n. 10
ottobre 2011

 

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Il fascino di Internet

New Economy e voto di povertà

CATERINA CANGIÀ

 

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La New Economy, detta anche Internet Economy o Net Economy, nasce e si sviluppa grazie all’avvento di Internet e indica l’insieme delle aziende e delle imprese che utilizzano le telecomunicazioni, che si aprono a un mercato globale, che abbattono i costi di gestione non rimanendo vincolate a uno spazio definito come può essere la sede fisica. Nell’epoca della rivoluzione elettronica, la New Economy potrebbe essere una vera rivoluzione strutturale dell’economia. Così tutto il complesso delle attività di produzione e di distribuzione dei beni e dei servizi che fanno uso di sistemi informatici e telematici costituisce la nuova economia. Quale vantaggio reale per noi? La New Economy si basa su idee innovatrici e soprattutto sull’informazione. È un’economia in crescita che, fondandosi sul marketing e sulla concorrenza leale, costituisce un mercato molto competitivo. Come può interessare noi, consacrate e consacrati? Può esserci d’aiuto nella pratica della povertà comunitaria? Può ispirarci per far conoscere i nostri prodotti e servizi? In altre parole: acquistare o non acquistare sulla Rete? Potremmo pensare che queste questioni siano di competenza dell’economa o economo della comunità. Invece no. Devono interessare ogni singolo membro della famiglia religiosa in quanto corpus ben organizzato e unito.

Usare il cervello non solo le mani

Non entro nel merito della questione dal punto di vista dell’economia, ma dico solo che si tratta di una concezione totalmente nuova. In linea generale, quando parliamo di Nuova Economia, parliamo di un fenomeno dove le persone, che vi sono interessate o come venditori o come acquirenti, usano il cervello al posto delle mani. Anzitutto perché l’innovazione, la creatività, le idee e la rapidità sono più importanti della produzione di massa, e poi perché è un’economia dove un’innovazione virtuale ha molto valore perché modifica la realtà. Non è necessario offrire servizi legati all’informatica o alle telecomunicazioni per far parte della Net Economy. Anche i servizi tradizionali come le agenzie di viaggi, le banche, le librerie possono essere svolti con le modalità della Net Economy. In generale, chi pratica il commercio elettronico, chi ha un sito web istituzionale, chi si è riorganizzato adottando le nuove tecnologie della comunicazione, è dentro la Net Economy. La Rete è un fenomeno molto più ampio della dimensione economico- finanziaria. È uno strumento che trasforma la società, che trasforma anche noi che facciamo parte della società. Con la Rete è nata e continua a svilupparsi una nuova dimensione sociale che a noi consacrati è familiare: la dimensione della comunità. L’innovazione maggiore che Internet ha portato è questo "spirito di comunità" che si sta diffondendo rapidamente (Cantelmi-Orlando, 2002).

La Rete, vissuta nella sua più peculiare essenza, fa emergere una nuova dimensione sociale. Si occupa di creare relazioni, di far nascere reti di persone accomunate dagli stessi interessi e bisogni e, fra questi, il bisogno di comperare e vendere o - perché no? - di barattare. La web society o società della rete, nel senso più genuino del termine, è una società che valorizza la comunità, che vuole rispondere ai bisogni delle persone interconnesse fra loro. Non ci si pensa, ma l’idea di Rete – al di qua e al di là di Internet - è quanto mai gratificante per le persone che si sentono parte viva di essa (Colaiacovo, 2001). Guardiamo ora da vicino le forme che può assumere la New Economy per poter capire come utilizzarla al meglio. Attenzione che la New Economy non costituisce solo un fenomeno commerciale, ma anche culturale e sociale. Con il subentrare dell’impresa-rete, prende vita l’impresa flessibile. Non servono strutture imponenti e costose. Ricordiamolo anche noi.

Economizzare tempo e denaro

In pratica, di cosa possiamo fruire? Dei servizi bancari, in primis, grazie alla proposta che ogni banca fa di poter interagire da casa, attraverso Internet, con un accesso diretto ai servizi bancari. Costi minori per le transazioni rispetto a quelli richiesti al tradizionale sportello. Oltre al risparmio monetario, il risparmio di tempo che va tenuto in altrettanta considerazione. Poi, l’acquisto dei biglietti ferroviari, aerei e marittimi che consente di evitare le spese di agenzia e di rendersi conto delle offerte che ora l’una ora l’altra compagnia mettono a disposizione dei clienti.

In terzo luogo, il commercio elettronico, ovvero lo svolgimento di transazioni economiche attraverso una rete telematica. L’interazione fra le parti avviene senza nessun contatto fisico, ma si possono ottenere informazioni dettagliate sul prodotto, leggere le caratteristiche e vedere fotografie o video che ne mostrano i dettagli. La comunicazione fra venditore e acquirente è rapida ed efficace e l’arrivo del prodotto richiesto è, il più delle volte, immediato. Inoltre, poiché tutti coloro che vendono hanno accesso a Internet, la concorrenza è aperta e leale e l’acquirente ha la possibilità di scegliere fra più possibilità. Dato il carattere di apertura del commercio in Rete, si possono fare acquisti in altre nazioni. Pensiamo ai libri e all’opportunità di acquistare libri usati a prezzi estremamente convenienti, oltre al fatto di poterne acquistare di nuovi esplorando quali librerie online li mettono a prezzi più vantaggiosi. Sempre di più i libri si potranno acquistare facendone il download direttamente da computer. In questo modo si arricchisce la biblioteca digitale della comunità e si può mettere a disposizione, su un computer a servizio di tutti, i materiali acquistati. Questo favorisce un atteggiamento di distacco e di povertà da un bene fisicamente tangibile e personale per un bene condiviso e che non invade lo spazio. Ne tratta con dovizia di esempi il volume di Lamborghini e Donadel (2006).

