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n. 7/8
luglio/agosto 2001

 

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Assemblea Annuale USMI - Forum 19 aprile 2001

Sr Lucy Thorson, nss

 

Come sorella di Nostra Signora di Sion....

vorrei raccontare alcune mie esperienze di vita

(di riconciliazione) a GERUSALEMME

ESPERIENZA PERSONALE

Come la moderatrice a detto, sono un membro della Congregazione delle Sorelle di Nostra Signora di Sion (una Congregazione internazionale che è presente in 23 paesi e che è attivamente impegnata nelle relazioni inter religiose, nella lotta per la RICONCILIAZIONE e soprattutto per una migliore comprensione delle relazioni ebraico-cristiane nella Chiesa).

(Infatti, Alla radice della mia vocazione di Sorella di Sion c'è l'amore fedele di Dio per il Popolo ebraico, che è radicato nell'amore di Gesù per il suo popolo)

Ho vissuto a Gerusalemme per 18 anni ... dal 1973 al 1991.

(Per me, è' singolare ricordare - alla luce della situazione ATTUALE - che la mia esperienza a Gerusalemme iniziò e finì in circostanze di guerra e di conflitto: arrivai il 6 settembre del 1973 e la Guerra di Yom Kippur ebbe inizio il 6 ottobre 1973 e andai via nel settembre del 1991, nel pieno della Guerra del Golfo.)

*1 primi tre anni ho vissuti nella parte di Gerusalemme che allora era ebraica, i sette anni che seguirono nel quartiere arabo musulmano e cristiano della Città Vecchia, dove le Sorelle di Sion hanno una casa nella Via Dolorosa.

E ... per otto anni ho abitato in varie zone della parte ebraica di Gerusalemme dove le Sorelle di Sion hanno diverse piccole comunità e una foresteria.

  • Nel periodo vissuto a Gerusalemme, ebbi l'opportunità di studiare per diversi anni il giudaismo e, in particolare, la liturgia ebraica ... con dei professore ebrei all'Università ebraica ... e, di partecipare alla celebrazione ebraica delle feste religiose e del sabato

  • (Infatti, come Sorelle di Sion, cerchiamo di offrire a tutte le Sorelle un'esperienza di vita e di studio a Gerusalemme durante i loro anni di Formazione iniziale e continua).

noi crediamo che lo studio e l'esperienza del giudaismo, come storia viva, conferiscono nuove dimensioni alle nostra preghiera, alla nostre comprensione della Bibbia e al nostro impegno apostolico

[*Nel 1991 tornai in Canada per tre anni, per un aggiornamento teologico e nel 1993, arrivai a Roma].

(Dal 1993, sono tornata a Gerusalemme ogni anno per insegnare per sei settimane in un Centro Biblico Internazionale (organizzato dalle Sorelle di Sion) nel cuore della Città Vecchia.)

 * Quindi, quando rifletto sulla mia esperienza personale a GERUSALEMME è ovvio ricordare che la reale

SITUAZIONE UMANA e RELIGIOSA (per non parlare della situazione politica) a Gerusalemme, (quindi in tutta la Terra Santa, in Israele, nei territori palestinesi), è davvero estremamente COMPLESSA.

Vivendo a Gerusalemme, la lotta per la RICONCILIAZIONE diventa molto CONCRETA perché non è facile restare OBIETTIVI e allo stesso tempo comprendere ESSERE SOLIDALI con tutti e due i popoli (gli ebrei israeliani e gli arabi palestinesi) che soffrono.

Allora, a Gerusalemme, ho sperimentato che in molti situazione la riconciliazione è veramente necessario..

Ad esempio,

  • (alla luce della situazione attuale, il primo caso che mi viene in mente è il conflitto politico ebraico-palestinese.)

  • c'è la presenza della Chiesa cristiana - che abbraccia una ricca e grande molteplicità di comunità -' e, allo stesso tempo,

  • è profondamente divisa al suo interno.

