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Dal
7 al 28 ottobre 2012 si è tenuto a Roma la XIII assemblea sinodale ordinaria
dei vescovi sul tema:
La nuova evangelizzazione per la trasmissione
della fede cristiana. È emersa una
Chiesa viva, pronta a raccogliere le problematiche e le sfide del nostro tempo
come opportunità, per un nuovo slancio di evangelizzazione. Frutto finale dei
lavori sinodali è il Messaggio al
popolo di Dio. Pubblichiamo qui di
seguito ampi stralci dall’edizione apparsa su
L’Osservatore Romano
(27 ottobre 2012).
Come la samaritana al pozzo
Ci lasciamo illuminare da una
pagina del Vangelo: l’incontro di Gesù con la donna samaritana (cf Gv 4,5-42).
Non c’è uomo o donna che, nella sua vita, non si ritrovi, come la donna di
Samaria, accanto a un pozzo con un’anfora vuota, nella speranza di trovare
l’esaudimento del desiderio più profondo del cuore, quello che solo può dare
significato pieno all’esistenza. Molti sono oggi i pozzi che si offrono alla
sete dell’uomo, ma occorre discernere per evitare acque. Urge orientare bene la
ricerca, per non cadere preda di delusioni, che possono essere rovinose.
Come Gesù al pozzo di Sicar, anche
la Chiesa sente di doversi sedere accanto agli uomini e alle donne di questo
tempo, per rendere presente il Signore nella loro vita, così che possano
incontrarlo, perché lui solo è l’acqua che dà la vita vera ed eterna. Solo Gesù
è capace di leggere nel fondo del nostro cuore e di svelarci la nostra verità:
«Mi ha detto tutto quello che ho fatto», confessa la donna ai suoi concittadini.
E questa parola di annuncio - cui si unisce la domanda che apre alla fede: «Che
sia lui il Cristo?» - mostra come chi ha ricevuto la vita nuova dall’incontro
con Gesù, a sua volta non può fare a meno di diventare annunciatore di verità e
di speranza per gli altri. La peccatrice convertita diventa messaggera di
salvezza e conduce a Gesù tutta la città. Dall’accoglienza della testimonianza
la gente passerà all’esperienza personale dell’incontro: «Non è più per i tuoi
discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che
questi è veramente il salvatore del mondo».
L’incontro personale con Gesù
Cristo nella Chiesa
[…]. La fede si decide tutta nel
rapporto che instauriamo con la persona di Gesù, che per primo ci viene
incontro. L’opera della nuova evangelizzazione consiste nel riproporre al cuore
e alla mente […] la bellezza e la novità perenne dell’incontro con Cristo. […]
Nella persona di Gesù, si svela il mistero dell’amore di Dio Padre per l’intera
famiglia umana, che egli non ha voluto lasciare alla deriva della propria
impossibile autonomia, ma ha ricongiunto a sé in un rinnovato patto d’amore. La
Chiesa è lo spazio che Cristo offre nella storia per poterlo incontrare, perché
egli le ha affidato la sua Parola, il Battesimo che ci fa figli di Dio, il suo
Corpo e il suo Sangue, la grazia del perdono del peccato, soprattutto nel
sacramento della Riconciliazione, l’esperienza di una comunione che è riflesso
del mistero stesso della Santa Trinità, la forza dello Spirito che genera carità
verso tutti.
[…] La bellezza della fede deve
risplendere, in particolare, nelle azioni della sacra Liturgia, nell’Eucaristia
domenicale anzitutto. Proprio nelle celebrazioni liturgiche la Chiesa svela
infatti il suo volto di opera di Dio e rende visibile, nelle parole e nei gesti,
il significato del Vangelo. Sta a noi oggi rendere concretamente accessibili
esperienze di Chiesa, moltiplicare i pozzi a cui invitare gli uomini e le donne
asseta
ti e lì far loro incontrare
Gesù, offrire oasi nei deserti della vita. Di questo sono responsabili le
comunità cristiane e, in esse, ogni discepolo del Signore: a ciascuno è affidata
una testimonianza insostituibile, perché il Vangelo possa incrociare l’esistenza
di tutti; per questo ci è chiesta la santità della vita.
