n. 5
maggio 2011

 

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Siate testimoni
Giovanni Paolo II ai consacrati
 

di MARIAMARCELLINA PEDICO

 

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Giovanni Paolo II nel suo lungo pontificato (1978-2005) ha avuto per la vita consacrata una cura continua e un’attenzione vigile e cordiale.

Già nel primo incontro con le suore di Roma il 10 novembre 1978 - a un mese dalla sua elezione - aveva iniziato il suo discorso affermando: "Oggi m’incontro con voi religiose.

Ho desiderato che questo incontro seguisse immediatamente quello di ieri (dei sacerdoti).

Così, come nuovo Vescovo di Roma, posso avvicinarmi a coloro che costituiscono, in un certo modo, le principali riserve spirituali di questa diocesi, che è la prima fra tutte le diocesi nella Chiesa, e avere almeno un primo contatto con loro.

Questo avvicinamento e questa conoscenza mi stanno molto a cuore" Alla luce di un’esperienza di fede che alimenta e sorregge una solida teologia, Papa Wojtila individua con sicurezza, espone con lucidità, ripropone con instancabile fervore, l’amore assoluto per Cristo quale fondamento della vita consacrata.

"Ravvivate in voi - dirà il 12 gennaio 1980 ai religiosi di Roma - la consapevolezza e la gioia del vostro stato di persona consacrata: Cristo deve essere lo scopo e la misura della vostra vita.

Dall’incontro con lui ha avuto origine la vostra vocazione: la fede in lui ha determinato il "sì" del vostro impegno, la speranza del suo aiuto ne sorregge ora il perseverante adempimento, l’amore che egli ha acceso nei vostri cuori alimenta lo slancio necessario per il superamento delle inevitabili difficoltà e per il quotidiano rinnovarsi della vostra offerta.

In Cristo, che "per noi uomini e per la nostra salvezza è disceso dal cielo", voi avete scoperto altresì la ragione profonda del vostro dono ai fratelli" Nell’udienza concessa l’11 ottobre 1980 all’Unione Superiore Maggiori d’Italia (USMI), dirà con paterna benevolenza: "Sì, carissime sorelle, portate a tutte le suore affidate alla vostra responsabilità il saluto del Papa: dite loro che egli le ricorda, le segue, le stima, prega per loro, soffre con loro, si preoccupa delle loro vicende umane e spirituali e le vorrebbe sempre tutte liete e generose, pur nelle immancabili tribolazioni" Questo personale interesse di Giovanni Paolo II per la vita consacrata assume particolare valore e importanza: diviene espressione convinta e convincente dell’amore privilegiato della Chiesa e quindi di Cristo stesso per coloro che ne hanno accolto l’invito a stare con lui e a seguirlo più da vicino.

È eloquente al riguardo che proprio nei tre documenti, che sono ritenuti i maggiori del magistero di Giovanni Paolo II sulla vita consacrata, si metta in luce fin dai primi numeri questa verità Nell’esortazione apostolica Redemptionis donum del 25 marzo 1984, che si caratterizza per l’approfondimento teologico degli aspetti fondamentali della vita consacrata alla luce del mistero della redenzione, scrive il Santo Padre: "Vi saluto con l'affetto del vescovo di Roma e successore di san Pietro, col quale le vostre comunità rimangono unite in modo caratteristico Dalla stessa sede romana giungono anche, con un'eco incessante, le parole di san Paolo: "Vi ho promessi a un unico sposo, per presentarvi quale vergine casta a Cristo" (2Cor 11,2).

La Chiesa, che raccoglie dopo gli apostoli il tesoro delle nozze con lo Sposo divino, guarda con sommo amore verso tutti i suoi figli e tutte le sue figlie, che con la professione dei consigli evangelici hanno stretto, attraverso la sua mediazione, un'alleanza privilegiata col Redentore del mondo.

[…].

Che la parola d'amore della Chiesa, a voi indirizzata nel giubileo della redenzione, sia il riflesso di quella parola d'amore che Cristo stesso ha indirizzato a ciascuno e a ciascuna di voi, pronunciando un giorno quel misterioso "seguimi", dal quale ha preso inizio la vostra vocazione nella Chiesa" (n. 2) Anche nel n. 13 di Vita consecrata del 25 marzo 1996, non manca un esplicito, anche se sobrio, accenno all’attenzione della Chiesa, mentre nell’Introduzione della Lettera Ad omnes personas consacratas del 22 maggio1988 viene sintetizzata così: "Nel redigerla, io desidero al tempo stesso esprimere l’amore che la Chiesa nutre per voi, per la vostra vocazione, per la missione che svolgete in mezzo al Popolo di Dio, in tanti luoghi e in tanti modi.

