ANNUNCIARE CRISTO NELLA
CULTURA DELLA COMUNICAZIONE

        
nelle parole di Sr. Antonieta Bruscato


Rita Salerno (a cura di)


 

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English version

Sr. Antonieta BruscatoSuor Maria Antonieta Bruscato è stata rieletta superiora generale delle Figlie di San Paolo, per un  secondo mandato, a conclusione del nono capitolo generale che si è svolto lo scorso mese di settembre a pochi chilometri da Roma. Nata nel sud del Brasile nel 1938, ha conseguito la licenza in filosofia, teologia, spiritualità e gode di una ricca esperienza di vita paolina acquisita nelle comunità del Brasile, Italia e Colombia. In passato ha avuto responsabilità a livello di direzione apostolica, di formazione e di governo. E’ stata superiora provinciale nella circoscrizione del Brasile: durante il suo servizio ha dato impulso alla vita spirituale e promosso varie iniziative apostoliche. E’ stata consigliera generale di apostolato, coordinatrice dell’anno del carisma e direttrice del SAL (Segretariato interamericano di apostolato…). Le abbiamo rivolto alcune domande sui temi dibattuti nel corso dei lavori del nono capitolo generale incentrato su “Scelte e amate in Cristo Gesù comunichiamo la Parola a tutti”. Il tema interessa tutta la vita consacrata, perché tutti e tutte immesse in un mondo in continuo cambiamento.

Superare nuove soglie culturali, non perdere l'ideale missionario, confrontarsi con le sfide del presente: quali tra questi temi dibattuti nel corso dei lavori del nono capitolo generale ritiene più urgenti in Italia ed in particolare nel Vecchio Continente?

“Le Paoline sono presenti in 11 Paesi europei, in realtà molto diversi dal punto di vista storico e culturale, ma accomunati dagli stessi grandi problemi che toccano la vita sociale e la famiglia: il consumismo, la secolarizzazione diffusa, la perdita del senso morale, una specie di neo-paganesimo che sottilmente penetra ovunque. Le Paoline in Europa sono quasi 1000, impegnate in attività editoriali librarie e audiovisive, con circa 70 centri di diffusione. Nei Paesi di tradizione cattolica (come Italia, Spagna, Portogallo, Francia) l’impegno primario è volto a rafforzare la fede, a illuminare i cristiani di fronte al permissivismo, all’edonismo; di fronte alle proposte invadenti di valori. Nei Paesi dove si convive con altre confessioni religiose (come in Germania, Svizzera, Gran Bretagna), le Paoline operano in dialogo e collaborazione ecumenica, per promuovere tutto il patrimonio della comune radice cristiana. Mentre nei Paesi dell’ex blocco sovietico, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, cercano di ricostruire le coscienze, di riportare in luce la fede e l’etica cristiana, che anni di ateismo hanno offuscato. Ben oltre il benessere materiale di cui gode, il Vecchio continente deve confrontarsi e lasciarsi scuotere dal messaggio liberante del Vangelo. Deve anche imparare a convivere, nella pace, con popolazioni di altre culture e religioni, trasferite in Europa da una immigrazione massiccia”.

La vostra è la Congregazione religiosa che si dedica all'evangelizzazione nella cultura dei media. Con quali modalità si può oggi avvicinare attraverso i mezzi di comunicazione di massa i poveri e le famiglie extracomunitarie anche quelle che vivono in Italia, che si dibattono tra mille difficoltà?

Come tutta la Chiesa, anche le Paoline sentono il problema delle famiglie immigrate, dei rom, dei clandestini che cercano un rifugio e un lavoro. In Italia siamo impegnate ad educare all’accoglienza e alla tolleranza i nostri ragazzi, giovani e adulti, con opportune pubblicazioni. Nello stesso tempo, collaboriamo con le strutture pastorali della Chiesa, secondo le richieste degli operatori che sono sul campo a contatto diretto con gli extracomunitari, offrendo opuscoli e messaggi, o altri materiali, perché la Parola di Dio illumini e dia speranza a chi si trova a lottare per affrontare con dignità e fiducia il contesto difficile della emigrazione.

