n. 3
marzo 2007

 

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La Parola di Dio per vivere

 

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«Poco dopo il mio arrivo nel lager, verso sera, mi si avvicinò un tale e mi chiese con cautela se volessi ascoltare l’Apocalisse. Mi condusse nel locale della caldaia e lì, nella penombra di quel covile simile a una caverna, si erano già raccolte alcune persone. Illuminato dai bagliori rossastri della caldaia, un uomo si alzò e cominciò a recitare, parola per parola, l’Apocalisse. Poi disse a un altro: E adesso, continua tu! E quegli si alzò e recitò a memoria il capitolo successivo… Mi resi conto che quei detenuti si erano suddivisi tutti i principali testi della Bibbia, li avevano imparati a memoria e li ripetevano per non dimenticarli». In questo brano che si legge nella Parabola di Pasqua (Ed. La Locusta) dello scrittore Andrei Siniavskij (1925-1997) «ciò che emoziona - commenta Gianfranco Ravasi - non è tanto la capacità di tener vivo un libro sacro, ma di comunicarlo, anche in mezzo a rischi gravi, perché diventi sorgente di vita e di speranza in un orizzonte desolato e disumano. Oggi più che mai abbiamo bisogno di sentire questa necessità della parola di Dio in un tempo in cui essa è dimenticata e ignorata». In verità, nella nostra società complessa sta avvenendo qualcosa di simile a quanto è descritto nel libro del profeta Amos: «Verranno giorni – dice il Signore Dio – in cui manderò la fame nel paese, non fame di pane né sete d’acqua, ma d’ascoltare la parola del Signore» (Am 8,11). Molteplici segni convergono nel provocarci a far nostra l’attenzione della Chiesa alla parola di Dio. Ci sono innanzitutto le istanze del Convegno ecclesiale di Verona (vedi il Dossier del n. 1/2007 di Consacrazione e Servizio) tra le quali possiamo rievocare le parole del monaco camaldolese Franco Mosconi: «Quale posto per la parola di Dio nella nostra vita? A 40 anni dalla Dei Verbum, che ne abbiamo fatto della Parola? Da molti penitenti che ancora si confessano – dice ancora dom Mosconi – se provate a chiedere quale primato abbia l’ascolto della Parola nella loro vita, sentirete, purtroppo, una risposta desolante!». Un altro segno che aiuterà a tracciare il nostro stile di vita è l’annunciato Sinodo dei vescovi che si svolgerà dal 5 al 26 ottobre 2008 sul tema scelto da Benedetto XVI: «La parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa». Infine, tra le iniziative delle Chiese locali, emerge la lettera pastorale per l’anno 2006-2007 di mons. Bruno Forte, dal titolo: «La parola di Dio per vivere. La Sacra Scrittura e la bellezza di Dio». Da questa lettera suddivisa in dodici brevi paragrafi stralciamo i seguenti brani.

«Se capisci che la Bibbia – dice mons. Forte - è la “lettera di Dio”, che parla proprio al tuo cuore, allora ti avvicinerai ad essa con la trepidazione e il desiderio con cui un innamorato legge le parole della persona amata. Allora, il Dio, che è Padre e Madre nell’amore, parlerà proprio a te e l’ascolto fedele, intelligente, umile e pregato di quanto Lui ti dice sazierà poco a poco il tuo bisogno di luce, la tua sete d’amore. Imparare ad ascoltare la voce che ti parla nella Sacra Scrittura è imparare ad amare: la parola di Dio è la buona novella contro la solitudine! Perciò, l’ascolto delle Scritture è ascolto che libera e salva. Solo Dio poteva rompere il silenzio dei cieli e irrompere nel silenzio del cuore: solo Lui poteva dirci - come nessun altro - parole d’amore. È quanto è avvenuto nella sua rivelazione, dapprima al popolo eletto, Israele, e poi in Gesù Cristo, la Parola eterna fatta carne. […]. Nutrirsi della Scrittura è nutrirsi di Cristo: “L’ignoranza delle Scritture - afferma San Girolamo - è ignoranza di Cristo”. Chi vuole vivere di Gesù deve ascoltare incessantemente le divine Scritture, nessuna esclusa. È in esse che si rivela il volto dell’Amato, in questo oggi che passa e nel giorno dell’amore senza fine. Come incontrare il Vivente nel giardino delle Scritture, simile al giardino del sepolcro? Perché avvenga a noi ciò che avvenne alla donna, i cui occhi si aprirono a riconoscere il Signore Risorto in colui, che prima aveva preso per il custode del giardino (cf. Gv 20,15s), è necessario essere chiamati dall’Amato, toccati dal fuoco del Suo Spirito (cf Gv 14,26). Nessun incontro con la parola di Dio andrà vissuto, allora, senza aver prima invocato lo Spirito, che schiude il libro sigillato, muovendo il cuore e rivolgendolo a Dio, aprendo gli occhi della mente e dando dolcezza nel consentire e nel credere alla verità (cf. DV 5). È lo Spirito a farci entrare nella Verità tutta intera attraverso la porta della parola di Dio, rendendoci operatori e testimoni della forza liberante che essa possiede e che è così necessaria a un mondo in cui spesso sembra si sia perso il gusto e la passione per la Verità. Prima di leggere le Scritture, invoca sempre il datore dei doni, la luce dei cuori: lo Spirito Santo! Per renderci capaci di accogliere fedelmente la parola di Dio, il Signore Gesù ha voluto lasciarci - insieme col dono dello Spirito - anche il dono della Chiesa, fondata sugli Apostoli. […]. La lettura fedele della Scrittura non è opera di navigatori solitari, ma va vissuta nella barca di Pietro: l’annuncio, la catechesi, la celebrazione liturgica, lo studio della teologia, la meditazione personale o di gruppo, vissuta anche in famiglia, l’intelligenza spirituale maturata nel cammino della fede, sono altrettanti canali che ci rendono familiari alla Bibbia nella vita della Chiesa. È poi particolarmente bello e fecondo meditare la Parola secondo la distribuzione che ne fa ogni giorno la liturgia, lasciandosi guidare per mano da essa nella rigogliosa foresta dei testi biblici. Accompagnato dalla Chiesa Madre nessun battezzato deve sentirsi indifferente alla Parola di Dio: ascoltarla, annunciarla, lasciarsene illuminare per illuminare gli altri è compito che ci riguarda tutti, ciascuno secondo il dono ricevuto e la responsabilità che gli è affidata, con la passione missionaria che Cristo chiede ai Suoi discepoli, nessuno escluso (cf Mc 16,15).

