Quasi
una fiaba quella che, in pieno 2000, vede protagonista Renato Soru,
nuovo guru nel mondo delle telecomunicazioni. Una storia che vogliamo
raccontare brevemente non tanto per portare alla ribalta una persona,
quanto per renderci conto di cosa si muove nel settore della
Comunicazione e per capire dove stiamo andando o meglio dove ci porterà
la rivoluzione telematica.
Poco
più che quarantenne, nato nel 1957 in un paese non distante da
Cagliari, dove vive tuttora con la moglie e i quattro figli, Soru, dopo
aver frequentato il liceo classico al suo paese, nell’Istituto dei
Padri Scolopi, si è laureato alla Bocconi di Milano. E’ uno che fa
sul serio nonostante quell’aria quasi ascetica di chi non si concede
molti svaghi, ma è amante dell’arte. Un sardo che non sempre riesce a
mascherare la propria timidezza, tanto che si può definirlo un tipo
difficile, di quelli che parlano e si mostrano poco, ma che
all’occorrenza tirano fuori la grinta.
Riservato
e poco entusiasta della mondanità della Costa Smeralda, e soprattutto
dei suoi abituali visitatori: “Noi siamo il contrario di tutto ciò,
la nostra ospitalità non ha niente a che fare con tale invadenza
vacanziera”. Una persona schiva col fiuto degli affari, che dopo aver
trasformato il negozio di generi alimentari dei suoi genitori in
Supermercato, prendendo in prestito le iniziali del nome di sua madre
Gigetta Spada, crea la catena dei GS, e quindi, su tutt’altro fronte,
fonda Tiscali, un gioiello che
in pochi anni diventa un capolavoro d’imprenditoria moderna, ma il cui
nome affonda le radici in tempi molto lontani. Tiscali è un sito
nuragico che risale a 2500 anni fa ed è stato scoperto nel cuore della
Sardegna nel 1910. E’ anche un luogo dove i sardi organizzavano la
difesa del territorio e la resistenza agli attacchi dei Fenici. Un nome
che evoca tenacia, silenzio e naturalmente Sardegna. Chi si mette in
contatto con le linee telefoniche di Tiscali, può sentire la musica di
un gruppo folk dell’isola: “Cordas e Cannas”. Attinge sempre alla
stessa fonte e per le sue aziende
sceglie sempre nomi sardi, come a custodire gelosamente la propria
specificità in un mondo che si invola a velocemente verso la
globalizzazione. Una difesa, un modo per non farsi trascinare dalla
corrente. Tiscali è frutto di una personalità taciturna, di uno che
non si perde dietro agli accessori, tutto dev’essere in funzione al
successo dell’idea madre.
Come
dal nulla, quel granello di senape che Soru ha preso e gettato nel
terreno è diventato albero robusto.
Quasi una leggenda, una favola, roba d’altri tempi se la realtà
non fosse così evidente e così fortemente proiettata nel futuro da
farci ricredere. No, non è un sogno.
Prima
le idee poi il denaro
La
sua filosofia è condensata in queste poche e semplici parole: le idee
valgono più del denaro. Può affermarlo lui che quando ha fondato
Tiscali disponeva di quanto basta per aprire tutt’al più una
pizzeria. Intanto la Rivista specializzata ‘Forbes’ lo colloca ai
primi posti nella graduatoria mondiale dei ‘paperoni’. Vero è che
preferisce parlare di idee e non di denaro e il suo vero culto, il suo
unico timore riverenziale è riservato alla scienza e non ad altro.
Si
mantiene piuttosto defilato, coltivando uno stile improntato alla
modestia, ma tiene a precisare che ciò non equivale necessariamente a
farsi sottovalutare. Sono tutti avvisati. Si spinge oltre fino ad
affermare che non sa quale santo lo abbia sponsorizzato. A noi sembra
che abbia un buon protettore.
Predica
la New-economy, che preferisce definire ‘Economia della Rete’ e
cerca di convincere tutti, anche i più restii, a convertirsi alla
religione di Internet, anche quanti sono rimasti saldamente ancorati
alle formule del passato e a quelle anacronistiche delle macchine a
vapore.
