«Sarà
decisivo nel corso di questo anno ripercorrere la storia della nostra fede», ha
invitato Benedetto XVI nel
Motu Proprio
Porta fidei (n. 13). Per evangelizzare, oggi siamo sollecitati a narrare storie,
intrecciando la storia di Gesù, della fede e della vita della Chiesa, la storia
di chi narra e la storia di coloro cui la narrazione è offerta, per aiutare a
vivere. Anche la produzione editoriale vede un susseguirsi di studi sulla
prospettiva del narrare come trasmissione della fede.
In
particolare mi riferisco all’ultimo fascicolo di
Sequela
Christi
(1/2013)
diffuso con il titolo: «La trasmissione della fede. Una generazione narra
all’altra le tue opere». Come è noto,
Sequela
Christi
- la rivista
della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di vita
apostolica - dal 2005 ha un volto nuovo, ha preso un nuovo slancio e ha assunto
unnuovo stile sotto la direzione di suor Nicla Spezzati, sottosegretario
CIVCSVA:
Informationes SCRIS
ha lasciato
il posto a
Sequela
Christi.
Il Dicastero, trasformando in una rivista il tradizionale Bollettino
d’informazione, desidera offrire uno strumento di studio e di scambio di notizie
su quanto riguarda la vita consacrata nelle sue varie forme. Oltre agli
insegnamenti del Santo Padre, ogni numero raccoglie una serie di studi
monografici, scritti da qualificati esperti, su problemi maggiormente sentiti
dai consacrati e sviluppa una migliore conoscenza della vita consacrata nella
Chiesa.
Nell’Editoriale del n. 1/2013 si specifica la scelta del tema sopra richiamato:
partecipare nell’Anno della fede «alla comune riflessione ecclesiale con un
duplice intento: indagare sulla possibilità necessaria che la vita consacrata si
connoti come modello di narrazione della fede e altresì incoraggiare i
consacrati e le consacrate a cercare la fede con costanza,nello stupore della
prima chiamata (cf 2Tm 2,22; 3,15)». Nella sezione«Studi e Commenti»
Sequela
Christi
propone sei
contributi nella prospettiva del narrare la fede. Mentre rimandiamo alla lettura
integrale dei testi, qui presentiamo una loro sintesi.
*****
«La
trasmissione della fede attraverso la narrazione», s’intitola il contributo di
Luciano Manicardi. Il monaco di Bose inizia il suo approfondimento richiamando
l’atto del raccontare: «Tu dirai a tuo figlio» (Es13,8), quale
leitmotiv
della Scrittura. Al cuore delle narrazioni bibliche - continua Manicardi - vi è
la “storia di Gesù”, il perfetto narratore di Dio. Radicare la nostra storia
nella storia di Gesù è il proprio della fede cristiana che si presenta in modo
costitutivo relazionale. Segue l’articolo di Riccardo Tonelli: «Narrare per
aiutare a vivere: la narrazione per la comunicazione della fede». Il noto
salesiano, che il Signore ha chiamato a sé il 1° ottobre 2013, studia il tema
del comunicare la fede come atto evangelizzatore, restituendo
all’evangelizzazione la funzione fondamentale del comunicare una “buona
notizia”, per aiutare a vivere e consolidare la speranza. Per lo studioso un
modello concreto di evangelizzazione è la narrazione. Evangelizzare è narrare
l’evento di Gesù, intrecciando la sua storia, quella dell’evangelizzatore e le
attese e speranze di coloro cui l’evangelo è proposto.
«La vita
consacrata come narrazione della fede» s’intitola lo studio di Timothy
Radcliffe, maestro e formatore dell’Ordine dei Predicatori. In esso viene
sottolineata l’importanza della vita consacrata come racconto di fede. Il
narrare le storie di sorelle e fratelli consacrati permette di costruire una
memoria comune: vi ritroviamo la storia particolare della vocazione di ciascuno.
Siamo chiamati a guardare con simpatia i sentieri percorsi da coloro che ci
hanno preceduto o che ci seguiranno. Soprattutto viene messa in evidenza la
narrazione della fede implicita nella vita consacrata. I voti di povertà,
castità e obbedienza sottolineano il dramma più profondo dell’esistenza umana e
il nostro cammino verso Dio, ponendo oggi seri interrogativi. Quindi l’autore
spiega come la vita consacrata stessa sia un racconto di fede. Il nostro impegno
di
povertà
interroga le aspirazioni al consumismo, contestando il mondo fantastico della
ricchezza: non solo siamo chiamati a liberarci dal suo fascino e ad apprezzare
ogni cosa senza doverla possedere, ma anche ad avere un senso di gratitudine
verso Dio che dona tutte cose buone. Il voto di povertà è la sfida fondamentale
per il risveglio della vita religiosa.
In questo
nostro mondo dove siamo tentati di rinchiudere l’amore in relazioni isolanti ed
escludenti, la
castità
invita ad essere segno dell’amore universale di Dio, che non esclude nessuno e
abbatte ogni muro di separazione. La nostra castità ci sollecita a incarnare un
amore che va ben al di là delle moderne forme di tolleranza, le quali spesso
nascondono la paura delle differenze, dello straniero minaccioso o dello
sconosciuto che bussa alla porta.
