n. 9
settembre 2008

 

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È dolce lodarti all'alba e al tramonto
 

 

 

 

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«Importante per la Chiesa tutta, ma in particolare per la vita consacrata è, all'interno del rapporto Parola-liturgia- la preghiera dell’Ufficio Divino. La Liturgia delle Ore va assunta come luogo privilegiato di formazione alla preghiera, soprattutto grazie ai Salmi, nei quali si manifesta al meglio il carattere divino-umano della Scrittura. I Salmi insegnano a pregare conducendo chi li canta o recita ad ascoltare, interiorizzare e interpretare la Parola di Dio».

Queste parole che si leggono nel documento: «La parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa» (n. 34) - redatto dall’XI Consiglio Ordinario del Sinodo dei Vescovi e firmato dal Segretario Generale Nikola Eterovic nella solennità di Pentecoste l’11 maggio 2008 – ci esortano a meglio conoscere l’importanza orante del Salterio, il libro per eccellenza anche della preghiera cristiana, essendo il libro della Scrittura più letto e cantato nella liturgia accanto ai Vangeli. Orientando la santificazione del giorno e della notte, la recita dei Salmi segna il ritmo della vita e dell’attività umana, volgendolo alla lode di Dio dall’alba al tramonto. Al riguardo è interessante ripercorrere i vari Salmi considerando i molteplici sentimenti che manifestano: gioia, riconoscenza, rendimento di grazie, amore, tenerezza, entusiasmo, ma anche intensa sofferenza, recriminazione, richiesta di aiuto e di giustizia, che sfociano talvolta in rabbia e imprecazione. Di volta in volta vibrano nei Salmi tutte le corde del cuore umano, dalla esaltazione di chi grida:«Finché vivo canterò inni al mio Dio» (Sal 146,2), all’angoscia di chi esclama: «Il nostro corpo è steso a terra» (Sal 44,26) ed invoca aiuto.

Nella creazione, contemplata con sguardo ammirato, il salmista vede riflesso l’agire di Dio: «Quanto sono grandi le tue opere! Tutto hai fatto con saggezza» (Sal 104,34).Se ritorna instancabilmente sugli eventi della storia biblica, è per coglierli quali «meraviglie» di salvezza compiute dal Dio fedele, e riscoprire nel suo amore la chiave ultima d’interpretazione: «Eterno è il suo amore» per noi (cf Sal 136). Ma non solo la natura e la grande storia si fanno preghiera. Anche la piccola storia di ciascuno, con le umili cose che intessono le nostre giornate: dalla gioia dell’intimità familiare,alla ferita del cuore per il tradimento dell’amico, al clima di festa che contagia tutti, quando insieme si raccolgono i frutti della terra. Tramite il Salterio la preghiera non è un fatto isolato, staccato dalla vita. La preghiera diventa vita e la vita una preghiera. Accanto al Cantico dei Cantici – scrive sant’Agostino - il libro dei Salmi è una delle due porte che conducono all’incontro con Dio: a lui si accede per la porta dell’amore e per quella della preghiera. Ognuno di noi dispone di un cuore per amare,di mani da elevare al cielo,di labbra per pregare. Per aprirci all’ascolto, all’interiorizzazione e all’interpretazione dei Salmi, è necessario compiere lo sforzo di penetrarli in una intensa e costante assiduità, che diventa comunione con Dio e con Cristo, di cui parla ogni pagina del Salterio. La lectio divina sui Salmi, secondo l’antica consuetudine dei Padri della Chiesa e dei monaci, insegna come si debba lodare Dio, e con quali parole rendergli omaggio.