  • e, naturalmente, c'è tuffo il campo' delle relazioni tra le religioni ebraica, musulmana e cristiana che chiede a gran voce la riconciliazione.

…..Sono tutte realtà veramente COMPLESSE!

* (Dopo aver vissuto a Gerusalemme per un buon numero di anni, a volte dicevo alle persone che appena uno arriva in Terra Santa è pronto a scrivere un LIBRO ...

Dopo circa un anno, forse scriverà un ARTICOLO...

Passato altro tempo, molti di noi non sanno cosa scrivere sulla COMPLESSITÀ'  della  situazione  tranne  forse  di  scegliere  di IMMEDESIMARSI in TUTTE E DUE LE PARTI e cercare di fare tutto il possibile per favorire una certa comprensione tra i due popoli....)

Negli anni a Gerusalemme, come Sorella di Sion, ho avuto l'opportunità di lavorare con molte persone ed organizzazioni (ebraiche, musulmane, cristiane) che a MODO loro sono riuscite veramente a contribuire a
COSTRUIRE UN PONTE TRA ALCUNE DELLE DIFFERENZE che separano ... sia che queste fossero DIFFERENZE religiose, sociali, (economiche,) o di altro genere. 

Penso, ad esempio, ad un a persona con cui ho condiviso varie esperienze negli anni: PADRE BRUNO HUSSAR, un ebreo, nato in Egitto, di nazionalità francese, che divenne cristiano, prete domenicano, cittadino israeliano ... e creò un VILLAGGIO COMUNALE vicino a Gerusalemme dove ebrei, cristiani e musulmani possono vivere insieme.

(Gli ci volle molto tempo per realizzare il suo sogno!)

Al momento in questo villaggio, che si chiama NEVE SHALOM ( che vuol dire OASI DI PACE), viene svolto un lavoro importante, quello di riunire insieme gruppi di giovani (cristiani e musulmani ebrei e palestinesi) per partecipare ad una cosiddetta 'Scuola di PACE' ...

Questi giovani arrivano da tutto il paese nei fine settimana per IMPARARE A CONOSCERSI, per PARLARSI, per cercare di DISTRUGGERE GLI PREGIUDIZI che hanno gli uni degli altri.

Sono convinta che questa iniziativa creativa sia veramente un'opera di RICONCILIAZIONE: aiutare delle persone (giovani ebrei ed arabi) ad INCONTRARSI e a COMPRENDERSI L'UN L'ALTRO ...

Ricordo, durante la cosiddetta INTIFADA (negli anni '80), di aver preso parte di persona alla sessione di pace in un Fine Settimana, in cui dei giovani palestinesi ed, ebrei si riunirono per condividere le loro sofferenze anche se per loro era davvero DOLOROSISSIMO condividere le loro storie ... per me fu realmente in segno di speranza e di riconciliazione.

Come sapete, a Gerusalemme (e nel Medio Oriente in generale), spesso la tentazione di DISPERARSI, di 'arrendersi' è forte tra i giovani. Molti giovani (sia arabi cristiani, musulmani o ebrei ) non riescono a pensare che potranno avere un futuro SICURO e RISPETTABILE, come individui o come comunità.

Quindi, in un contesto come quello di questa "Scuola di Pace" di Neve Shalom è importante per loro avere l'opportunità di CONDIVIDERE i loro sentimenti di frustrazione, di disperazione ... e le speranze ... in modo da poter restare APERTI verso l'altro CHE è DIVERSO   sia che l'altro sia ebreo musulmano o cristiano.

Nello svolgere il nostro lavoro di Sorelle di Sion nella Chiesa di Gerusalemme la nostra vocazione ci chiama - in modo particolare, -a compiere un lavoro di RICONCILIAZIONE.

Come dicevo, Il nostro carisma ci invita ad essere sensibili e a testimoniare l'AMORE LEALE di Dio per il POPOLO EBRAICO - e la fedeltà di Dio alle Sue promesse di giustizia e di pace per tutti i popoli.

