n. 6
giugno 2005

 

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di Tiziana De Rosa
 

 

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È tempo di ritemprarsi le forze, fare una pausa, prendere un buon distacco dai problemi quotidiani e dalla fatica di ogni giorno, per guardare le situazioni, le cose e le persone con una lente colorata, di ingrandimento, se necessario, e fare un primo bilancio delle nostre azioni e delle nostre relazioni, ricaricarci con nuova energia e ricominciare daccapo, con più slancio, più autenticità e umanità e, soprattutto, con più essenzialità e verità.

Si avvicina, infatti, il tempo delle vacanze, il tempo del riposo estivo, il tempo in cui ciascuna/o pensa un po’ di più a se stessa e alla propria situazione esistenziale, oltre che alla propria salute e al proprio benessere psicofisico.

In questa estate che il Signore ci donerà, potremmo pensare in modo inedito alla nostra anima… Potremmo rimetterci in questione domandandoci chi siamo, che cosa facciamo, perché lo facciamo e che cosa desideriamo e cerchiamo veramente nella vita; perché siamo scontente di noi stesse e, a volte, anche degli altri e della stessa vita? Che cosa vogliamo veramente, chi cerchiamo? Perché agiamo in questo modo piuttosto che in un altro?

Le persone superficiali non entrano mai in se stesse, si accontentano di lasciarsi vivere, senza valorizzare la gamma delle proprie possibilità interiori e accontentandosi del mondo che trovano. Noi, però, non siamo così, ed ecco perché ci poniamo interrogativi e ci poniamo in discussione…

Noi pensiamo che nella vita ci voglia un po’ di sana inquietudine e un po’ di malinconia per non rassegnarsi mai di fronte ai mali del mondo, di fronte all’insensibilità e all’acquiescenza. Noi pensiamo che ci voglia sempre uno spirito di ricerca unito alla capacità di pensare e ipotizzare che un mondo diverso sia possibile, come è possibile un modo diverso di relazionarci tra di noi e con gli altri, all’interno delle nostre comunità e con l’autorità costituita, per rendere questa società più umana e, quindi, più vivibile: a misura di persona umana. Per tale sogno bisogna combattere e darsi da fare, in modo da sviluppare l’abilità intellettuale per costruirlo, per fare opinione, per dotarsi di una robusta spiritualità e camminare insieme verso gli obiettivi prefissati, condividendo la speranza di poter cambiare, di poter costruire un mondo diverso, con l’aiuto di Dio e con l’apporto di tutti.

Ben a ragione, Marco Guzzi afferma che «Il nostro tempo è straordinariamente propizio in quanto le domande ultime stanno diventando le prime che dobbiamo porci, anche per rispondere alla esigenza politica di una convivenza sensata e pacificata tra le persone e tra i popoli. In fondo, interrogarci oggi, in forma poli-fonica e poli-croma (interculturale e interreligiosa), sull’anima dell’essere umano significa lavorare a una nuova antropologia. Forse a un’antropologia dell’umanità per davvero globale? Di una umanità che non abbia più bisogno, per affermare le proprie identità (culturali e religiose) di contrapporsi agli altri polemica-mente, e cioè con i consueti strumenti (dialettici o militari) della guerra?»1

Da questi interrogativi e da queste domande esistenziali possono nascere i grandi pensatori e le grandi personalità intellettuali: persone capaci di rivoluzionare il mondo… Il sogno di una persona, infatti, rimane tale se resta solo; se invece mettiamo insieme questo sogno, condividendolo con tutte e tutti, questo sogno ci darà la forza e il coraggio di inverarlo nella realtà, facendo di noi tutte operatrici indomite dell’avvento del Regno di Dio su questa nostra povera Terra.

Mi piace terminare questo editoriale con una poesia, scritta proprio per noi, di padre G. Perego, noto scrittore e poeta gesuita:

  

PREGHIERA DI UNA DONNA CONSACRATA AL SIGNORE

 Signore, un giorno mi hai chiamata e portata alla tua casa, dandomi l’entusiasmo per te e svelandomi il segreto di essere libera e felice seguendo la tua via.

Conserva in me, immutàti, lo slancio e la felicità di quel primo incontro con te.

Suscita e moltiplica in me il gusto per le cose più belle: per l’altare, per la verità, per gli altri; donami coraggio, intelligenza e iniziativa, in modo che la mia vita sia costantemente una piccola centrale di grazia per chi ha sete e bisogno di te.

Signore, insegnami l’arte di portare al mondo il tuo nome, l’ascendente della tua persona, la conoscenza della tua dottrina. Che la mia indole e le mie maniere di vita non disturbino quest’azione di luce. Togli dal mio gesto, dalla mia voce, dalle mie espressioni tutto ciò che è scostante e intempestivo; che il mio sguardo e tutto il mio stile di agire portino i riflessi della tua serenità e della tua comprensione. Che la gente avverta in me la gioia profonda di averti incontrato e di averti seguito.

Se un giorno, sorpresa nella mia debolezza, venissi scossa nei miei affetti e nella consacrazione al tuo mondo di chiarezza e di verità, fammi sentire il vuoto esasperante della tua assenza e la tristezza di aver perduto il contatto affettuoso con te.

Ti prego infine per la mia comunità: ch’essa viva nell’unione e in piena schiettezza di rapporti; essa ti vuole bene e tutte lavoriamo per te. Che nessuna di noi si perda, e i nomi di tutte noi siano scritti fin d’ora sul libro della vita. Amen.  

(G. Perico S.I.)

1.AA.VV., Verso l'ecclesiale, Paoline Editoriale Libri, Milano 2005, p.171, € 12,00.

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