«Il Dio, che si comunica al tuo cuore - prosegue mons. Forte - ti chiama ad offrirgli non qualcosa di te, ma te stesso. Questo ascolto accogliente ti rende libero. Nella Parola è Dio stesso a raggiungerti e trasformarti (cf Eb 4,12). Affidati, allora, alla Parola. Fidati di essa. Essa è fedele in eterno, come il Dio che la dice e la abita. Perciò, se accogli con fede la Parola, non sarai mai solo: in vita, come in morte, entrerai attraverso di essa nel cuore di Dio: “Impara a conoscere il cuore di Dio nelle parole di Dio” (San Gregorio Magno). Ascoltare, leggere, meditare la Parola; gustarla, amarla, celebrarla; viverla e annunciarla in parole e opere: è questo l’itinerario che ti si apre dinanzi, se comprendi che nella parola di Dio sta la sorgente della vita. Dio in persona ti visita in essa: perciò la Parola ti coinvolge, ti rapisce il cuore e si offre alla tua fede come aiuto e difesa nella crescita spirituale. Come leggere la parola di Dio? Una via ben collaudata per approfondirla e gustarla è la lectio divina, che costituisce un vero e proprio itinerario spirituale in varie tappe. La prima è la lectio, la lettura propriamente detta. Leggi attentamente, più volte, un passo della Scrittura, e domandati: “Che cosa dice il testo in sé?”. Passa quindi alla meditatio, la meditazione, che è come una sosta interiore: raccogliti e chiedi a Dio: “Che cosa dici a me con queste Tue parole?”. Mettiti nell’atteggiamento del giovane Samuele: “Parla, Signore, perché il Tuo servo Ti ascolta!” (1Sam 3,10). Rispondi, quindi, con l’orazione, l’oratio, rivolgendoti così al Dio che ti ha parlato: “Che cosa dirò io a Te, mio Signore?”. La risposta la darai invitando il tuo Dio ad abitare nella casa del tuo cuore, perché trasformi i tuoi pensieri e i tuoi passi. Giungerai, così, alla contemplatio, quel contemplare agendo, in cui il tuo cuore, toccato dalla presenza di Cristo, si chiederà: “Che cosa devo fare ora per realizzare questa Parola?”, e cercherà di viverlo».

Amiche lettrici e lettori, oltre a consigliare la lettura completa della lettera pastorale di mons. Bruno Forte, invito ad accogliere con particolare attenzione il presente numero di Consacrazione e Servizio. La riproduzione in copertina di una pagina dell’evangeliario del IX secolo sul Vangelo di Luca ci ricorda che quest’anno la liturgia lo propone come luce sul nostro cammino di vita. Aprendo il fascicolo possiamo soffermare lo sguardo sui vari contributi raccolti nel Dossier dedicato alla riscoperta della parola di Dio. Essi intendono stimolare l’approfondimento di cui abbiamo bisogno per ridare slancio, senso, bellezza alla nostra vita consacrata. Il presente numero offre inoltre le consuete rubriche, ricche di sapienza e di ardore apostolico. Certamente abbiamo tra le mani uno sussidio che può aiutare efficacemente ogni lettore/lettrice a fare un esame di coscienza sul posto che riserva a quanto esce dalla bocca di Dio.

Maria Marcellina Pedico
delle Serve di Maria Riparatrici