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«Quando
voi, responsabili della formazione, accompagnate le persone, lo scopo
vostro è quello di farle entrare nello spirito della famiglia, farle
diventare appartenenti alla famiglia, in modo tale che sposino il
carisma di fondazione e lo vivano generosamente come risposta di fedeltà
alla chiamata di Dio sulla propria vita. Ma nel processo formativo è
importante non perdere di vista il fatto che la meta nostra non è un
punto di arrivo, non è l’autoformazione, la costruzione di noi stessi,
ma è crescere nell’intimità della vita trinitaria. Avere in noi
“gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù”» (Fil 2,5).
Queste parole del carissimo p. Dalmazio Mongillo1
(ci ha lasciato il 13 luglio 2005), conosciuto e apprezzato da
tante religiose, ribadiscono l’importanza per le formatrici di avere
chiara la meta del loro compito. A tali parole fanno eco quelle del
documento Nuove vocazioni per una nuova Europa, edito nel 1997
dalla Pontificia Opera delle vocazioni ecclesiastiche: «All’interno del
vangelo della vocazione […] si aprono prospettive importanti a chi
lavora nella pastorale delle vocazioni ed è chiamato, perciò stesso, a
essere non solo animatore vocazionale, ma ancor prima seminatore
del buon seme della vocazione, e poi accompagnatore nel cammino
che conduce il cuore ad “ardere”, educatore alla fede e
all’ascolto del Dio che chiama, formatore degli atteggiamenti
umani e cristiani di risposta all’appello di Dio; ed è chiamato infine a
discernere la presenza del dono che viene dall’alto. Sono le
cinque caratteristiche centrali del mistero della chiamata che Dio
giunge all’uomo attraverso la mediazione d’un fratello/sorella» (n. 32).
La Presidenza dell’USMI, consapevole del delicato e fondamentale compito delle
formatrici, fin dal 2001 - dopo lunga riflessione e studio in équipe
- ha avvertito l’urgenza di promuovere e organizzare corsi appositi
per le responsabili della formazione. Sono nati così i
«Corsi triennali di formazione per formatrici» tenuti in via Zanardelli, nella sede nazionale dell’USMI.
Nel triennio
2001-2003 è stato realizzato il primo ciclo; negli anni 2005-2007 il
secondo. I molteplici contenuti dei rispettivi corsi, articolati in modo
interdisciplinare in aree antropologico-biblica, pedagogica e
socio-culturale e proposti complessivamente da 21 competenti relatori e
relatrici, hanno incoraggiato la Presidenza a rendere accessibile a tutti questa ricchezza, affidandone la
pubblicazione alle Edizioni Paoline. Inseriti nella collana «Sentinelle
di frontiera»,
tra il 2002 e il 2008 hanno visto la luce sei volumi, che indichiamo in
nota secondo l’ordine cronologico.2
Nei giorni 26-29
febbraio 2008 si è svolto il primo corso di un nuovo triennio
(2008-2010) per le formatrici. La presente pubblicazione, quale
Supplemento al n. 12 della nostra rivista Consacrazione e Servizio
offre alle numerose partecipanti a tale corso e alle sorelle
abbonate alla rivista il frutto di quei giorni, molto apprezzati per i
contenuti formativi e per i metodi di approccio esperienziale indicati.
Ha aperto i lavori la
biblista Nuria Calduch-Benages,
docente alla Pontificia Università Gregoriana, che si è soffermata sulla
figura di Marta quale <<discepola di Gesù>>, così come la presenta il
vangelo di Luca: attiva nel servizio degli uomini e contemplativa nel
servizio di Dio. È lei infatti che scopre per prima la fede, in un
dialogo-confronto con Gesù; e a lei il Maestro si rivolge, con parole
che anticipano ciò che accadrà dopo: «Io sono la risurrezione e la vita.
Credi tu?». Marta crede ancor prima del miracolo, riconosce Gesù come
Kyrios, Christòs, giungendo alla sapienza del cuore, fine cui
tendono tutte le donne apostole e discepole.
Don
Fabrizio Pieri – studioso di
teologia biblica e di spiritualità - apre il tema affidatogli su «Gesù
passa, guarda, invita», denominando le formatrici «Amiche dello Sposo», espressione che evoca quella di Gesù al Battista. Questi,
che discerne la vocazione di Gesù quale Agnello di Dio e lo
indica ai suoi discepoli, è modello di ogni formatore, è Voce
perché Amico. Semplicemente «c’è»immedesimato con il Maestro.
