n. 2
febbraio 2007

 

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L’Eucaristia: cuore della vita consacrata

 

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Ormai è imminente la pubblicazione dell’Esortazione apostolica post-sinodale, frutto della XI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, svoltosi per tre settimane in Vaticano nell’ottobre del 2005 sul tema: «L’Eucaristia: fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa». In attesa del documento, possiamo rileggere e meditare il n. 95 dell’Esortazione apostolica Vita consecrata di Giovanni Paolo II (25 marzo 1996) e il n. 26 dell’Istruzione: Ripartire da Cristo della Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di vita apostolica (19 maggio 2002). Ecco di seguito i due numeri.

«Mezzo fondamentale per alimentare efficacemente la comunione col Signore è senza dubbio la santa liturgia, in modo speciale la celebrazione eucaristica e la Liturgia delle Ore. Nell’Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua e Pane vivo che, mediante la sua carne vivificata dallo Spirito Santo e vivificante, dà vita all’umanità. Cuore della vita ecclesiale, essa lo è anche della vita consacrata. La persona chiamata, nella professione dei consigli evangelici, a scegliere Cristo come unico senso della sua esistenza, come potrebbe non desiderare di instaurare con Lui una comunione sempre più profonda mediante la partecipazione quotidiana al Sacramento che lo rende presente, al sacrificio che ne attualizza il dono d’amore del Golgota, al convito che alimenta e sostiene il popolo di Dio pellegrinante? L’Eucaristia sta per sua natura al centro della vita consacrata, personale e comunitaria. Essa è viatico quotidiano e fonte della spiritualità del singolo e dell’Istituto. In essa ogni consacrato è chiamato a vivere il mistero pasquale di Cristo, unendosi con Lui nell’offerta della propria vita al Padre mediante lo Spirito. L’adorazione assidua e prolungata di Cristo presente nell’Eucaristia consente in qualche modo di rivivere l’esperienza di Pietro nella Trasfigurazione: “È bello per noi stare qui”. E nella celebrazione del mistero del Corpo e del Sangue del Signore si consolida ed incrementa l’unità e la carità di coloro che hanno consacrato a Dio l’esistenza» (VC 95).

«Dare un posto prioritario alla spiritualità vuol dire ripartire dalla ritrovata centralità della celebrazione eucaristica, luogo privilegiato per l’incontro con il Signore. Lì egli si rende nuovamente presente in mezzo ai suoi discepoli, spiega le Scritture, scalda il cuore e illumina la mente, apre gli occhi e si fa riconoscere (cf Lc 24,13-35). L’invito di Giovanni Paolo II rivolto ai consacrati, è particolarmente vibrante: “Incontratelo, carissimi, e contemplatelo in modo tutto speciale nell’Eucaristia, celebrata e adorata ogni giorno, come fonte e culmine dell’esistenza e dell’azione apostolica”. Nell’Esortazione apostolica Vita consecrata esortava a partecipare quotidianamente al Sacramento dell’Eucaristia e alla sua adorazione assidua e prolungata. L’Eucaristia, memoriale del sacrificio del Signore, cuore della vita della Chiesa e di ogni comunità, plasma dal di dentro l’oblazione rinnovata della propria esistenza, il progetto di vita comunitaria, la missione apostolica. Tutti abbiamo bisogno del viatico quotidiano dell’incontro con il Signore per inserire la quotidianità nel tempo di Dio che la celebrazione del memoriale della Pasqua del Signore rende presente.