Come dare un’anima alla comunicazione, tenendo conto anche dei laici? E quali strade intraprendere per una sinergia efficace?

“L’innovazione tecnologica, all’origine di profonde trasformazioni sociali, sta determinando una nuova visione dell’uomo e della cultura. La nuova cultura segnata dalla comunicazione, interpella fortemente la vocazione e missione paolina. Avanzare verso nuove frontiere è un’attitudine paolina, che dice continuo sguardo in avanti, attenzione al richiamo delle necessità spirituali del mondo e fiducia nelle enormi possibilità della comunicazione odierna di annunciare il Vangelo.

Andare oltre le frontiere dell’Istituto sarà possibile solo con lo slancio della fede, la passione per il Vangelo e integrando nella missione, sull’esempio dell’Apostolo Paolo, molti collaboratori.

La condivisione del carisma con i laici, richiede che le nostre comunità progrediscano in tre direzioni:

a) Passare da “comunità che opera” a “comunità che opera insieme a…”.  La comunità che opera insieme a… ha bisogno di riflettere insieme sugli aspetti della collaborazione con i laici, dialogare sui fatti e sui problemi di tale collaborazione, nell’armonia e nella concordia, disponibili a confrontarsi e collaborare.

b) Passare da “comunità che gestisce opere” a “comunità che coinvolge”, mirando a trasmettere ai collaboratori un afflato spirituale-evangelico, come movente della stessa attività. La comunità deve aggiungere alla “fatica del fare”, la fatica del pensare come coinvolgere altri nel lavoro apostolico. E’ una nuova forma di “laboriosità paolina”, che acquista qui un senso più pieno.

c) Passare da “comunità che fa molte cose”, a “comunità che garantisce l’anima carismatica“ a tutta la gestione delle opere, e quindi l’alta ‘qualità evangelica’ alle iniziative.

Come Paoline, intendiamo dedicare ai laici tempo e formazione: l’evangelizzazione che realizziamo nella Chiesa si arricchirà di collaborazioni, di collegamenti, di scambio di energie e di mezzi.

Durante l'Assemblea internazionale, nella sua relazione ha messo in luce la forte chiamata per le Paoline di oggi a varcare "numerose soglie culturali", ognuna delle quali richiede energia spirituale e immaginazione nuova.  In che modo?

“Per noi Paoline la soglia culturale da varcare è sicuramente la comunicazione, perché siamo chiamate non soltanto a usare i media per diffondere il Vangelo ma a integrare il messaggio salvifico nella nuova cultura che i potenti strumenti della comunicazione creano e amplificano. Come afferma il documento Il rapido sviluppo di Giovanni Paolo II  l’uso delle delle tecnologie della comunicazione contemporanea fa parte integrante della missione della Chiesa nel terzo millennio. Infatti il mondo della comunicazione è il primo areopago del tempo moderno, capace di unificare l’umanità rendendola un villaggio globale. Le Figlie di San Paolo sono convinte che per varcare questa soglia culturale hanno bisogno di attualizzare il carisma paolino, di un “supplemento d’anima” e di una grande energia spirituale; di preparazione accademica e di molta, molta immaginazione”.

Dal prossimo 28 giugno per espressa volontà del Santo Padre prenderà il via l’anno dedicato all’apostolo Paolo. Quali i progetti delle Paoline al riguardo?

“La Famiglia Paolina ha accolto con gioia ed entusiasmo la decisione del Santo Padre di dedicare un anno all’apostolo Paolo. Posso dire che tutte le Paoline sono entusiaste e desiderose di entrare più profondamente nella vita, nello spirito e nel dinamismo dell’Apostolo per conoscere il suo pensiero, assumerne gli insegnamenti e, particolarmente, per lasciarsi prendere pienamente dal suo amore per Cristo. Desideriamo riappropriarci della sua eredità spirituale ed apostolica affinché, particolarmente i giovani conoscano questo gigante della fede e abbiano il desiderio di seguire i suoi passi. Penso che il teatro, i recital, la musica, il canto saranno da preferire per realizzare questo obiettivo. Nei diversi paesi si stanno elaborando dei progetti, insieme con altre istituzioni e con le Chiese locali.