Quindi, l'esperienza di Gerusalemme fu che questo ministero di riconciliazione mi chiamava, come Sorella di Sion, quotidianamente -( sia che vivessi nella Via Dolorosa cristiana nel quartiere arabo musulmano, sia che vivessi nel quartiere ebraico)- a tentare di essere una persona che voleva 'STARE NEL MEZZO'

La scelta di 'stare nel mezzo' mi aiuto a divenire più consapevole e sensibile alle PENE e alle LOTTE di tutti e due i popoli a Gerusalemme ... e, in qualche modo, a cercare di essere un piccolo 'ponte' di riconciliazione.

Allora, ... mi chiedo ... Come ho FATTO a fare questo? Ebbene, ad esempio, ero convinta che fare uno sforzo per imparare la LINGUA dell'ALTRO fosse un modo concreto di costruire un piccolo ponte.

Così, nei primi anni di vita nel Quartiere Musulmano, cercai di imparare l'arabo parlato (per comunicare con la gente con cui vivevo). Poi, quando stavo compiendo i miei studi per la laurea in Liturgia ebraica all'Università Ebraica feci un tentativo di imparare l'ebraico. -

Credo fermamente che la lingua possa essere uno strumento di riconciliazione: studiando e parlando la lingua, imparai molto sull'altro: i suoi costumi, le sue tradizioni, i suoi valori.

Conoscere la LINGUA dell'altro mi permise di riuscire meglio a stare insieme e accanto alle persone che erano DIVERSE da me.

La lingua mi dette la possibilità di ASCOLTARE le loro sofferenze, le loro pene, le loro speranze ... (sia degli ebrei che degli arabi).

Per me, imparare la LINGUA degli altri è un 'gesto di riconciliazione' e ... e come dire all'altro' ... "Sì, ho interesse per te per i tuoi costumi e così via"

Voglio raccontare un altro esempio del modo in cui, come Sorella di Sion, cercai di lavorare per la RICONCILIAZIONE:

Come sapete, nel 1975, in Libano scoppiò la guerra civile ... che durò almeno fino al 1989.

In quell'epoca, io, come Sorella di Sion, ho avuto il privilegio di partecipare alla fondazione e al lavoro di un piccolo gruppo Inter religioso (di ebrei, cristiani, musulmani) che aiutavano le vittime (sia musulmane che cristiane) della Guerra in Libano.

Per quattro anni il mio lavoro di volontaria fu aiutare ad organizzare il trasporto di cibo, sangue, abiti ed altri contributi da Israele alle vittime della guerra o ad organizzare il trasporto dei feriti negli ospedali ebraici in Israele.

(Per me, questo lavoro fu davvero un'esperienza di Riconciliazione a vari livelli:

primo, nella nostra squadra c'era un arabo cristiano di Nazareth che si occupava dei contatti nel Libano meridionale;

poi, i rifornimenti venivano consegnati a chi ne aveva bisogno da un arabo musulmano in Libano e i pazienti feriti venivano trasportati negli ospedali israeliani nel Nord di Israele, dove venivano curati da medici ebrei israeliani.

Tuffo  questo  lavoro  volontario  INTER  RELIGIOSO  avvenne spontaneamente - per rispondere ad una situazione di SOFFERENZA.

Perfino, in tempi di pace, sarebbe stato difficile immaginare un gruppo interreligioso così eterogeneo che lavorasse insieme

Per me, come Sorella di Sion, queste esperienze servivano a ricordarmi i vari aspetti significativi della RICONCILIAZIONE:

primo: il processo di RICONCILIAZIONE implica spesso la necessità di abbattere e superare i confini che dividono e separano.

Secondo: la CONDIVISIONE dell'ESPERIENZA concreta di aiutare le Vittime sofferenti della Guerra ci aiutò anche personalmente (come ebrei, cristiani, musulmani) a RENDERCI CONTO che siamo TUTTI 'compagni nel pellegrinaggio della vita' e che abbiamo BISOGNO L'UNO DELL'ALTRO nel cammino di costruzione della pace.