Vale la pena riascoltare al riguardo due suggestive pagine. Sant’Ambrogio nel Commento ai Salmi scrive: «Che cosa di più dolce di un salmo? Per questo lo stesso Davide dice splendidamente:“Lodate il Signore:è bello cantare al nostro Dio, dolce è lodarlo come a lui conviene” (Sal 146,1). Davvero! Il salmo infatti è benedizione per i fedeli, lode a Dio, inno al popolo, parola universale,voce della Chiesa,professione e canto di fede,espressione di autentica devozione, gioia di libertà, grido di giubilo, suono di letizia. Mitiga l’ira, libera dalle sollecitudini, solleva dalla mestizia. È protezione nella notte, istruzione nel giorno, scudo nel timore, festa nella santità, immagine di tranquillità, pegno di pace e di concordia che, a modo di cetra, da voci molteplici e differenti ricava un’unica melodia. Il salmo canta il sorgere del giorno, il salmo ne fa risuonare il tramonto». E sant’Agostino nelle confessioni esclama: «Quanto ho pianto al sentire gli inni e i canti in tuo onore, vivamente commosso dalle voci della tua Chiesa, che cantava dolcemente. Quelle voci vibravano nelle mie orecchie e la verità calava nel mio cuore e tutto si trasformava in sentimento di amore e mi procurava tanta gioia da farmi sciogliere in lacrime».

Nella Liturgia delle Ore i 150 Salmi sono distribuiti secondo un ciclo di quattro settimane. Al riguardo della preghiera con i Salmi, Principi e norme per la Liturgia delle Ore ricorda: «Le Lodi, come preghiera del mattino, e i Vespri, come preghiera della sera,che secondo la venerabile tradizione di tutta la Chiesa sono il duplice cardine dell’Ufficio quotidiano,devono essere ritenute le Ore principali e come tali celebrate» (n. 37). E ancora: «Le Lodi mattutine sono destinate e ordinate a santificare il tempo mattutino

[…]. Tale caratteristica è espressa assai bene dalle parole di san Basilio Magno: “Il Mattutino è fatto per consacrare a Dio i primi moti della nostra mente e del nostro spirito in modo da non intraprendere nulla prima di esserci rinfrancati col pensiero di Dio, come sta scritto: ‘Mi sono ricordato di Dio e ne ho avuto letizia’ (Sal 76,4); né il corpo si applichi al lavoro prima di aver fatto ciò che e stato detto: “Ti prego, Signore. Al mattino ascolta la mia voce; fin dal mattino t'invoco e sto in attesa”(Sal 5,4-5).Quest'ora inoltre, che si celebra allo spuntar della nuova luce del giorno, ricorda la risurrezione del Signore Gesù,“luce vera che illumina ogni uomo” (Gv 1,9) e “sole di giustizia”(Mt 4,2)“che sorge dall'alto”(Lc 1,78). Perciò ben si comprende la raccomandazione di san Cipriano: “Bisogna pregare al mattino, per celebrare con la preghiera mattutina la risurrezione del Signore”» (n. 38).

Il mattino, dunque, segna con l’aurora il sorgere della luce e pone fine al silenzio della notte, durante la quale l’oscurità e le tenebre, associate al sonno, hanno posto l’uomo di fronte alla sua fragilità, facendolo trepidare  per un destino di morte e di silenzio che lo attende. La tradizione romana antica prevedeva una serie di otto salmi mattutini: il salmo 62, che si ripeteva ogni giorno: «O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, di te ha sete l’anima mia» (v. 2), e altri sette: 5, 42, 64, 66, 89, 91 e 142, da distribuire durante la settimana. All’alba, mentre il sole sta sorgendo, l’orante inizia la sua giornata alla ricerca della luce di Dio. Un bisogno quasi «fisico», dove la preghiera si fa desiderio, sete, fame, perché coinvolge anima e corpo. Tipico il salmo 5: «Al mattino ascolta la mia voce; fin dal mattino t’invoco e sto in attesa». La tonalità di fondo di questa supplica è segnata dalla tensione e dall’ansia per i pericoli e le amarezze che stanno per sopraggiungere. Ma la fiducia in Dio non viene meno. Di fronte alle preoccupazioni per una giornata faticosa emerge la certezza che il Signore è un Dio coerente, rigoroso nei confronti dell’ingiustizia, alieno da ogni compromesso col male.

