Giovanni
Paolo II nel suo lungo pontificato (1978-2005) ha avuto per la vita consacrata
una cura continua e un’attenzione vigile e cordiale.
Già nel primo incontro con le suore di Roma il 10 novembre 1978 - a un mese
dalla sua elezione - aveva iniziato il suo discorso affermando: "Oggi m’incontro
con voi religiose.
Ho desiderato che questo incontro seguisse immediatamente quello di ieri (dei
sacerdoti).
Così, come nuovo Vescovo di Roma, posso avvicinarmi a coloro che
costituiscono, in un certo modo, le principali riserve spirituali di questa
diocesi, che è la prima fra tutte le diocesi nella Chiesa, e avere almeno un
primo contatto con loro.
Questo avvicinamento e questa conoscenza mi stanno molto a cuore" Alla
luce di un’esperienza di fede che alimenta e sorregge una solida teologia,
Papa Wojtila individua con sicurezza, espone con lucidità, ripropone con
instancabile fervore, l’amore assoluto per Cristo quale fondamento della vita
consacrata.
"Ravvivate in voi - dirà il 12 gennaio 1980 ai religiosi di Roma - la
consapevolezza e la gioia del vostro stato di persona consacrata: Cristo deve
essere lo scopo e la misura della vostra vita.
Dall’incontro con lui ha avuto origine la vostra vocazione: la fede in lui
ha determinato il "sì" del vostro impegno, la speranza del suo aiuto
ne sorregge ora il perseverante adempimento, l’amore che egli ha acceso nei
vostri cuori alimenta lo slancio necessario per il superamento delle inevitabili
difficoltà e per il quotidiano rinnovarsi della vostra offerta.
In Cristo, che "per noi uomini e per la nostra salvezza è disceso dal
cielo", voi avete scoperto altresì la ragione profonda del vostro dono ai
fratelli" Nell’udienza
concessa l’11 ottobre 1980 all’Unione Superiore Maggiori d’Italia (USMI),
dirà con paterna benevolenza: "Sì, carissime sorelle, portate a tutte le
suore affidate alla vostra responsabilità il saluto del Papa: dite loro che
egli le ricorda, le segue, le stima, prega per loro, soffre con loro, si
preoccupa delle loro vicende umane e spirituali e le vorrebbe sempre tutte liete
e generose, pur nelle immancabili tribolazioni" Questo personale interesse
di Giovanni Paolo II per la vita consacrata assume particolare valore e
importanza: diviene espressione convinta e convincente dell’amore privilegiato
della Chiesa e quindi di Cristo stesso per coloro che ne hanno accolto l’invito
a stare con lui e a seguirlo più da vicino.
È eloquente al riguardo che proprio nei tre documenti, che sono ritenuti i
maggiori del magistero di Giovanni Paolo II sulla vita consacrata, si metta in
luce fin dai primi numeri questa verità Nell’esortazione apostolica Redemptionis
donum del 25 marzo 1984, che si caratterizza per l’approfondimento
teologico degli aspetti fondamentali della vita consacrata alla luce del mistero
della redenzione, scrive il Santo Padre: "Vi saluto con l'affetto del
vescovo di Roma e successore di san Pietro, col quale le vostre comunità
rimangono unite in modo caratteristico Dalla stessa sede romana giungono anche,
con un'eco incessante, le parole di san Paolo: "Vi ho promessi a un unico
sposo, per presentarvi quale vergine casta a Cristo" (2Cor 11,2).
La Chiesa, che raccoglie dopo gli apostoli il tesoro delle nozze con lo Sposo
divino, guarda con sommo amore verso tutti i suoi figli e tutte le sue figlie,
che con la professione dei consigli evangelici hanno stretto, attraverso la sua
mediazione, un'alleanza privilegiata col Redentore del mondo.
[…].
Che la parola d'amore della Chiesa, a voi indirizzata nel giubileo della
redenzione, sia il riflesso di quella parola d'amore che Cristo stesso ha
indirizzato a ciascuno e a ciascuna di voi, pronunciando un giorno quel
misterioso "seguimi", dal quale ha preso inizio la vostra vocazione
nella Chiesa" (n. 2) Anche nel n. 13 di Vita consecrata del 25 marzo
1996, non manca un esplicito, anche se sobrio, accenno all’attenzione della
Chiesa, mentre nell’Introduzione della Lettera Ad omnes personas
consacratas del 22 maggio1988 viene sintetizzata così: "Nel redigerla,
io desidero al tempo stesso esprimere l’amore che la Chiesa nutre per voi, per
la vostra vocazione, per la missione che svolgete in mezzo al Popolo di Dio, in
tanti luoghi e in tanti modi.
