n. 6 giugno 2001

 

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I supermercati del sapere
di Lucia Gallus
 

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“Io so che quando mi perdo in un bel libro,
faccio qualcosa di migliore, di più saggio, di più valido
di quanto hanno fatto tutti i ministri e tutti i sovrani di questa terra…"
H. Hesse

Biblioteche e trattorie

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Alcuni anni fa, per le vie della capitale, se si incrociavano turisti Svedesi, Norvegesi, Danesi, nordici, tanto per intenderci, capitava di cogliere questa lamentela: “In Italia tante trattorie, poche biblioteche”. Non solo a Roma quindi, ma la denuncia di una carenza di centri culturali relativa a tutto il territorio nazionale. Oggi qualcosa si muove. Intanto, un bel colpo d’occhio la Stazione Termini con quella enorme libreria… e poi le biblioteche, appunto: non di solo pane si vive.

Si comincia a concepire la biblioteca come luogo di studio, di svago, di informazione e aggregazione. E’ questo il leitmotiv che ispira ormai da anni l’attività delle Biblioteche romane, ma questo termine rischia di risultare improprio dal momento che, ormai, non solo di libri si tratta. C’è di tutto. Un patrimonio enorme fatto certo di tanti libri, ma anche di vari altri strumenti messi a disposizione di tutti. Ciononostante, ancora troppi non sanno che esiste tanto ben di Dio e non si servono di questa manna benedetta.

Che dire poi dei giovani ai quali è riservata un’attenzione tutta particolare. Dovrebbero far tesoro di queste possibilità offerte e orientarsi più spesso ai centri culturali. Non solo, ma anche coloro che a qualsiasi titolo, hanno a che fare col mondo giovanile, soprattutto quanti sono incaricati della loro formazione, dovrebbero indirizzarli a questi luoghi della mente: ameni pascoli e praterie del sapere dove c’è pane per i loro denti, pensiero forte per il loro futuro, risposte per le loro domande e misteri affascinanti da investigare con la loro fervida fantasia.

Erasmo da Rotterdam, nel suo libro: La formazione cristiana dell’uomo, mette in guardia chi ostacola o non incoraggia il sapere altrui. A nessuno torna utile privare alcuni della cultura o avere a che fare con subalterni somari che si possono manovrare e manipolare a piacimento. Avere dei servi ignoranti anziché persone libere e pensanti va a scapito della grandezza di chi è loro preposto. Non è grande chi non tutela la dignità altrui e non coltiva la mente dei propri simili.

E allora un appello agli educatori a farsi promotori della cultura che presuppone qualcosa da coltivare: un carattere da forgiare, una personalità da far emergere affinché non prevalga una cultura priva di sostanza, che produce solo erudizione, ma abbia la meglio una cultura ricca di valori, capace di suscitare vita.

E i giovani, scoprirebbero allora che al mondo non ci sono solo i campi di calcio e le discoteche. Con tanto di guadagnato per tutti.

Tutti i media a servizio della parola

C’è tutto un mondo da esplorare nelle Biblioteche, infinite meraviglie da scoprire e in cui trovare diletto. Un patrimonio di valore inestimabile offerto a tutti indistintamente: la cultura è per tutti, come l’aria.

E’ qui che si organizzano convegni e si promuovono iniziative del tipo:”Leggere… perché no?” per stimolare la curiosità, la voglia di conoscere, il piacere della lettura e la capacità di leggere bene, cioè di saper leggere, attività fondamentale per passare da una concezione nozionistica del sapere e della cultura in genere, ai processi di analisi e alle sintesi. A questi risultati si perviene con l’esercizio costante delle proprie capacità critiche, quelle che ci consentono, alla fine, di poter fare serenamente e con maggior cognizione di causa, quei distinguo fondamentali tra valori e non, in definitiva, tra bene e male. Virtù e qualità tanto più necessarie e indispensabili oggi di fronte al bombardamento di segnali e stimoli a cui la società fortemente tecnologizzata ci sottopone senza soluzione di continuità.

