel paese mediorientale. Un seme di pace in un desolato deserto di conflitti e di morte, un seme destinato a portare molto frutto.

In Cristo Gesù il nuovo umanesimo

I Vescovi italiani scegliendo come tema del prossimo convegno ecclesiale "In Cristo Gesù il nuovo umanesimo", sono stati guidati dallo Spirito nella precisa volontà di rispondere ai suoi pressanti appelli e di non rimanere molto dissimili dall'umanesimo profetico dell'attuale Vescovo di Roma. La Chiesa è il popolo delle beatitudini, il popolo umile e semplice, sensibile alla voce di Dio che parla nel cuore, ma è sempre bisognosa di purificazione e di riforma al suo interno, per togliere da sé tutto quanto blocca la sua libertà e sporca la bellezza della sua testimonianza.

Sulla scia di tanti cristiani e tra essi anche tanti religiosi e religiose, vogliamo anche noi uscire dalla mentalità dell'uomo vecchio per incamminarci decisamente nella via delle beatitudini evangeliche.

 

Giuseppina Alberghina, sjbp

Formatrice

Via A. Traversari, 58 - 00152 Roma

 

 

 

 

 
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