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supplemento
n. 12  2008


Cammini di formazione
Sulle orme del Buon Pastore

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«Quando voi, responsabili della formazione, accompagnate le persone, lo scopo vostro è quello di farle entrare nello spirito della famiglia, farle diventare appartenenti alla famiglia, in modo tale che sposino il carisma di fondazione e lo vivano generosamente come risposta di fedeltà alla chiamata di Dio sulla propria vita. Ma nel processo formativo è importante non perdere di vista il fatto che la meta nostra non è un punto di arrivo, non è l’autoformazione, la costruzione di noi stessi, ma è crescere nell’intimità della vita trinitaria. Avere in noi “gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù”» (Fil 2,5).

Queste parole del carissimo p. Dalmazio Mongillo1 (ci ha lasciato il 13 luglio 2005), conosciuto e apprezzato da tante religiose, ribadiscono l’importanza per le formatrici di avere chiara la meta del loro compito. A tali parole fanno eco quelle del documento Nuove vocazioni per una nuova Europa, edito nel 1997 dalla Pontificia Opera delle vocazioni ecclesiastiche: «All’interno del vangelo della vocazione […] si aprono prospettive importanti a chi lavora nella pastorale delle vocazioni ed è chiamato, perciò stesso, a essere non solo animatore vocazionale, ma ancor prima seminatore del buon seme della vocazione, e poi accompagnatore nel cammino che conduce il cuore ad “ardere”, educatore alla fede e all’ascolto del Dio che chiama, formatore degli atteggiamenti umani e cristiani di risposta all’appello di Dio; ed è chiamato infine a discernere la presenza del dono che viene dall’alto. Sono le cinque caratteristiche centrali del mistero della chiamata che Dio giunge all’uomo attraverso la mediazione d’un fratello/sorella» (n. 32).

La Presidenza dell’USMI, consapevole del delicato e fondamentale compito delle formatrici, fin dal 2001 - dopo lunga riflessione e studio in équipe - ha avvertito l’urgenza di promuovere e organizzare corsi appositi per le responsabili della formazione. Sono nati così i «Corsi triennali di formazione per formatrici» tenuti in via Zanardelli, nella sede nazionale dell’USMI.

Nel triennio 2001-2003 è stato realizzato il primo ciclo; negli anni 2005-2007 il secondo. I molteplici contenuti dei rispettivi corsi, articolati in modo interdisciplinare in aree antropologico-biblica, pedagogica e socio-culturale e proposti complessivamente da 21 competenti relatori e relatrici, hanno incoraggiato la Presidenza a rendere accessibile a tutti questa ricchezza, affidandone la pubblicazione alle Edizioni Paoline. Inseriti nella collana «Sentinelle di frontiera», tra il 2002 e il 2008 hanno visto la luce sei volumi, che indichiamo in nota secondo l’ordine cronologico.2

Nei giorni 26-29 febbraio 2008 si è svolto il primo corso di un nuovo triennio (2008-2010) per le formatrici. La presente pubblicazione, quale Supplemento al n. 12 della nostra rivista Consacrazione e Servizio offre alle numerose partecipanti a tale corso e alle sorelle abbonate alla rivista il frutto di quei giorni, molto apprezzati per i contenuti formativi e per i metodi di approccio esperienziale indicati.

Ha aperto i lavori la biblista Nuria Calduch-Benages, docente alla Pontificia Università Gregoriana, che si è soffermata sulla figura di Marta quale <<discepola di Gesù>>, così come la presenta il vangelo di Luca: attiva nel servizio degli uomini e contemplativa nel servizio di Dio. È lei infatti che scopre per prima la fede, in un dialogo-confronto con Gesù; e a lei il Maestro si rivolge, con parole che anticipano ciò che accadrà dopo: «Io sono la risurrezione e la vita. Credi tu?». Marta crede ancor prima del miracolo, riconosce Gesù come Kyrios, Christòs, giungendo alla sapienza del cuore, fine cui tendono tutte le donne apostole e discepole.

Don Fabrizio Pieri – studioso di teologia biblica e di spiritualità - apre il tema affidatogli su «Gesù passa, guarda, invita», denominando le formatrici «Amiche dello Sposo», espressione che evoca quella di Gesù al Battista. Questi, che discerne la vocazione di Gesù quale Agnello di Dio e lo indica ai suoi discepoli, è modello di ogni formatore, è Voce perché Amico. Semplicemente «c’è»immedesimato con il Maestro.