Vincenzo Cerami, Oscar con Benigni per la sceneggiatura di La vita è bella, in una rivisitazione di Socrate, pur restando fedele ai Dialoghi di Platone, ci propone questo personaggio in versione modernissima con un linguaggio vivo e attuale che tratteggia una società contemporanea corrotta dal potere dei soldi, ma attraversata da un bisogno estremo di ritrovare un senso e un’identità etica.

Dice Cerami: “Quella società ateniese somiglia brutalmente ai nostri tempi… dove tutti credono di sapere e non sanno nulla… vivono nell’errore e nel conformismo”, incapaci di difendere dei principi per non soffrire: si adeguano perché è più comodo.

Allora Socrate dice a Critone che bisogna dar retta soltanto a coloro che pensano, i soli a non dover giustificare i loro atti. Manca un Socrate, mancano maestri credibili, capaci di smascherare i vuoti rituali, le apparenti certezze e di ricordare a tutti l’urgenza di una morale in tempi in cui prevale l’immagine e conta la sola apparenza.

Viviamo in una società passata troppo velocemente dai valori fondanti di una civiltà contadina, abbandonati in tutta fretta per far posto al consumismo, a una società che rifiuta ogni trascendenza. Pressati da dottrine e fantasie edonistiche, sottratti a spinte culturali forti e motivanti e sottoposti al richiamo del denaro, la ‘cifra’ è oggi l’unico elemento che fa la differenza fra gli uomini.

E qui lasciamo spazio a qualche rimpianto: “La civiltà moderna ha meccanizzato il Logos... Riduce la parola a numero mentre l’uomo antico e primitivo riduceva anche il numero a parola” E’ la constatazione dolente del poeta russo N. Gumilev.

Colui che familiarizza col mondo dei libri, poco per volta, entrerà in un nuovo e migliore rapporto con la realtà tutta. I libri non riducono l’autonomia di chi non ha carattere così come non offrono illusioni e surrogati della vita a chi è incapace di vivere. Essi, quando sono buoni libri, proiettano verso la maturità, portano a nuova consapevolezza. In altri termini, conducono alla vita: “La parola è un condottiero della forza umana” (V. Majakowskij).

Per questo la promozione della lettura, l’invito alla lettura è al centro di tutta l’attività delle Biblioteche, per suscitare il gusto di leggere, elemento fondamentale per sviluppare autonomia di giudizio e apprendere conoscenze.

Oasi per l’intelletto

Una trentina di biblioteche, uno dei più importanti patrimoni, almeno in termini di valori, sparse per la città di Roma, - consentiteci il paragone - sono come altrettanti parchi naturali. Già Cicerone diceva: “Se il tuo giardino è in biblioteca, non ti mancherà nulla.”

Circa 270 addetti al servizio degli utenti. Migliaia di volumi. Spesso frutto di donazioni.

Il collegamento con gli utenti avviene attraverso la pubblicazione di “Biblio news” che ha lo scopo di illustrare la programmazione, attività e iniziative del periodo, mese o bimestre che sia, e portarle a conoscenza di tutti gli interessati.

E poi Opere varie, tanti cd, cd rom, audio e videocassette, giornali - come vedremo - alla portata di tutti. Chiunque potrà ascoltare musica, visionare un documentario, godersi un film, navigare in internet. Ognuno può entrare e liberamente accedere alla consultazione di opere, lettura dei giornali, chiedere in prestito libri, cd, cd-rom. Partecipare alla presentazione di novità editoriali, a iniziative per leggere e raccontare gli scrittori, alla rivisitazione di libri d’Autore.

E partecipare a una serie di attività collaterali quali: Mostre, Cicli di conferenze, Incontri culturali, Convegni, Laboratori per ragazzi, Seminari, Rassegne cinematografiche, l’Estate romana per i ragazzi con le sue numerose e interessanti iniziative. Attività teatrali, letterarie, artistiche in genere.