Tutto questo è un grande dono per la Chiesa" Questa attenzione amorevole del Papa polacco per le persone consacrate emerge anche dal suo insegnamento proposto in modo semplice e chiaro nelle diciannove catechesi che ha voluto dedicare alla vita consacrata e pronunciate nelle Udienze dei mercoledì dal 28 settembre 1994 al 29 marzo 1995.

Raccolte in volume dalla Libreria Editrice Vaticana nel 1995 costituiscono un’autentica e autorevole Summa che mette in luce i valori fondamentali, i contenuti, il significato, la missione, le peculiarità della vita consacrata.

Esse presentano una sintesi della dottrina del Papa e sono un aiuto concreto a scoprire quei valori che, forse per mancanza di una adeguata comprensione, talvolta si accantonano Dall’ultima catechesi - dal titolo: "La Beata Vergine Maria e la vita consacrata " - emerge la forte connotazione mariana del magistero di Giovanni Paolo II.

Maria è presentata quale capolavoro dello Spirito e attuazione più perfetta possibile di consacrazione e di sequela.

Ella - afferma il Papa – "è stata scelta" e "presa da Dio", che ha voluto fare di lei il luogo privilegiato del suo rapporto con l’umanità nell’incarnazione, e in questo è memoria continua per i consacrati perché ricordino il primato di Dio e vivano in gioioso atteggiamento di gratitudine.

Guardando a Maria i chiamati impareranno a vivere l’appartenenza incondizionata a Dio e la partecipazione piena alla verginità, povertà e obbedienza di Cristo nella sequela.

In un certo senso la Madre di Dio è la regola vivente della vita.

Non per nulla la vocazione a rivivere il genere di vita di Cristo è - come ricorda il Concilio - vocazione a rivivere anche il genere di vita di Maria (cf Lumen gentium 46b) Amiche lettrici e cari lettori, il fascicolo di Consacrazione e Servizio che avete tra le mani - il 5° del 2011 - si apre con le solite due rubriche.

La prima: "Vi affido alla Parola", redatta dal nostro collaboratore Bruno Secondin, indugia - alla luce della Verbum Domini – sull’azione dello Spirito Santo, "che è stato all’origine dell’irruenza e fecondità della Parola, che accompagna il suo trasmigrare, per darle nuova vivacità".

L’altra rubrica: "E tu chi dici che io sia?", ospita un’intervista di Paola Bignardi a don Marco D’Agostino, Vice rettore del seminario di Cremona e docente di Sacra Scrittura nello studentato di Lodi-Cremona.

Con disarmante semplicità l’autore racconta da quale pagina evangelica "è partito" per lui "il tempo del discepolato" La rubrica "Orizzonti" arricchisce il fascicolo con quattro studi.

Nel primo, la teologa Cettina Militello ci aiuta a riflettere, in questo mese di maggio dedicato alla Madre di Dio, su un tema quanto mai affascinante: "Maria nostra sorella".

Nel secondo, la giovane giornalista Monica Borraccino richiama la nuova stagione che si è verificata per le religiose dopo l’unità d’Italia.

Nel terzo contributo, Rosario Carello, responsabile della rubrica Rai: "A Sua Immagine ", ci ricorda che il "fare" del volontariato è sempre più complesso nel nostro mondo in rapida trasformazione: in occasione dell’Anno dedicato proprio al volontariato, urge un rinnovamento.

Nel quarto contributo i due laici: Laura Badaracchi e Cesare Zanirato rievocano il "riuscito" incontro del "Pomeriggio a più voci" svoltosi domenica 6 marzo 2011 sulla Verbum Domini Una parola particolare per il "Dossier".

Sotto il titolo: "È questo il vostro culto spirituale" - espressione tratta dalla Lettera di Paolo ai Romani (12,1) - sono raccolti sette studi su un argomento sempre da approfondire, come evoca il sottotitolo: "Celebrare in spirito e verità".

Affidati a qualificati studiosi, invitano, secondo le loro competenze, a riscoprire il cammino che la comunità cristiana è chiamata a percorrere perché il dono, la bellezza, la nobiltà dell’evento celebrativo siano sempre più autentici Oltre alle consuete esplorazioni sui film (Teresa Braccio) e le segnalazioni di libri (Rita Bonfrate e Emma Zordan), va posta l’attenzione alla lettura indicata dal "Libro del mese" che ospita il volume: Il canto di Bernadette del noto scrittore ebreo Franz Werfel, presentato da Cesare Zanirato.

Un modo per onorare la Vergine Madre Ad ogni lettrice e lettore il nostro augurio di buona lettura

Maria Marcellina Pedico
Serve di Maria Riparatrici
Via Monte Velino, 30 - 00141 ROMA
m.pedico@smr.it