Qui si può attuare in pienezza l’intimità con Cristo, la immedesimazione con Lui, la totale conformazione a Lui a cui i consacrati sono chiamati per vocazione. Nell’Eucaristia infatti il Signore Gesù ci associa a sé nella propria offerta pasquale al Padre: offriamo e siamo offerti. La stessa consacrazione religiosa assume una struttura eucaristica: è totale oblazione di sé strettamente associata al sacrificio eucaristico. Qui si concentrano tutte le forme di preghiera, viene proclamata ed accolta la Parola di Dio, si è interpellati sul rapporto con Dio, con i fratelli, con tutti gli uomini: è il sacramento della filiazione, della fraternità e della missione. Sacramento dell’unità con Cristo, l’Eucaristia è contemporaneamente sacramento dell’unità ecclesiale e dell’unità della comunità dei consacrati. In definitiva essa appare “fonte della spiritualità del singolo e dell’Istituto”.

Perché produca con pienezza gli attesi frutti di comunione e di rinnovamento non possono mancare le condizioni essenziali, soprattutto il perdono e l’impegno dell’amore reciproco. Secondo l’insegnamento del Signore prima di presentare l’offerta all’altare occorre la piena riconciliazione fraterna (cf Mt 5, 23). Non si può celebrare il sacramento dell’unità rimanendo indifferenti gli uni agli altri. Si deve, peraltro, tenere presente che queste condizioni essenziali sono anche frutto e segno di un’Eucaristia ben celebrata. Perché è soprattutto nella comunione con Gesù eucaristia che noi attingiamo la capacità di amare e di perdonare. Inoltre ogni celebrazione deve diventare l’occasione per rinnovare l’impegno di dare la vita gli uni per gli altri nell’accoglienza e nel servizio. Allora per la celebrazione eucaristica varrà veramente, in modo eminente, la promessa di Cristo: “Là dove sono due o tre radunati nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18, 20), e attorno ad essa la comunità si rinnoverà ogni giorno» (RdC 26).

Amiche lettrici e lettori, il presente numero di Consacrazione e Servizio continua nelle sue rubriche ad offrire molteplici spunti di riflessione.

Diana Papa, monaca carmelitana, aprendo la rassegna, intende evidenziare dalle pagine di Luca la figura di Zaccheo. Gesù chiede a lui e a noi di scendere «dall’albero delle sicurezze per una vita libera da ogni compromesso». Mons. Francesco Lambiasi racchiude il singolare profilo di una giovane clarissa in una frase da lei pronunciata prima di morire a 24 anni: «Non ho paura. Amo». La rubrica Orizzonti raccoglie due contributi: Suor Grazia Paris delle Dorotee di Cemmo, docente al Claretianum, presenta una puntuale sintesi del Convegno svoltosi a Roma nel dicembre 2006 sul tema: «Il rapporto tra generazioni nella vita consacrata». Antonietta Augruso, laureata in teologia all’Università Gregoriana, evidenzia «I volti dei testimoni» alla luce dell’enciclica di Benedetto XVI Deus caritas est.

Il Dossier raccoglie sette contributi sul tema che il Consiglio di redazione ha voluto mettere a fuoco: «Liturgia e vita consacrata». Il liturgista Manlio Sodi riflette sul rapporto tra il carisma e le modalità con cui esso si manifesta nell’espressione comune della Liturgia della Chiesa. Maria Campatelli, del Centro Aletti, si sofferma sul significato della liturgia in ordine al vivere cristiano. Segue l’approfondimento di Pasqual Chavez Villaneuva, Rettore Maggiore dei Salesiani, su tre categorie biblico-liturgiche in rapporto alla vita consacrata: memoriale, sacrificio, convito. Aspetti di spiritualità liturgica sono offerti da Maria Pia Giudici, dell’eremo S. Biagio in Subiaco (Roma). Si prosegue con altri due articoli offerti da Anna Bissi e Maria Marcellina Pedico su temi poco studiati, ma ricchi di spiritualità. Chiude il Dossier Maria Franca Tricarico dell’Auxilium di Roma con una nota illustrativa dell’immagine di copertina. Il fascicolo, inoltre, offre la presentazione di un film di successo: «Il Grande Silenzio», e le segnalazioni di libri per l’aggiornamento e la formazione.

 Maria Marcellina Pedico
delle Serve di Maria Riparatrici