Aree di maggior interesse

Numerose le tematiche che catturano maggiormente l’attenzione.

I grandi eventi, ad esempio, come quello del Giubileo, intorno al quale si sono svolti una serie di incontri a carattere interreligioso, molto lodevoli. E poi “Le vie sacre di Roma”, una rassegna di eventi artistici che vanno dalla musica alle mostre, dal teatro alla danza per la pace. Iniziative organizzate con la partecipazione e la collaborazione delle comunità religiose presenti a Roma: cattolica, evangelica, islamica, ebraica, induista e buddista.

Attenzione ai diritti umani, agli ultimi, con mostre fotografiche, videoinstallazioni, videobox, filmati, libri e riviste di strada, incontri. Merita un cenno la mostra “One by one”, Uno alla volta. Mostra dedicata alle opere di artisti, figli di sopravvissuti all’Olocausto e di discendenti di appartenenti al Terzo Reich.

Attenzione al disagio sociale con una mostra fotografica di autori che hanno posato il loro sensibile sguardo su questi problemi. Durante la Mostra si sono susseguite varie conferenze tenute da operatori della Caritas e della Comunità di S. Egidio, proiezioni di filmati, ecc.

Don Milani l’aveva capito molto bene. Bisogna saper leggere e scrivere per tutelare i diritti umani. A Barbiana i suoi ragazzi hanno avuto la fortuna di un simile maestro che dettava così le regole dello scrivere senza concedere nulla all’accessorio:

  • bisogna avere qualcosa di importante da dire

  • si devono scrivere solo cose che siano utili a tutti o a molti.

Alta considerazione per tutti i gruppi etnici presenti a Roma per i quali si è creato un nuovo sito internet. “Romamultietnica”. Sito multiculturale delle Biblioteche di Roma in grado di offrire links significativi sull’intercultura in tutto il mondo relativamente a: attività imprenditoriali, spirituali, artistiche e culturali degli immigrati. Alla loro letteratura, alla musica, al cinema e alla pittura dei paesi extraeuropei, mettendo l’accento sulle opere dei loro artisti: pittori, scrittori, musicisti e registi residenti a Roma. Particolare rilevanza si dà alla loro spiritualità, alla cooperazione e sviluppo, al rapporto Nord-Sud del mondo, al problema delle adozioni a distanza e in genere a ogni forma di solidarietà.

Altra tematica molto presente è l’ecologia con itinerari ecologici e una guida, tra l’altro, per “seguire, attraverso la scrittura, i numerosi mutamenti nell’immaginario e del linguaggio tradizionale della natura”. Ma soprattutto per offrire un orientamento critico nella fitta foresta di libri a contenuti naturalistici e ambientali poco noti.

Attività e iniziative varie si promuovono anche a favore degli anziani i quali, se impossibiliti a recarsi nelle varie biblioteche, possono delegare una persona di loro fiducia e avere in prestito libri e altro.

Buon’ultima, ma sempre al primo posto, l’attenzione particolare dedicata ai giovanissimi, riservando loro gli spazi più significativi. Qui gli utenti più giovani possono scegliere fra lettura di libri e giornalini, consultazione di enciclopedie e dizionari, giochi da tavolo, cicli di lettura ad alta voce, visite guidate riservate per musei, esposizioni o altro e, naturalmente, l’utilizzo delle nuove tecnologie che li attraggono in modo particolare: postazioni multimediali per visionare cd-rom e film, navigare in internet e usare la posta elettronica. Un interessante spettacolo vederli, vederne tanti, intenti al loro lavoro, in rispettoso reciproco silenzio.

Tutto per loro il sito: http://www.informagiovani.it

Attività estive. Libri e media diversi alla portata di tutti. Le Biblioteche escono dai loro ambienti naturali e traslocano nelle piazze, parchi, giardini, ville, andando incontro alla gente, soprattutto ai ragazzi e ai giovani. Con incontri letterari su autori, improvvisazioni teatrali, letture e iniziative particolari nei giardini e nelle ville come “Giochi e mondi da scoprire”.

