È
tempo di ritemprarsi le
forze, fare una pausa, prendere un buon distacco dai problemi quotidiani e dalla
fatica di ogni giorno, per guardare le situazioni, le cose e le persone con una
lente colorata, di ingrandimento, se necessario, e fare un primo bilancio delle
nostre azioni e delle nostre relazioni, ricaricarci con nuova energia e
ricominciare daccapo, con più slancio, più autenticità e umanità e, soprattutto,
con più essenzialità e verità.
Si avvicina, infatti, il tempo
delle vacanze, il tempo del riposo estivo, il tempo in cui ciascuna/o pensa un
po’ di più a se stessa e alla propria situazione esistenziale, oltre che alla
propria salute e al proprio benessere psicofisico.
In questa estate che il Signore
ci donerà, potremmo pensare in modo inedito alla nostra anima… Potremmo
rimetterci in questione domandandoci chi siamo, che cosa facciamo, perché lo
facciamo e che cosa desideriamo e cerchiamo veramente nella vita; perché siamo
scontente di noi stesse e, a volte, anche degli altri e della stessa vita? Che
cosa vogliamo veramente, chi cerchiamo? Perché agiamo in questo modo piuttosto
che in un altro?
Le persone superficiali non
entrano mai in se stesse, si accontentano di lasciarsi vivere, senza valorizzare
la gamma delle proprie possibilità interiori e accontentandosi del mondo che
trovano. Noi, però, non siamo così, ed ecco perché ci poniamo interrogativi e ci
poniamo in discussione…
Noi pensiamo che nella vita ci
voglia un po’ di sana inquietudine e un po’ di malinconia per non rassegnarsi
mai di fronte ai mali del mondo, di fronte all’insensibilità e all’acquiescenza.
Noi pensiamo che ci voglia sempre uno spirito di ricerca unito alla capacità di
pensare e ipotizzare che un mondo diverso sia possibile, come è possibile
un modo diverso di relazionarci tra di noi e con gli altri, all’interno
delle nostre comunità e con l’autorità costituita, per rendere questa società
più umana e, quindi, più vivibile: a misura di persona umana. Per tale sogno
bisogna combattere e darsi da fare, in modo da sviluppare l’abilità
intellettuale per costruirlo, per fare opinione, per dotarsi di una robusta
spiritualità e camminare insieme verso gli obiettivi prefissati, condividendo la
speranza di poter cambiare, di poter costruire un mondo diverso, con l’aiuto di
Dio e con l’apporto di tutti.
Ben a ragione, Marco Guzzi
afferma che «Il nostro tempo è straordinariamente propizio in quanto le domande
ultime stanno diventando le prime che dobbiamo porci, anche per rispondere alla
esigenza politica di una convivenza sensata e pacificata tra le persone e tra i
popoli. In fondo, interrogarci oggi, in forma poli-fonica e poli-croma
(interculturale e interreligiosa), sull’anima dell’essere umano significa
lavorare a una nuova antropologia. Forse a un’antropologia dell’umanità per
davvero globale? Di una umanità che non abbia più bisogno, per affermare le
proprie identità (culturali e religiose) di contrapporsi agli altri
polemica-mente, e cioè con i consueti strumenti (dialettici o militari)
della guerra?»1
Da questi interrogativi e da
queste domande esistenziali possono nascere i grandi pensatori e le grandi
personalità intellettuali: persone capaci di rivoluzionare il mondo… Il sogno di
una persona, infatti, rimane tale se resta solo; se invece mettiamo insieme
questo sogno, condividendolo con tutte e tutti, questo sogno ci darà la forza e
il coraggio di inverarlo nella realtà, facendo di noi tutte operatrici indomite
dell’avvento del Regno di Dio su questa nostra povera Terra.
Mi piace terminare questo
editoriale con una poesia, scritta proprio per noi, di padre G. Perego, noto
scrittore e poeta gesuita:
PREGHIERA DI UNA
DONNA CONSACRATA AL SIGNORE
Signore,
un giorno mi hai chiamata e portata alla tua casa, dandomi l’entusiasmo per te e
svelandomi il segreto di essere libera e felice seguendo la tua via.
Conserva in me,
immutàti, lo slancio e la felicità di quel primo incontro con te.
Suscita e
moltiplica in me il gusto per le cose più belle: per l’altare, per la verità,
per gli altri; donami coraggio, intelligenza e iniziativa, in modo che la mia
vita sia costantemente una piccola centrale di grazia per chi ha sete e bisogno
di te.
Signore,
insegnami l’arte di portare al mondo il tuo nome, l’ascendente della tua
persona, la conoscenza della tua dottrina. Che la mia indole e le mie maniere di
vita non disturbino quest’azione di luce. Togli dal mio gesto, dalla mia voce,
dalle mie espressioni tutto ciò che è scostante e intempestivo; che il mio
sguardo e tutto il mio stile di agire portino i riflessi della tua serenità e
della tua comprensione. Che la gente avverta in me la gioia profonda di averti
incontrato e di averti seguito.
Se un giorno,
sorpresa nella mia debolezza, venissi scossa nei miei affetti e nella
consacrazione al tuo mondo di chiarezza e di verità, fammi sentire il vuoto
esasperante della tua assenza e la tristezza di aver perduto il contatto
affettuoso con te.
Ti prego infine
per la mia comunità: ch’essa viva nell’unione e in piena schiettezza di
rapporti; essa ti vuole bene e tutte lavoriamo per te. Che nessuna di noi si
perda, e i nomi di tutte noi siano scritti fin d’ora sul libro della vita. Amen.
(G. Perico S.I.)