n. 11
novembre 2008

 

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La Parola per la vita interiore
   

 

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"Partì la goccia dalla sua patria, trovò una conchiglia, vi entrò e divenne una perla. O uomo, viaggia da te stesso in te stesso, perché da un simile viaggio la terra diventa oro purissimo". Così Gialal alDin Rumi, poeta mistico del XIII secolo, scrive in una delle sue pagine luminose per la spiritualità che da esse traluce. La parabola diventa trasparente nella sua applicazione.

Già sant’Agostino, grande maestro di vita interiore, ammoniva sulla necessità di ritornare dall’esteriorità dispersiva nelle profondità intime e segrete dell’uomo. Là non si scoprirà solo il proprio Io ma anche Dio. È un insegnamento importante per il nostro tempo fatto soprattutto di apparenza, incline all’esteriorità, attratto dal successo, sensibile al prestigio, votato alla frivolezza delle esperienze.

Se si vuole creare qualcosa di solido e duraturo, occorre avere il coraggio di ritornare alla riflessione, alla meditazione, all’interiorità, in breve alla vita interiore. Sempre sant’Agostino ci ricorda che se noi ci guardiamo "dentro" possiamo rivedere il film della nostra vita: un film fatto di memoria e di oblio, non sempre casuali. In questo deposito di ricordi ognuno di noi è diverso dall’altro, ognuno ha le sue esperienze, la sua infanzia, la sua storia. Secondo la tradizione cristiana più si scava dentro la propria soggettività, più ci si avvicina all’Altro, misterioso ospite segreto, che custodisce le chiavi della nostra identità. E incontrare l’Altro equivale anche ad incontrare, ad un livello diverso, tutti gli altri, poiché questa scoperta ha un valore universale: siamo tutti così. Siamo diversi "dentro", è vero, ma siamo uguali "più in profondità".

È necessario, perciò, educarsi alla vita interiore, il che significa avere una buona relazione con se stessi: guardarsi dentro, mettersi allo specchio spesso opaco, talvolta addirittura deformante della nostra coscienza; fermarsi, verificare in modo periodico, sistematico, i nostri pensieri, desideri, sogni più profondi; purificare progressivamente la nostra coscienza da ogni infiltrazione egoistica; imparare a stare, in momenti importanti della giornata, della settimana e dell’anno, in compagnia di noi stessi; essere pazientemente in ascolto, imparare a distinguere la voce del cuore da quella della testa; spingere sempre più in profondità la sonda della riflessione. Per crescere nella profondità della vita interiore occorre tempo: tempo per parlare, per ascoltare, per guardarsi negli occhi, per stare un po’ insieme anche senza dire niente. Secondo gli autori spirituali è importante valorizzare il tempo interiore come autentico tempo della vita.

La vita interiore è un cammino lungo che esige costanza, pazienza, tenacia: è la tensione che dura tutta una vita. Seguire Cristo richiede volontà e determinazione per lasciare che lo Spirito Santo pervada tutti gli angoli della nostra mente e del nostro cuore e ci renda più conformi ad avere i sentimenti del Figlio di Dio. Non si può attuare questo discepolato senza autodisciplina. Nella vita spirituale la disciplina non ha nulla a che fare con quella degli atleti, dello studio accademico o della formazione al lavoro. La disciplina del discepolo cristiano non è dominare qualcosa, ma essere dominati dallo Spirito. La vera disciplina cristiana è lo sforzo umano per creare uno spazio in cui lo Spirito di Cristo può trasformare a sua immagine. Tra gli strumenti da valorizzare per custodire la propria interiorità possiamo attirare l’attenzione su una delle tre discipline che Henri J. M. Nouwen († 1996) – uno dei più grandi autori spirituali del nostro tempo – propone, e cioè la disciplina del Libro (le altre due sono: la disciplina della Chiesa e la disciplina del cuore). Dal breve opuscolo L’abnegazione di Cristo. La via dell’abbassamento e la vita spirituale, pubblicato di recente dall’Editrice Queriniana, sintetizziamo al riguardo quanto il nostro autore descrive sul percorso da seguire attraverso la disciplina del Libro.

Leggere le Scritture è essenziale per chiunque voglia seguire Cristo sulla "via dell’abbassamento". Sebbene la Chiesa ci presenti ogni giorno la parola di Dio, abbiamo anche necessità di ascoltare quella Parola nell’intimità della nostra casa e sentirla risuonare negli angoli più riposti del nostro essere. Cristo è la parola di Dio fatta carne per noi.

Attraverso la disciplina del Libro, la parola di Dio può continuare a farsi carne in noi. Leggere le Scritture come la parola più intima di Dio per noi è perciò l’attuazione del prodigio dell’incarnazione nella realtà concreta della vita presente. Si tratta di una vera disciplina. Infatti, troppo spesso quando leggiamo le Scritture le leggiamo semplicemente per informarci o per istruirci, per edificarci o per essere ispirati, oppure – ed è frequente – per trovare una citazione a sostegno delle nostre idee. Il Libro sacro diventa un libro tra altri libri ed è spesso usato puramente in questo modo, proprio come Gesù, che essendo diventato un essere umano tra altri esseri umani, è spesso trattato unicamente come tale.