Terzo: per me personalmente, una parte importante di questo ministero di 'riconciliazione' con le vittime della Guerra in Libano, fu quella di portare continuamente queste esperienze di sofferenza nella PREGHIERA di ogni giorno.

Sia la PREGHIERA Personale che quella comunitaria mi dettero la forza e la saggezza per sapere come rispondere a queste necessità urgenti e per scoprire la PRESENZA DI DIO in questi eventi. La PREGHIERA comunitaria mi aiutò a MANTENERE VIVA la FIAMMA interiore che ci spinge a lavorare e a sperare in giorni migliori in tempi di VIOLENZA e di MORTE!

Quarto: riflettere sugli avvenimenti dolorosi nella preghiera (e nella riflessione comunitaria) mi sfidò a cercare

di TRASFORMARE le mie azioni e parole a cercare di LEGGERE GLI EVENTI della mia stessa vita quotidiana

con gli OCCHI della FEDE e alla luce della PAROLA DI DIO.

Quindi, in qualche modo, la SOFFERENZA di queste persone (musulmani; cristiani ed ebrei) mi aiutò a ricordare che io personalmente (come Sorella di Sion ... che viveva tra queste popolazioni diverse, a Gerusalemme) NON potevo essere uno 'strumento di riconciliazione' se non ero riconciliato nel mio IO INTERIORE ... col Signore, con me stesso, con gli altri con cui vivevo ...

(questa significa:

a.       accettare il mio io pacificamente CON le mie ricchezze, mie debolezze, i miei limiti

b.       accogliere gli altri con cui vivo, con le loro differenze, pacificamente.)

Vorrei raccontare brevemente un'altra esperienza - per me importante:

negli anni in Gerusalemme, ho stretto una forte relazione di amicizia con una cristiana palestinese madre di 3 figli di Beit Jallah (vicina a Betlemme) che  ha  subito  la  sofferenza  del  Conflitto  israelo-palestinese quotidianamente per molti anni.

Di recente ha condiviso con me la sua esperienza familiare di Riconciliazione ... Mi ha detto che  se loro,  come  famiglia,  cercano di vivere un'ESPERIENZA DI RICONCILIAZIONE quotidiana nella loro casa (pregando, parlando, perdonandosi a vicenda quando sono in conflitto) allora e più facile 'diffondere' questa riconciliazione negli ALTRI che sono intorno a loro.

[ Infatto, spesso ho visto che questa DONNA aveva veramente il CORAGGIO SPIRITUALE di reagire in modo creativo alle situazioni di conflitto ... a correre ........ e a SOGNARE NUOVE POSSIBILITÀ' per la sua famiglia!]

L’esempio di questa donna palestinese cristiana mi ha spesso ricordato, come Sorella di Sion che vivevo tra ebrei ed arabi, che un modo concreto per partecipare al lavoro per PORTARE LA PACE RICONCILIAZIONE tra questi popoli era quello di cercare RICONCILIATA  con  le  mie  stesse  sorelle  nella comunità, quotidianamente.

(E porre a me stessa alcune domande vitali:

il mio cuore è APERTO al cambiamento, al perdono, a costruire ponti di pace e di riconciliazione, a 'far spazio' per la sorella o il fratello che è DIVERSO da me? Il suo esempio mi ricordava che: non possiamo parlare di pace se non la viviamo.)

(Quindi, ascoltando quest'esempio e riflettendo nuovamente sulla mia esperienza

personale a Gerusalemme, mi sono convinta che le persone (siano esse ebrei o musulmani o altri arabi cristiani del luogo) sanno molto bene quando DA NOI EMANA LA PACE ... e possono ATTINGERE pace e riconciliazione dalla nostra pace INTERIORE ... proprio come anche noi attingiamo pace e riconciliazione dalle persone che IRRADIANO pace ...

A questo proposito, sono arrivata a credere che noi, pur dovendo naturalmente professare il nostro ministero ESTERNAMENTE per la riconciliazione ·.. possiamo anche RICONCILIARE in modo concreto attraverso la nostra STESSA PERSONA.