Evangelizzare noi stessi e
disporci alla conversione
Guai però a pensare che la nuova
evangelizzazione non ci riguardi in prima persona. […] L’invito ad evangelizzare
si traduce in un appello alla conversione. Sentiamo sinceramente di dover
convertire anzitutto noi stessi alla potenza di Cristo, che solo è capace di
fare nuove tutte le cose, le nostre povere esistenze anzitutto. […] Sappiamo di
dover riconoscere umilmente la nostra vulnerabilità alle ferite della storia e
non esitiamo a riconoscere i nostri peccati personali. Siamo però anche convinti
che la forza dello Spirito del Signore può rinnovare la sua Chiesa e rendere
splendente la sua veste, se ci lasceremo plasmare da lui. Lo mostrano le vite
dei santi, la cui memoria e narrazione è strumento privilegiato della nuova
evangelizzazione.
Se questo rinnovamento fosse
affidato alle nostre forze, ci sarebbero seri motivi di dubitare, ma la
conversione, come l’evangelizzazione, nella Chiesa non ha come primi attori noi
poveri uomini, bensì lo Spirito stesso del Signore. Sta qui la nostra forza e la
nostra certezza che il male non avrà mai l’ultima parola, né nella Chiesa né
nella storia: «Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore», ha detto
Gesù ai suoi discepoli (Gv 14,27). L’opera della nuova evangelizzazione riposa
su questa serena certezza. […] È nostro dovere, perciò, vincere la paura con la
fede, l’avvilimento con la speranza, l’indifferenza con l’amore.
Evangelizzazione e vita
consacrata
Alla donna samaritana Gesù non si
presenta semplicemente come colui che dà la vita, ma come colui che dona la
«vita eterna» (Gv 4,14). Il dono di Dio, che la fede rende presente, non è
semplicemente la promessa di condizioni migliori in questo mondo, ma l’annuncio
che il senso
ultimo della nostra vita è oltre questo mondo, in quella comunione piena con Dio
che attendiamo alla fine dei tempi.
Di questo orizzonte ultraterreno
del senso dell’esistenza umana sono particolari testimoni nella Chiesa e nel
mondo quanti il Signore ha chiamato alla vita consacrata, una vita che, proprio
perché totalmente consacrata a lui, nell’esercizio di povertà, castità e
obbedienza, è il segno di un mondo futuro che relativizza ogni bene di questo
mondo. Dall’assemblea del sinodo dei vescovi giunga a questi nostri fratelli e
sorelle la gratitudine per la loro fedeltà alla chiamata del Signore e per il
contributo che hanno dato e danno alla missione della Chiesa, l’esortazione
alla speranza in situazioni non
facili anche per loro in questi tempi di cambiamento, l’invito a confermarsi
come testimoni e promotori di nuova evangelizzazione nei vari ambiti di vita in
cui il carisma di ciascuno dei loro istituti li colloca.
Nella contemplazione del
mistero e accanto ai poveri
In quest’ottica vogliamo indicare
a tutti i fedeli due espressioni della vita di fede che ci appaiono di
particolare rilevanza per testimoniarla nella nuova evangelizzazione. Il primo è
costituito dal dono e dall’esperienza della contemplazione. Solo da uno sguardo
adorante sul mistero di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, solo dalla
profondità di un silenzio che si pone come grembo che accoglie l’unica Parola
che salva, può scaturire una testimonianza credibile per il mondo. Solo questo
silenzio orante può impedire che la parola della salvezza sia confusa nel mondo
con i molti rumori che lo invadono. […]
L’altro simbolo di autenticità
della nuova evangelizzazione ha il volto del povero. Mettersi accanto a chi è
ferito dalla vita non è solo un esercizio di socialità, ma anzitutto un fatto
spirituale. Perché nel volto del povero risplende il volto stesso di Cristo:
«Tutto quello che avete fatto a uno di questi miei fratelli più piccoli, l’avete
fatto a me» (Mt 25,40). Ai poveri va riconosciuto un posto privilegiato nelle
nostre comunità, un posto che non esclude nessuno, ma vuole essere un riflesso
di come Gesù si è legato a loro. La presenza del povero nelle nostre
comunità
è misteriosamente potente: cambia le persone più di un discorso, insegna
fedeltà, fa capire la fragilità della vita, domanda preghiera; insomma, porta a
Cristo. […]
La stella di Maria illumina il
deserto
Giunti al termine di questa
esperienza di comunione tra vescovi di tutto il mondo e di collaborazione al
ministero del successore di Pietro, sentiamo risuonare per noi attuale il
comando di Gesù ai suoi apostoli: «Andate e fate discepoli tutti i popoli […].