Per la preghiera vespertina Principi e norme per la Liturgia delle Ore ricorda: «I Vespri si celebrano quando si fa sera e il giorno ormai declina,“per rendere grazie di ciò che nel medesimo giorno ci è stato donato o con rettitudine abbiamo compiuto”. Con l’orazione che innalziamo,“come incenso davanti al Signore”, e nella quale “l’elevarsi delle nostre mani” diventa “sacrificio della sera” (Sal 140,2) ricordiamo anche la nostra redenzione. Le Costituzioni Apostoliche prevedevano per la sera la scelta di un salmo«della lampada», legata all’uso tradizionale dell’accensione delle lucerne simbolo di Cristo, luce del mondo. Progressivamente si sono costituiti i salmi «lucernali-vespertini»:140-141,105-112,a cui si sono aggiunti il 129 per l’allusione alla notte: «L’anima mia attende il Signore più che le sentinelle l’aurora» (v.6),e il 118 per l’immagine della lampada:«Lampada per i miei passi è la tua Parola, luce sul mio cammino» (v. 105). Ma il salmo vespertino per antonomasia è il 140,al quale san Giovanni Crisostomo assegna un valore penitenziale e che ben presto ispira l’introduzione dell’offerta dell’incenso come ritualizzazione del v. 2: «Come incenso salga a te la mia preghiera, le mie mani alzate come sacrificio della sera».

 Se ancora molti nel nostro tempo hanno difficoltà a pregare con i Salmi e preferiscono esprimersi spontaneamente in un linguaggio a loro consueto, è certamente perché manca la formazione alla preghiera liturgica, manca l’aiuto alla comprensione della Sacra Scrittura e in particolare del Salterio, che costituisce la parte essenziale della Liturgia delle Ore-Si tratta di entrare nel clima del mondo biblico, per formarsi una mentalità secondo la parola di Dio, secondo il cuore di Dio.

Amiche lettrici e cari lettori, il numero di Consacrazione e Servizio che avete tra mano inaugura una nuova rubrica: «Speciale Anno Paolino», con riferimento all’anno particolare indetto da Papa Benedetto XVI (28 giugno 2008-29 giugno 2009) e accolto dalla Chiesa come evento di grazia, assieme all’imminente Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. I contributi posti in apertura della rivista, intendono così offrire un percorso biblico che favorisca, durante quest’anno, l’entrare in dialogo con san Paolo e le sue Lettere. Inizia l’approfondimento sull’Apostolo delle genti la biblista Elena Bosetti, della famiglia paolina.

Continuano le apprezzate rubriche: «Vicino a te è la Parola» e «Sapienza dei Padri». Non poteva mancare in«Orizzonti» un’adeguata riflessione sul recente documento: «Il servizio dell’autorità e l’obbedienza» (Pier Giordano Cabra) e una rilettura dell’enciclica Fides et ratio di Giovanni Paolo II a dieci anni dalla sua promulgazione (mons. Francesco Lambiasi). Il «Dossier» raccoglie un ventaglio di articoli volti a ravvivare la preghiera personale e comunitaria, vista soprattutto in prospettiva liturgica. Ci aiutano in questo approfondimento noti studiosi e maestri di spiritualità (mons. Angelo Amato, Paola Bignardi) e di liturgia (Manlio Sodi, Corrado Maggioni, Gianfranco Venturi). Le molteplici luci sapienziali offerte ci illuminano e ci orientano nel cammino di conversione e di fedeltà a Cristo,l’unico Maestro da ascoltare, imitare, seguire.

Maria Marcellina Pedico
Serve di Maria Riparatrici
Via Monte Velino, 30 - 00141 ROMA
m.pedico@smr.it