Ad esempio, il cercare di VIVERE il MIO ESSERE (come cristiana, come donna) tra le mie sorelle o i miei fratelli ebrei o musulmani, con VERITÀ' e AMORE, tu un semplice atto di RICONCILIAZIONE.)

Vivere in Medio Oriente mi fece ricordare anche che a volte RICONCILIAZIONE significa anche allegare alle nostre 'tende'

Ad esempio, per sette degli anni passati a Gerusalemme fili Coordinatrice Provinciale della Provincia Mediorientale delle Sorelle di Sion ... questo ministero mi portava anche in vari paesi arabi (tra cui Egitto, Algeria, Turchia, e Tunisia).

Per me, incontrare le persone nei loro STESSI CONTESTI fu un'esperienza di riconciliazione: mi permise di CONOSCERE meglio la loro STORIA, i loro COSTUMI, le loro LOTTE, PAURE E SPERANZE come popolo.

Fu una sfida per me tentare di IDENTIFICARMI con loro senza negare mai le mie ORIGINI.

*Inoltre... In ognuno di questi paesi noi, come Sorelle di Sion, abbiamo delle COMUNITÀ' INTERNAZIONALI

questa internazionalità, secondo me, ci ha dato la possibilità concreta di imparare ad accettare gli altri che sono diversi da noi!

(Inoltre a volte a Gerusalemme ho sperimentato che è facile 'puntare il dito' contro gli altri ... biasimare l'altra parte ... qualunque 'parte' essa sia! ... (ebraica, musulmana o cristiana).

ma, penso di essermi chiesta: ho la volontà di lavorare per la comprensione e la giustizia per TUTTE E DUE le parti? Di trovare ciò che è buono in tutte e due le PARTI?)

Infine, negli ultimi tre anni passati a Gerusalemme vissi nella nostra foresteria delle Sorelle di Sion nel settore ebraico di Gerusalemme, chiamato ENI HAREM (che vuol dire il luogo della Visitazione)

Insieme alla mia comunità, ACCOGLIEVAMO molti ebrei israeliani, molti dei quali venivano ad un convento cattolico per la prima volta ... spesso con ANSIA, TIMORI, non sapendo cos'avrebbero trovato, o se sarebbero stati in qualche modo 'oggetto di attività missionaria.

Cercavamo, quindi, come comunità, di creare un'ATMOSFERA in cui potersi semplicemente INCONTRARE, tra esseri umani, tutti FIGLI DI DIO, ognuno con la propria DIGNITÀ', e con la propria IDENTITÀ... tentavamo di mostrare UN'ALTRA FACCIA DELLA CHIESA, diversa da quella che spesso appartiene alla memoria ebraica e alla storia ebraica.

Questa per me fu una forma di RICONCILIAZIONE EBRAICO-CRISTIANA, di creazione del Regno.

(In quest'atmosfera, spesso la tensione era sostituita dalla SERENITÀ', il sospetto dalla FIDUCIA e poi, improvvisamente, a volte si aveva il privilegio di CONDIVIDERE LA STORIA di una persona ... le sofferenze, le speranze, e i sogni per il futuro.)

Per me queste esperienze diverse furono spesso momenti benedetti di RICONCILIAZIONE.

Per concludere, quindi, vorrei dirvi che molte volte in questi anni vissuti a

Gerusalemme, mi sono venuta in mente   le forti' parole di

RICONCILIAZIONE del profeta Isaia:

(Is. 66:10) 'Non ci si può rallegrare per Gerusalemme se non si è prima rattristato con essa

Grazie.

 

Un altro esempio,

nel 1990 ebbi il privilegio di visitare il campo di sterminio di Auschwitz insieme a due ebrei israeliani che persero la maggior parte delle loro famiglie nei campi di sterminio. Quest'incontro con loro fu estremamente profondo, umiliante ed educativo.

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Modificato domenica 16 marzo 2014
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