Mediante la parola di Dio siamo formati alla vita in Cristo, e questa formazione va molto oltre l’informazione, l’istruzione, l’edificazione o l’ispirazione. È una formazione che richiede di nutrirsi della Parola, masticarla, digerirla e lasciare quindi che diventi vero nutrimento per noi. La Parola discende allora dalla nostra mente al nostro cuore, e qui trova la sua dimora. È questa la meditazione: la disciplina dell’attenzione interiore alla Parola. Tra i tanti testi biblici che la Chiesa ci presenta ogni anno può esservi una parola, un racconto, una parabola, una frase, che hanno il potere di trasformarci, di cambiare tutta la nostra vita, di darci un nuovo cuore e una nuova mente, di renderci più conformi a Cristo. La meditazione è quindi molto di più che riflettere sulla Scrittura, molto di più che cercare di comprendere le parabole e interpretare i detti più complicati. La meditazione è la crescente disponibilità interiore alla Parola, affinché la Parola possa guidarci, aprirci, rimuovere le nostre paure, e venire ad abitare in noi. Vera meditazione è quindi lasciare che la Parola diventi carne in noi.

Attraverso l’incarnazione della Parola in noi entriamo nella vita eterna. "Il cielo e la terra passeranno, dice Gesù, ma le mie parole non passeranno". Gesù è la Parola, e le sue parole sono vita eterna. La sua Parola è pane che sfama, luce che disperde le tenebre e vita che ci fa affrontare la morte senza timore. Leggere la Scrittura, in quanto parola di Dio per noi, è un evento sacramentale, un evento in cui il volere divino diventa presente e ci trasforma. Ciò ha conseguenze concrete per la nostra vita di ogni giorno. Ci mostra il vero significato del leggere e dello studiare. Come vi è una sola storia dalla quale tutte le altre storie ricevono significato, così vi è un solo libro dal quale tutti gli altri libri ricevono significato. La lettura della Scrittura deve essere perciò alla base di ogni tipo di lettura: devozionale, accademica o ricreativa, deve rimanere sempre intimamente connessa con la Parola creativa e ricreativa di Dio.

Amiche lettrici e cari lettori, il numero di Consacrazione e Servizio che avete tra mano si apre con la rubrica "Speciale Anno Paolino" a cura della biblista Elena Bosetti. L’articolo presenta lo stile pastorale di san Paolo che include la sua capacità di tessere collaborazioni al maschile e al femminile.

Cristina Caracciolo, che ci accompagna da tempo a riconoscere la "vicinanza della Parola", nella sua breve riflessione biblica, attira la nostra attenzione sulla chiarezza dell’apostolo Paolo di fronte alla verità: "Dio ha scelto ciò che è ignobile e disprezzato".

Il patrologo Mario Maritano che nella rubrica "Sapienza dei Padri" ha illustrato lungo l’anno alcune grandi figure: Ignazio d’Antiochia, Giustino, Ireneo di Lione, Origene, Atanasio, Basilio, Ambrogio, Giovanni Crisostomo, Girolamo, delinea nel presente fascicolo la figura di Agostino, uno dei più importanti Padri della Chiesa occidentale, mettendone in risalto la fede e l’amore per Dio.

La rubrica "Orizzonti>> arricchisce il fascicolo con due testi complementari che si riferiscono a Lourdes: la cronaca del Congresso Mariologico Internazionale svoltosi nella cittadina dei Pirenei sul complesso tema delle apparizioni mariane (Eugenio Galignano); e una presentazione, da parte della teologa Michelina Tenace, del mosaico dell’artista M. Rupnik sui misteri della luce, rappresentati sulla facciata della Basilica del Rosario.

Una parola particolare per il "Dossier". Sotto il titolo: "Con tutto il cuore ti cerco", espressione tratta dal Salmo 119, sono raccolti sei studi sui "Paesaggi nascosti dell’anima", ovvero sulla vita interiore, tema oggi quanto mai importante per una rinnovata vita spirituale. Gli argomenti sono stati pensati ed elaborati tenendo presente la prospettiva biblica (Innocenzo Gargano), teologale (Dario Vitali), spirituale (Armando Matteo, Bruno Secondin, Ermes Ronchi, Elia Citterio). Le riflessioni del presente Editoriale, intendono attirare l’attenzione sulla Parola di Dio – tema affrontato dai Vescovi nel Sinodo – in rapporto alla vita interiore, aspetto da tenere presente nel nostro mondo attratto dalla spettacolarità, dal prestigio, dal successo.

La ricca tematica del presente numero ci provoca a non lasciarci sedurre dal maligno, ma a camminare secondo lo Spirito Santo che dall’intimo del nostro cuore ci chiama a seguire Cristo, Parola viva ed efficace.

Maria Marcellina Pedico
Serve di Maria Riparatrici
Via Monte Velino, 30 - 00141 ROMA
m.pedico@smr.it