A livello internazionale ci sono molte idee che già stanno diventando progetti. Vi sono già delle proposte meravigliose da far conoscere al grande pubblico, ad es. il film in dvd  Paolo. Da Tarso al mondo, pubblicato dall’Editoriale audiovisivi Paoline di Roma. La produzione in tecnologia digitale, in 7 puntate, tradotta in ormai 15 lingue e corredata da una scheda guida, è un viaggio alla scoperta della vita e del pensiero dell’Apostolo attraverso un percorso sui luoghi della sua infaticabile azione missionaria. E’ un prezioso filmato per conoscere la sua persona, scoprirne la ricchezza spirituale ed essere coinvolti dalla sua passione per l’annuncio del Vangelo”.

La cultura della comunicazione non nasce solo in riferimento alla comunicazione” ha detto don Silvio Sassi nella sua relazione, precisando che tra i fattori che intervengono a modificare il contesto socio-culturale ci sono la secolarizzazione, l’ateismo pratico, la varietà delle religioni, le sette, il fanatismo violento. Quanto a suo avviso incidono e con quali modalità tenerne conto?

“La conoscenza della società e, in particolare la situazione della pratica religiosa, è stata in Don Alberione una componente importante per l’elaborazione del carisma paolino. Egli ha cercato di suscitare in noi una forte sensibilità storica, che si può riassumere in una sua famosa frase: “Come cammina, verso dove cammina questa umanità...”. Non possiamo ignorare che secolarizzazione, ateismo pratico, varietà di religioni, sette, consumismo, relativismo, ecc… stanno modificando valori, tradizioni, comportamenti, portando ad un agnosticismo pratico e a indifferentismo religioso. Ma ritengo che non bisogna dimenticare che nel cuore dell’uomo, creato a immagine di Dio, rimane il desiderio di felicità, di una vita serena, di  immortalità. Occorre saper toccare questi desideri, spesso nascosti sotto altre attese e altre soddisfazioni. Bisogna imparare a parlare agli uomini e alle donne di oggi con i loro linguaggi, presentando con umiltà e fiducia i valori umani e evangelici che danno vita e costruiscono un futuro”.

Quali gli spunti più interessanti emersi nel corso dei lavori del nono Capitolo Generale?

“Possiamo sintetizzare gli spunti più interessanti in alcune linee che desideriamo segnino il cammino della Congregazione delle Figlie di San Paolo nel prossimo sessennio:

- La linea cristologica e biblica, in particolare lo studio e l’assimilazione delle Lettere di san Paolo per vivere nello stile comunicativo dell’Apostolo e ad acquisire un “pensiero paolino”, che ci renderà apostole appassionate.

- La linea apostolica, ripartendo dall’esperienza carismatica che ha ispirato Don Alberione, per espandere il carisma paolino anche oltre le frontiere dell’Istituto, perché altre donne e uomini possano condividere con noi la gioia di far brillare la forza illuminante del Vangelo in ogni situazione dell’esistenza umana.

- La linea relazionale-comunicativa per divenire vere “maestre di comunicazione”. Siamo consapevoli che non è sufficiente la santità individuale: occorre la testimonianza di comunità sante, santificate dal vivere insieme, camminare insieme, operare insieme, ognuna donando all’altra quanto lo Spirito suggerisce.

- La linea formativa e vocazionale per motivare e rimotivare la nostra vita, garantire una formazione apostolico-professionale continua e sistematica, elaborare e/o attuare i progetti di pastorale vocazionale”.

Queste linee emergenti sono tra loro profondamente integrate, unite dall’unico desiderio di crescere come apostole che hanno un unico riferimento, Cristo, l’esclusivo protagonista della nostra vita e della missione”.

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