Oggi
ciò che conta è la velocità. E ribadisce: “Più del denaro occorre
talento: un misto di intelligenza, libertà e coraggio”. A lui il
coraggio non è mancato davvero. Qualcuno gli fa notare che per un
imprenditore nascere in un’isola debba essere uno svantaggio, e lui
ribatte che può essere solo un vantaggio svegliarsi ogni mattina col
sole. Chi può replicare?
Gli
Uffici di Tiscali sono così spogli da apparire quasi irreali, non vi si
trova niente che lasci intravedere una qualche personalizzazione. Il
miracolo Tiscali è anche questo: un’azienda che in borsa vale circa
quanto la Fiat, ma non le assomiglia per niente. E’ tutt’altra cosa:
siamo in piena era virtuale.
Orgoglioso
per non aver mai ricevuto aiuti da Enti pubblici. Il segreto del
successo, a suo dire, sta nella conoscenza, nel sapere e nella capacità
di mettere in relazione più elementi. Tutto qui e specifica: “Non
siamo geni, non siamo unti del Signore”.
Nuovi
Media, nuova economia, nuova cultura
E
prosegue confidandosi a un giornalista dell’Unione Sarda: Sono
convinto che l’economia si fa col cuore. Vorrei passare sulla terra
leggero. Tanto tutto alla terra dobbiamo restituire. Credo che tutto
quello che ho avuto mi sia stato affidato. Per lui la rivoluzione di
Internet è di gran lunga superiore a quella industriale che “nasceva
da capitali preesistenti, fenomeno tipicamente borghese”. Non è per
alcuni privilegiati. Lui è la prova vivente che la New economy sia alla
portata di tutti, “non ha barriere d’accesso ed è infinitamente
rapida.” E’ convinto che il mondo della generazione web sia comunque
migliore dei precedenti: più civile, più democratico, più uguale. Ed
è certo e lo si deve accettare, che in futuro la fisicità continuerà
a perdere valore. Torna a sottolineare di non aver pagato alcun prezzo
alla politica perché i tempi della nuova economia, che ha una
produzione immateriale, non si conciliano con quelli della politica. Se
sono tempi giusti, ben sincronizzati, viaggiano da soli. Ma si dice
disponibile a ogni collaborazione.
Lina
Sotis dice di Soru: “Vale la pena ascoltarlo. Parla pochissimo e fino
ad ora a proposito”.
Lo
invitano dappertutto. Al Meeting
dell’Amicizia di Rimini, nell’agosto del 2000, l’imprenditore
sardo di Internet fa il pieno di applausi da parte dei giovani,
ribadendo alcuni concetti a lui cari: la ricchezza buona: conoscenza e
intelligenza, si può ottenere facilmente in modo paritario. E’ per
tutti, non ci sono privilegiati. La Rete è una via democratica, ha il
pregio di spazzar via i vecchi concetti di Nord e Sud, di destra e di
sinistra, delle grandi città e dei distretti industriali. Si sporge,
incontrando qualche critica, fino a definirla uno ‘strumento
cristiano’, in quanto può mettere in gioco tutti, anche gli
emarginati, attraendoli nelle aree di lavoro. La maggior parte delle
transazioni economiche oggi si fanno via cavo. La parola d’ordine è
perciò: lavorare tutti e a casa propria.
“Sono orgoglioso di aver dato lavoro in Sardegna a 600 persone
con zero contributi statali e zero finanziamenti pubblici. La vera
ricchezza, la conoscenza, è una possibilità per tutti
indistintamente”.
Quel
granello crebbe e diventò un albero
Numero
uno della Soc. Sarda di Telecominacazioni e Internet Tiscali, è ormai
anche il numero due in Europa, all’interno di Andala. Sa che stare da
soli è vantaggioso perché consente decisioni più rapide, ma per
concorrere all’acquisizione di una licenza Umts, occorrono dei Soci
importanti.
Dunque,
Tiscali diventa Europea. Approdata in Francia, Belgio, Svizzera,
Germania, Spagna e
Rep.
Ceca, crea una sorta di circonvallazione elettronica fatta di centinaia
di chilometri di fibra ottica. La
forza di Soru sta nel sostegno dei risparmiatori, ma soprattutto nella
sua velocità decisionale: cogliere al volo le opportunità e subito
dopo confrontarsi con la realtà. La cosa più importante rimane
comunque per lui, quella di capire che la nuova economia non è un
servizio di telefonia più moderno, ma un nuovo media.