Ed ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,19.20).
[…] Questa presenza colma di gioia i nostri cuori. Grati per i doni da lui
ricevuti in questi giorni, innalziamo il canto della lode: «L’anima mia
magnifica il Signore […]. Grandi cose ha fatto per me il Signore» (Lc 1,46.49).
Le parole di Maria sono anche le nostre: il Signore ha fatto davvero grandi cose
lungo i secoli per la sua Chiesa nelle diverse parti del mondo e noi lo
magnifichiamo […]. La figura di Maria ci orienta nel cammino. Questo cammino
potrà apparirci un itinerario nel deserto; sappiamo di doverlo percorrere
portando con noi l’essenziale: la compagnia di Gesù, la verità della sua Parola,
il pane eucaristico che ci nutre, la fraternità della comunione ecclesiale, lo
slancio della carità. È l'acqua del pozzo che fa fiorire il deserto. E, come
nella notte del deserto le stelle si fanno più luminose, così nel cielo del
nostro cammino risplende con vigore la luce di Maria, Stella della nuova
evangelizzazione, a cui fiduciosi ci affidiamo.
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Amiche lettrici e cari lettori,
il fascicolo di
Consacrazione e Servizio che avete tra
le mani, l’ultimo del 2012, si apre con le consuete due rubriche. Nella prima: «I
50 anni dell’Usmi», p. Giordano Cabra,
quale testimone del cammino della vita consacrata e della sua evoluzione dal
Concilio Vaticano II ad oggi, dà voce alla parola «Santità».
Nell’altra rubrica: «Per educare alla
fede», la nostra collaboratrice Paola
Bignardi riflette sul valore della
testimonianza. La rubrica: «Orizzonti»
arricchisce il fascicolo con due contributi: il primo, sui due nuovi Dottori
della Chiesa (Nicola Gori-Maria Lago); l’altro, sul secondo volume della
Storia della mariologia
dedicato al secondo millennio: un
intreccio di teologia, storia e culture (Alfonso Langella).
Una parola particolare per il
Dossier
nel quale sono raccolti sei studi sul tema:
«“Mio Signore e mio Dio” Gv 20,28. L’Anno della fede interpella i consacrati».
Tra le numerose iniziative dedicate a far rinvigorire la fede in ogni credente,
i sei studi offrono approfondimenti quanto mai pertinenti per soffermarsi prima
di tutto a riflettere sull’impegno di evangelizzare noi stessi e disporci alla
conversione, e a ritrovare la gioia e l’entusiasmo del dono della fede da
testimoniare. Al riguardo la proposta del presente
Editoriale
si pone in questa prospettiva.
La rubrica: «Ascoltare-Leggere»
invita - in vista delle feste natalizie - all’ascolto de
L’infanzia di Cristo del
musicista Berlioz (T. Braccio), cui seguono le segnalazioni di libri (M. G.
Casumaro). Nella rubrica: «Libro del
mese» Elisabetta
Casadei recensisce il volume a più voci: «Fede cercata, fede professata» a cura
del biblista G. Benzi, quale ulteriore apporto a consolidare la fede. Un
fascicolo ricco e impegnativo.
Da gennaio la rivista sarà
bimestrale. Resta però il nostro impegno per farne sempre uno strumento di
qualità.
Non rimane allora che augurare:
Buon Anno della fede!
Maria Marcellina Pedico
Serve di Maria Riparatrici
Via Monte Velino, 30 - 00141 ROMA
m.pedico@smr.it
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