Comprare online

Se si vogliono fare acquisti recandosi direttamente nei negozi della propria città, ci sono portali che si dedicano al confronto fra i prezzi sul territorio nazionale o su una sola città. Tra i più conosciuti, citiamo kelkoo.it, trovaprezzi.it, shoppydoo.it. Il sito mrwallet.it (Mister Wallet o "Signor portafoglio") confronta oltre un milione di prodotti disponibili in più di 500 negozi e presenta i prodotti che sono scontati. In questo modo l’acquirente si rende conto della proporzione del costo dello stesso prodotto presso rivenditori diversi e, di conseguenza, sceglie dove fare i propri acquisti, a ragion veduta, avendo a cuore l’economia della propria comunità. Mai il mercato è stato più trasparente e noi non possiamo non tenerne conto. Un’altra opportunità - da affidare magari all’esperienza dei più giovani in comunità - è quella delle aste online. Migliaia di prodotti nuovi e usati da poter acquistare facendo un’offerta che parte da un minimo proposto dal venditore. Se nessun altro, nel tempo di validità dell’offerta, presenta un’offerta superiore, il prodotto è nostro. Trovo molto utile la presenza delle aste online, il cui prototipo è eBay, per l’acquisto di pezzi di ricambio di apparecchiature o per oggetti che è difficile trovare nella propria città. La straordinaria caratteristica delle aste online è che si possono inserire prodotti o macchinari che non utilizziamo ma che non vogliamo buttare via. Si può acquistare e vendere di tutto, basta iscriversi. Se non possiamo occuparci direttamente di seguire l’andamento del prodotto che abbiamo messo in vendita, chiediamo la collaborazioni dei nostri laici. Si renderanno conto dell’attenzione che poniamo nel praticare una sana economia e nel sentire la casa religiosa davvero come la nostra famiglia. Possono essere fruite online anche lezioni, ad esempio di lingua o d’informatica, e si ricevono sul proprio computer, immediatamente, i link per i video con le lezioni. Così per le immagini, se dobbiamo preparare un prodotto di qualità da proiettare all’interno della comunità o per la pastorale. I siti istock.com, fotolia.com, photo.net vendono foto a diverse definizioni per un uso interno.

Dalla parte dei venditori

La considerazione sulle aste online ci ha introdotti al fatto che anche noi abbiamo la possibilità di farci conoscere immettendo i nostri servizi e i nostri prodotti in rete! Vendere su Internet cose fatte a mano è possibile e legale. Il sito shopping.forumcommunity.net spiega come fare e aiuta a mettere in piedi la propria bancarella di vendita. Ci sono comunità che propongono prodotti fatti artigianalmente. Abbiamo il bellissimo sito etsy.com che, a chi s’iscrive, permette di crearsi il proprio negozio virtuale. Al sito va lasciata una piccolissima percentuale sul venduto. Etsy.com mette in rete produzioni creative provenienti da tutto il mondo.

Non dimentichiamo di evangelizzare! Dopo aver fatto conoscere la provenienza degli oggetti fatti a mano, potremmo aggiungere un messaggio di fraternità o di evangelizzazione. Come accadeva e accade ancora nei monasteri, che hanno una produzione locale, dove la vendita era accompagnata da una parola di bontà, così può accadere online. Ci sono forum e comunità associati ai negozi virtuali di artigianato.

Lì si può irradiare un messaggio veicolandolo attraverso le nostre parole. Far conoscere servizi come le case per ferie e per ritiri, ambienti per campi scuola in autogestione viene facilitato dalla Rete. Anche questa attività fa parte del grande movimento della New Economy. Occorre informare l’eventuale futuro fruitore dei nostri servizi circa la qualità e il valore aggiunto che offriamo. Per saperci muovere con competenza, consultiamo il volume di Legnani (2009) sulla pianificazione pubblicitaria. I famosi "atelier del riuso" presenti online non sono altro che mercatini. Se non vogliamo creare il nostro negozio, possiamo invitare giovani che hanno talento a realizzare oggetti e a venderli. Basta registrarsi andando nella sezione "Sell" e seguire le istruzioni e poi creare un negozio dandogli un bel nome. È necessario avere un conto PayPal per gestire i pagamenti e poi inserire le proprie creazioni dividendole per categorie tematiche. Un’altra finestra spalancata sulla Rete. Interroghiamoci: quali ricadute positive per le nostre comunità? Forse una pratica della povertà più comunitaria e responsabile?

Caterina Cangià fma
Facoltà di Scienze della Formazione
Università LUMSA - Roma
sisternet@thesisternet.it

 

Per saperne di più

S. LEGNANI, Pianificazione pubblicitaria. Tra old economy e new economy, Zanichelli, Roma 2009.

B. LAMBORGHINI-S. DONADEL, Innovazione e creatività nell’era digitale. Le nuove opportunità della "Digital Sharing Economy", Franco Angeli, Milano 2006.

G. COLAIACOVO, New economy e capitale umano. Il ruolo dell’istruzione, Anicia, Roma 2001.

T. CANTELMI-F. ORLANDO, Psicologia del trading online, Centro Scientifico Editore, Bologna 2002.

 

 

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