Marina Stremfelj, del Centro Aletti di Roma e attiva in corsi di direzione spirituale e formazione, svolge il tema dell’accompagnamento offrendo concrete indicazioni pedagogiche. «L’accompagnamento domanda una pedagogia adeguata», sottolinea, richiamando il n. 66 dell’esortazione apostolica Vita consecrata. Confronta le sue proposte con la pedagogia dei Padri della Chiesa, che attingono direttamente a Cristo, il vero pedagogo. L’accompagnamento formativo umano/spirituale aiuta le formande a sviluppare la relazione personale e affettiva con Dio, la quale sta alla base di ogni scelta vocazionale.

Il salesiano don Beppe Roggia, docente alla Università Pontificia Salesiana, inizia la sua relazione con la domanda: «La vita religiosa risponde oggi alla sensibilità dei giovani?». I giovani che bussano oggi alla nostra porta - sottolinea - sono diversi nei linguaggi, nelle emozioni; hanno un senso della libertà staccato talora dalla solidarietà; avvertono il valore della persona, a scapito dell’obbedienza; sono vittime, come noi adulti, di un modo di vivere poco evangelico, che si manifesta nel consumismo, nell’incapacità di stare con se stessi, quell’habitare secum che dona stabilità alla persona; possiedono creatività e non regolarità; sono attratti comunque dal fascino di una vita «altra». Il compito del formatore è quello di aiutarli a passare dal fare all’essere, lasciando spazio al Signore.

Don Massimo Grilli, docente del Nuovo Testamento alla Pontificia Università Gregoriana, riflette su: «Come vivere il limite alla luce della fede». Partendo dal testo di Luca 5,8 e dal n. 21 del documento Ripartire da Cristo, il relatore si interroga su come possiamo rendere fecondo il limite che portiamo in noi stessi. La risposta è nella linea del «faccia a faccia» con Dio, per arrivare nella libertà e nella verità, alla confessione di fede sulla stabilità di Dio. Lui solo è da sempre e per sempre. L’uomo invece è caducità, peccato e morte, è chiamato a «misurare il tempo» che gli è stato donato: in esso trova possibilità di salvezza. La formatrice è chiamata a conoscere e rispettare i tempi di ogni formanda, perché ciascuno ha la sua maniera di «contare i giorni»: la vita non dipende dagli anni, ma dai semi d’amore che essa accoglie ed offre. Al riguardo il relatore richiama tre personaggi biblici: Abramo, Geremia, Rut.

Infine Samuela Rigon svolge il tema: «Giovani in comunità: esperienze di inserimento», riferendosi alla propria esperienza, che ripetutamente confronta con il contenuto del documento Ripartire da Cristo. Che cosa ci dice il Signore con il dono di una giovane?, chiede alle formatrici. Il dono di una sorella ci offre l’occasione per passare «dall’io al noi». Le giovani hanno un profondo bisogno di sorelle maggiori che stanno al «chiodo»; hanno grande desiderio di radicalità e forte amore alla Parola di Dio, però fanno fatica ad assumersi responsabilità durature e a svolgere il servizio nel nascondimento. Se sperimentano il valore e la bellezza del vivere in comunità, le loro relazioni fraterne sono schiette, anche se non sempre autentiche. La formatrice ha il compito di collegare proposta vocazionale e vita quotidiana, secondo le esigenze della sequela; di stare con la giovane in ascolto degli appelli del Signore anche nelle delusioni, crisi e scoraggiamenti. Forse queste situazioni domandano rotture e conversioni, ma possono segnare un salto di qualità.

Anche da questi brevi cenni sul corso realizzato quest’anno possiamo intravedere la ricchezza che l’USMI mette in circolo a beneficio della Chiesa e della vita consacrata.

NOTE

1. D. MONGILLO, <<”Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù”. Lo sguardo oltre>>, in AA.VV., Prevedere e provvedere. La formazione in un mondo che cambia, Paoline, Milano 2004, 137. 5

2. AA.VV., Educarsi per educare. La formazione in un mondo che cambia, Paoline, Milano 2002; AA.VV., Come lievito nella pasta. La formazione in un mondo che cambia, Paoline, Milano 2003; AA.VV., Prevedere e provvedere. La formazione in un mondo che cambia, Paoline, Milano 2004; AA.VV., Precedere per indicare il cammino. La formazione un cantiere aperto, Paoline, Milano 2006; AA.VV., Crescere liberi e responsabili. La formazione un cantiere aperto, Paoline, Milano 2007; AA.VV., Essere discepoli per essere maestri. La formazione un cantiere aperto, Paoline, Milano 2008.

Maria Marcellina Pedico
Serve di Maria Riparatrici
Via Monte Velino, 30 - 00141 ROMA
m.pedico@smr.it 

 

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Modificato domenica 16 marzo 2014
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