Biblioteche come una specie di cittadella multimediale nel parco della Farnesina, racchiusa in un gazebo dotato di monitor e computer a disposizione del pubblico, specie dei più giovani e dei ragazzi.

Con i Bibliobus nelle zone verdi, nei parchi, là dove si svolge un avvenimento con grosso assembramento di persone come all’ippodromo delle Capannelle. Sono questi delle autentiche Biblioteche itineranti per raggiungere l’utenza, che di solito non frequenta i luoghi a ciò deputati le biblioteche con libri cd, cd rom e postazioni informatiche. I punti sosta, perciò, sono generalmente nelle grandi periferie, più difficili da raggiungere nei modi consueti.

Collaborazioni interessanti e fruttuose si instaurano con gli Istituti di pena e con le Scuole della capitale, per le quali c’è anche una particolare Bibliocard-scuola.

Si istituiscono le biblioteche di Istituto. Ed è in programma la realizzazione di un progetto di rete telematica condivisa per la gestione dei cataloghi che ogni struttura vorrà autonomamente adottare.

Varie iniziative culturali di promozione della lettura hanno coinvolto o visto la partecipazione di 51.000 utenti.

Significative le consultazioni multimediali e le navigazione in internet con 90 postazioni disponibili offerte al pubblico.

Fra i più consultati i libri d’arte - le opere generali - i libri di storia e geografia.

Circa i prestiti, prevale la letteratura: romanzi e racconti.

Colpisce l’aumento vistoso delle opere date in prestito o consultate negli ultimi tempi rispetto a quelli registrati in precedenza:

  • Libri e audiovisivi            350.000   +   22%

  • Documenti consultati      243.000   +   50%.

Nel settore dei Cd e Cd rom, prevale la musica; mentre il cinema la fa da padrone nel settore delle videocassette.

La Multimedialità ha trovato ampio dispiegamento soprattutto con l’internet.

Si impara ad amare i Media, a usarli per veicolare parole di verità, nel tentativo di smentite le preoccupate analisi della giornalista Paola Biocca, deceduta in un incidente aereo durante una missione umanitaria: “Spesso ciò che i media adorano non è la verità, bensì la violazione della verità”.

Una Biblio-mappa, molto pratica da consultare, descrive ampiamente la rete di questi Centri culturali, riporta le denominazioni di tutte le Biblioteche con relativo indirizzo, la specializzazione e l’elenco di tutti i servizi che ognuna offre: Multimediale - Emeroteca – Videoteca – Audio - Postazioni multimediali – Mediateca - Laboratorio linguistico

Per tutto questo e altro è sufficiente, attraverso una semplice iscrizione, procurasi la Bibliocard, una carta magnetica valida per due anni che consente l’accesso in tutte le biblioteche del circuito. Offre sconti e convenzioni in alcune librerie, cinema, teatri e l’invito a eventi speciali.

Per saperne di più c’è sempre:
http://www.comune.roma.it/cultura/biblioteche

Cultura e trascendenza

In tempi di culturismo, in cui è importante esibire i muscoli e pensare alla cura del corpo più che della mente, non fa meraviglia che si legga poco e male privilegiando letture di scarsa o di nessuna consistenza, e che si consideri il libro solo come un antipatico testo scolastico o, comunque, qualcosa che poco o nulla ha a che fare con l’esistenza quotidiana. La cultura, quella vera, giova ricordarlo, eleva ogni dimensione della vita. La parola scritta è il canale di accesso all’ascolto e alla comprensione della voce umana. Leggere, talvolta può significare stare in ascolto della voce di Dio – ne fa fede quel: “Prendi e leggi” rivolto ad Agostino -; e non leggere può coincidere col non sentire più questa voce e magari ritenere che Dio sia diventato muto in una Europa, per non valicare gli oceani, in cui il grande patrimonio della sua vastissima e molteplice cultura non deve più restare inutilizzato nei contenitori, o ‘conservato nel liquido dei media’.