Marina Stremfelj,
del Centro Aletti di Roma e attiva in corsi di direzione
spirituale e formazione, svolge il tema dell’accompagnamento offrendo
concrete indicazioni pedagogiche. «L’accompagnamento domanda una
pedagogia adeguata», sottolinea, richiamando il n. 66 dell’esortazione
apostolica Vita consecrata. Confronta le sue proposte con la
pedagogia dei Padri della Chiesa, che attingono direttamente a Cristo,
il vero pedagogo. L’accompagnamento formativo umano/spirituale
aiuta le formande a sviluppare la relazione personale e affettiva con
Dio, la quale sta alla base di ogni scelta vocazionale.
Il salesiano don
Beppe Roggia, docente alla
Università Pontificia Salesiana, inizia la sua relazione con la domanda:
«La vita religiosa risponde oggi alla sensibilità dei giovani?». I
giovani che bussano oggi alla nostra porta - sottolinea - sono diversi
nei linguaggi, nelle emozioni; hanno un senso della libertà staccato
talora dalla solidarietà; avvertono il valore della persona, a scapito
dell’obbedienza; sono vittime, come noi adulti, di un modo di vivere
poco evangelico, che si manifesta nel consumismo, nell’incapacità di
stare con se stessi, quell’habitare secum che dona stabilità alla
persona; possiedono creatività e non regolarità; sono attratti comunque
dal fascino di una vita «altra». Il compito del formatore è quello di
aiutarli a passare dal fare all’essere, lasciando spazio al Signore.
Don
Massimo Grilli, docente del Nuovo
Testamento alla Pontificia Università Gregoriana, riflette su: «Come
vivere il limite alla luce della fede». Partendo dal testo di Luca 5,8 e
dal n. 21 del documento Ripartire da Cristo, il relatore si
interroga su come possiamo rendere fecondo il limite che portiamo in noi
stessi. La risposta è nella linea del «faccia a faccia» con Dio, per
arrivare nella libertà e nella verità, alla confessione di fede sulla
stabilità di Dio. Lui solo è da sempre e per sempre. L’uomo invece è
caducità, peccato e morte, è chiamato a «misurare il tempo» che gli è
stato donato: in esso trova possibilità di salvezza. La formatrice è
chiamata a conoscere e rispettare i tempi di ogni formanda, perché
ciascuno ha la sua maniera di «contare i giorni»: la vita non dipende
dagli anni, ma dai semi d’amore che essa accoglie ed offre. Al riguardo
il relatore richiama tre personaggi biblici: Abramo, Geremia, Rut.
Infine
Samuela Rigon svolge il tema:
«Giovani in comunità: esperienze di inserimento», riferendosi alla
propria esperienza, che ripetutamente confronta con il contenuto del
documento Ripartire da Cristo. Che cosa ci dice il Signore con il
dono di una giovane?, chiede alle formatrici. Il dono di una sorella ci
offre l’occasione per passare «dall’io al noi». Le giovani hanno un
profondo bisogno di sorelle maggiori che stanno al «chiodo»; hanno
grande desiderio di radicalità e forte amore alla Parola di Dio, però
fanno fatica ad assumersi responsabilità durature e a svolgere il
servizio nel nascondimento. Se sperimentano il valore e la bellezza del
vivere in comunità, le loro relazioni fraterne sono schiette, anche se
non sempre autentiche. La formatrice ha il compito di collegare proposta
vocazionale e vita quotidiana, secondo le esigenze della sequela; di
stare con la giovane in ascolto degli appelli del Signore anche nelle
delusioni, crisi e scoraggiamenti. Forse queste situazioni domandano
rotture e conversioni, ma possono segnare un salto di qualità.
Anche da questi brevi cenni sul corso realizzato quest’anno
possiamo intravedere la ricchezza che l’USMI mette in circolo a
beneficio della Chiesa e della vita consacrata.
NOTE
1. D. MONGILLO,
<<”Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù”. Lo
sguardo oltre>>, in AA.VV., Prevedere e provvedere. La formazione in
un mondo che cambia, Paoline, Milano 2004, 137. 5
2. AA.VV., Educarsi
per educare. La formazione in un mondo che cambia, Paoline, Milano
2002; AA.VV., Come lievito nella pasta. La formazione in un mondo che
cambia, Paoline, Milano 2003; AA.VV., Prevedere e provvedere. La
formazione in un mondo che cambia, Paoline, Milano 2004; AA.VV.,
Precedere per indicare il cammino. La formazione un cantiere aperto,
Paoline, Milano 2006; AA.VV., Crescere liberi e responsabili. La
formazione un cantiere aperto, Paoline, Milano 2007; AA.VV.,
Essere discepoli per essere maestri. La formazione un cantiere aperto,
Paoline, Milano 2008.
Maria Marcellina Pedico
Serve di Maria Riparatrici
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