Tutto questo è un grande dono per la Chiesa" Questa attenzione
amorevole del Papa polacco per le persone consacrate emerge anche dal suo
insegnamento proposto in modo semplice e chiaro nelle diciannove catechesi che
ha voluto dedicare alla vita consacrata e pronunciate nelle Udienze dei
mercoledì dal 28 settembre 1994 al 29 marzo 1995.
Raccolte in volume dalla Libreria Editrice Vaticana nel 1995 costituiscono un’autentica
e autorevole Summa che mette in luce i valori fondamentali, i contenuti,
il significato, la missione, le peculiarità della vita consacrata.
Esse presentano una sintesi della dottrina del Papa e sono un aiuto concreto
a scoprire quei valori che, forse per mancanza di una adeguata comprensione,
talvolta si accantonano Dall’ultima catechesi - dal titolo: "La Beata
Vergine Maria e la vita consacrata " - emerge la forte connotazione mariana
del magistero di Giovanni Paolo II.
Maria è presentata quale capolavoro dello Spirito e attuazione più perfetta
possibile di consacrazione e di sequela.
Ella - afferma il Papa – "è stata scelta" e "presa da
Dio", che ha voluto fare di lei il luogo privilegiato del suo rapporto con
l’umanità nell’incarnazione, e in questo è memoria continua per i
consacrati perché ricordino il primato di Dio e vivano in gioioso atteggiamento
di gratitudine.
Guardando a Maria i chiamati impareranno a vivere l’appartenenza
incondizionata a Dio e la partecipazione piena alla verginità, povertà e
obbedienza di Cristo nella sequela.
In un certo senso la Madre di Dio è la regola vivente della vita.
Non per nulla la vocazione a rivivere il genere di vita di Cristo è - come
ricorda il Concilio - vocazione a rivivere anche il genere di vita di Maria (cf Lumen
gentium 46b) Amiche lettrici e cari lettori, il fascicolo di Consacrazione
e Servizio che avete tra le mani - il 5° del 2011 - si apre con le solite
due rubriche.
La prima: "Vi affido alla Parola", redatta dal nostro collaboratore
Bruno Secondin, indugia - alla luce della Verbum Domini – sull’azione
dello Spirito Santo, "che è
stato all’origine dell’irruenza e fecondità della Parola, che accompagna il
suo trasmigrare, per darle nuova vivacità".
L’altra rubrica: "E tu chi
dici che io sia?", ospita un’intervista di Paola Bignardi a don Marco
D’Agostino, Vice rettore del seminario di Cremona e docente di Sacra Scrittura
nello studentato di Lodi-Cremona.
Con disarmante semplicità l’autore racconta da quale pagina evangelica
"è partito" per lui "il tempo del discepolato" La rubrica "Orizzonti"
arricchisce il fascicolo con quattro studi.
Nel primo, la teologa Cettina Militello ci aiuta a riflettere, in questo mese
di maggio dedicato alla Madre di Dio, su un tema quanto mai affascinante:
"Maria nostra sorella".
Nel secondo, la giovane giornalista Monica Borraccino richiama la nuova
stagione che si è verificata per le religiose dopo l’unità d’Italia.
Nel terzo contributo, Rosario Carello, responsabile della rubrica Rai:
"A Sua Immagine ", ci ricorda che il "fare" del volontariato
è sempre più complesso nel nostro mondo in rapida trasformazione: in occasione
dell’Anno dedicato proprio al volontariato, urge un rinnovamento.
Nel quarto contributo i due laici: Laura Badaracchi e Cesare Zanirato
rievocano il "riuscito" incontro del "Pomeriggio a più
voci" svoltosi domenica 6 marzo 2011 sulla Verbum Domini Una parola
particolare per il "Dossier".
Sotto il titolo: "È questo il vostro culto spirituale" -
espressione tratta dalla Lettera di Paolo ai Romani (12,1) - sono raccolti sette
studi su un argomento sempre da approfondire, come evoca il sottotitolo:
"Celebrare in spirito e verità".
Affidati a qualificati studiosi, invitano, secondo le loro competenze, a
riscoprire il cammino che la comunità cristiana è chiamata a percorrere
perché il dono, la bellezza, la nobiltà dell’evento celebrativo siano sempre
più autentici Oltre alle consuete esplorazioni sui film (Teresa Braccio) e le
segnalazioni di libri (Rita Bonfrate e Emma Zordan), va posta l’attenzione
alla lettura indicata dal "Libro del mese" che ospita il volume: Il
canto di Bernadette del noto scrittore ebreo Franz Werfel, presentato da
Cesare Zanirato.
Un modo per onorare la Vergine Madre Ad ogni lettrice e lettore il nostro
augurio di buona lettura
Maria Marcellina Pedico
Serve di Maria Riparatrici
Via Monte Velino, 30 - 00141 ROMA
m.pedico@smr.it
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