Un poeta e narratore francese, Christian Bobin, afferma che con un linguaggio puro, il più onesto, il più semplice possibile, si può permettere a qualcosa che è veicolato dalla lingua, ma che proviene da ben più lontano e affonda le radici nelle profondità più recondite, di continuare a volare, a circolare. La scrittura ha a che fare con la gratuità, ma anche col vento, è qualcosa che disturba e rinfresca, qualcosa che passa inesorabilmente senza soste e non chiede se non di passare. Mentre la tecnica è sempre al servizio di una potenza o di un istinto di potere, la scrittura è al servizio dell’uomo e chi scrive non lo fa o non deve farlo per rendere grande se stesso, ma deve scomparire perché il mondo di sentimenti, di gioia e di bellezza che promanano da uno scritto lo si percepisce e avvicina solo nella misura in cui l’autore si fa da parte. La scrittura ha senso in questo scomparire perché è da qui che emerge la verità, la realtà più alta e sublime che dobbiamo privilegiare a tutti i costi, anche quando è contro di noi, perché ogni volta che la verità, sia pure in atomi e solo per pochi istanti, si fa presente tramite una parola o uno scritto, allora appare la bellezza e si sfiora il divino.

Ma torniamo alle nostre biblioteche che devono vedersela con le trattorie e facciamo in modo che esse lascino cadere generosamente le parole, le parole scritte così che tanti, e i giovani in prima linea, leggano e leggano bene perché con la ‘scrittura buona’ si possa alfine schiodare quel Qualcuno che “sulla carta è crocifisso coi chiodi delle parole” (Majakovskij).

Biblioteche e librerie

Il confronto è d’obbligo. Le biblioteche da sole non potranno mai competere alla pari con le trattorie. Nessuno pensa a raggiungerle e tanto meno a un sorpasso. Ma in tempi di coalizioni non sarebbe fuori luogo una coalizione biblioteche-librerie per tener testa alle rivendite di altri alimenti. Allora non chiudere, ma spalancare le librerie. Libreria e biblioteca non si contrappongono, non sono antitetiche, ma si integrano e finiscono col richiamarsi. Una può apprendere dall’altra il modo migliore di invitare alla lettura, di porgere un libro. Non c’è concorrenza ma complementarietà. Si auspica una complicità, un coalizzarsi.

Chi ama frequentare la biblioteca finirà per frequentare le librerie, ma queste non potranno essere molto diverse dalle biblioteche, che ne diventano il modello. Dovranno disporre di tutti gli strumenti che permettono la comunicazione della conoscenza, dovranno offrire una molteplicità di servizi oggi indispensabili a richiamare i lettori e gli utenti in genere. Devono essere come dei supermercati del sapere in cui si trova di tutto. Naturalmente, gestite con la modalità proprie delle librerie, che sono altro rispetto alle biblioteche. Dovranno curare la sostanza e la funzionalità più che i particolari non determinanti. Non rifiniture e ricercatezze, ma servizio essenziale e utile. Biblioteche e librerie popolari, aperte a tutti, dove ciascuno si senta di casa.

Non occorrono sale sontuose, basta anche uno spazio minimo, un piccolo stanzino, a volte un corridoio. Non quell’aria un po’ snob, volutamente aristocratica di certe librerie che allontanano più che essere di richiamo. Certo, le librerie di oggi e ancor più quelle di domani non potranno altro che ricalcare questo modello. Ma perché non oggi? Ormai i nuovi strumenti sono qui a dirci che le librerie dovranno battere queste strade.

Attualmente il rapporto Centri di lettura-Trattorie è leggermente migliorato rispetto al passato, con buona pace dei nostri critici del Nord Europa. Tuttavia ci rimane un desiderio: se non si può pretendere che librerie e biblioteche sorpassino le trattorie, potremmo sperare almeno in un bel pareggio, per dirla in termini calcistici. Sì, ci starebbe già bene, per garantire una sana ed equilibrata alimentazione a tutto l’uomo. O no?

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