Oggi
Andala, la Società con cui ha partecipato all’assegnazione delle
licenze Umts, ottenendola, è diventata il 2° Internet
Provider d’Europa nell’era Web, cioè il 2° fornitore europeo
di accesso alla grande rete Internet e spera di diventare il primo con
15 milioni di abbonati a navigare.
Il
giornalista di Repubblica, G. Turani si augura che Soru non resti un
caso isolato in Italia e spera che altri seguano il suo esempio. Dice
che forse è un po’ ingenuo quando crede che il problema non siano i
soldi ma le idee, ma intanto intitola la sua intervista dell’11.9.00
“La Leggerezza di Tiscali”.
L’imprenditore
sardo è un personaggio atipico, ma di certo è convinto che nei
prossimi anni assisteremo alla grande migrazione della voce dalle linee
telefoniche tradizionali a Internet. E’ il primo a offrire di
telefonare via Internet e oggi si dichiara pronto per tre grandi
appuntamenti:
1.Creare
una nuova Soc. di telecomunicazioni:
Internet, telefo, dati e presto anche TV via cavo.
2.
Gestire un Nuovo Media che sarà
un formidabile organizzatore e distributore di contenuti attraverso il
proprio Network.
3.
Creare una grande rete di scambio commerciale
di prodotti digitali: finanza, software, musica… e anche di cose
fisiche. Quindi New Telco
– New Media - Commercio e anche altro.
Ritiene
un vantaggio, rispetto ad altri, il fatto di non essere appesantito da
strutture o vincoli precedenti, e perciò disponibile a cogliere tutte
le opportunità che la nuova tecnologia offrirà. La velocità
è la chiave di Internet che farà sentire gli Europei abitanti
dello stesso paese. Vale la pena di provarci fosse anche solo per
questo. Parola di Renato Soru.
Il
futuro in tasca
Con
in tasca la licenza UMTS (Universal Mobile Comunications System), la
Telefonia Mobile di terza generazione che succede alle due fasi
precedenti:
-
Quella fondata sulla tecnologia TACS, di tipo analogico
introdotta nel 1990
-
Quella fondata sulla tecnologia GSM, di tipo digitale,
Soru
si prepara a mettere in circolazione i telefonini di terza generazione,
ma guai a chiamarli telefonini…
Umts
è per lui un nuovo Media a tutti gli effetti; è un sistema che mette
insieme la praticità del telefonino e la funzionalità del computer. Le
prestazioni saranno tante e tali che definirlo telefono sarà riduttivo.
Ci troveremo di fronte a un nuovo strumento che offrirà in sintesi
diverse possibilità:
-
Accesso rapido
-
Copertura mondiale
-
Multimedialità: voce, Internet, ecc.
Velocità
e rischio
Velocità
e rischio vanno di pari passo, bisogna procedere con cautela, non coltivare illusioni eccessive, e lasciar decantare gli
entusiasmi incontrollati. Intanto, però, la realtà incombe e c’è da
calcolare i rischi che comporta un mercato che può decretare rovine nel
volgere di una stagione. Soru lo sa e sa che deve prendere rapidamente
delle decisioni e fare le scelte giuste e più opportune in tempi
brevissimi, e con l’occhio a Wall Street, ai titoli tecnologici Nasdaq.
Per
il resto, se gli prospettano la possibilità che il suo nome venga
assorbito da uno di quei pochi e fortissimi colossi mondiali del
settore, non si scompone e con piglio quasi evangelico risponde
serafico: “Poco importa se io diminuisco purché Tiscali
cresca, non importa se all’interno di altre denominazioni che
mettono in sordina il mio nome”. Sono parole che ne riecheggiano altre
già udite. Certo in altro contesto. Ma, senza voler santificare nessuno
anzitempo, sarebbe bello che questo linguaggio divenisse ricorrente
sulle labbra dei cristiani di oggi e soprattutto udirlo dalla voce degli
apostoli della Comunicazione Sociale e magari ritrovarlo nei loro
atteggiamenti, non più timorosi, ma divenuti coraggiosi e liberi, in
vista del Regno, nonostante queste parole evochino profeti decapitati.
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