Infine,
il voto di
obbedienza
che è l’invito a condividere la stessa vita di Dio che ci chiama alla sua gioia,
mette in discussione il “sogno americano”: “tu puoi essere chi vuoi”. Siamo
autenticamente obbedienti quando ci occupiamo di ognuno con simpatia e
intelligenza, cercando di conoscere insieme ciò che Dio desidera da noi. La
perfetta obbedienza di Gesù al Padre è stato il frutto della sua perfetta
consonanza con lui nello Spirito.
*****
Nella
prospettiva del narrare,
Sequela
Christi
fa seguire
altri tre contributi. «Alla scuola di Paolo per rivestirsi di Gesù, uomo nuovo»,
di Fabrizio Pieri, docente alla Pontificia Università Gregoriana. Egli commenta
Galati 2,20, ponendo l’orizzonte dell’esigente possibilità della fede come
condizione fondante della vita cristiana dei consacrati.
Gli studi
di Domenico Pompili: «La narrazione della fede nell’era della comunicazione
digitale» e di Jean Claude Lavigne: «Dare ospitalità alla fede» aprono
all’orizzonte delle provocazioni culturali contemporanee. Il primo, direttore
dell’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali – coniugando il flusso delle
culture digitali, proprio di un mondo giovane, all’esigenza dell’annuncio della
fede - sollecita a custodire nelle comunità ecclesiali l’attitudine dello scriba
«che sa trarre dal suo scrigno cose antiche e cose nuove». L’altro, assistente
del priore provinciale dei domenicani di Francia, chiama le comunità di vita
consacrata alla necessità di un cammino di fede aperto in modo costante e
creativo alle domande giovanili. Essere portatori di domande nel nome della fede
in Cristo in un mondo troppo sicuro della sua strada di felicità è già un modo
profetico di compiere la nostra missione di evangelizzazione.
*****
Amiche
lettrici e cari lettori, il fascicolo di
Consacrazione e Servizio
che avete
tra le mani - il sesto del 2013 - si apre con la rubrica:
«Lampada ai
miei passi…»
(dal salmo
119,105). Posta all’inizio del numero, vuole sottolineare che alla luce della
Parola di Dio va letto quello che segue. Questa volta la nostra collaboratrice
Paola Bignardi fissa lo sguardo sull’episodio della cananea che implora da Gesù
la liberazione della figlia. La rubrica:
«Donne di
fede»,
ospita altri due profili: il primo a cura di Nicla Spezzati, delle Adoratrici
del Sangue di Cristo, e l’altro di Cesare Zanirato nostro collaboratore. La
rubrica:
«Orizzonti»
arricchisce il fascicolo con il contributo del teologo e giornalista Ugo
Sartorio che si sofferma sulla religiosità degli italiani.
Una
parola particolare per il
Dossier
dedicato alla riflessione sull’«Annunciare Cristo. Percorsi di
evangelizzazione»: un argomento di massima urgenza per la missione della Chiesa.
Il tema viene svolto da otto studiosi che ne approfondiscono aspetti diversi, ma
fondamentali.
Quale
apporto al concerto di voci del Dossier si pone anche il presente
Editoriale.
La rubrica:
«Vedere-Leggere»
presenta il
film: «The Lady - L’amore per la libertà» del regista Luc Besson (a cura di T.
Braccio). Seguono le segnalazioni di libri (M.G. Casumaro). Nella rubrica:
«Libro del mese»
si
recensisce il volume postumo «Maria e il mistero del Male», del mariologo
Stefano De Fiores e curato per i tipi di Àncora da Salvatore M. Perrella,
Preside della Pontificia Facoltà Teologica Marianum di Roma (a cura di Cesare
Zanirato).
Un numero
molto ricco di spunti su cui riflettere e lasciarsi interrogare.
Ad ogni
lettrice e lettore il nostro augurio: Buona lettura! E buone feste natalizie!
Maria Marcellina Pedico
Serve di Maria Riparatrici
Via Monte Velino, 30 - 00141 ROMA
m.pedico@smr.it
Passaggio
del testimone nella direzione della nostra rivista
CONSACRAZIONE E SERVIZIO
Con il nuovo
anno la nostra rivista cambia la direttrice: avviene il passaggio del testimone
da suor Maria Marcellina Pedico a suor Fernanda Barbiero.
Suor M.
Marcellina, delle Serve di Maria Riparatrici, ha diretto la rivista per 7 anni e
ne ha rinnovato lo stile e gli stessi contenuti, facendo una rivista sempre più
bella graficamente e sempre più qualificata nei contributi dei collaboratori,
ospitando anche firme prestigiose del panorama ecclesiale e culturale di questi
anni. Le siamo infinitamente riconoscenti per tutto il suo impegno competente e
per la cura puntuale, sin nei minimi particolari, dei testi e dell’aspetto
grafico, a partire dalle copertine sempre più accattivanti. Grazie, suor M.
Marcellina.
Ringraziamo
anche suor Fernanda Barbiero, delle Suore Maestre di Santa Dorotea - da diversi
anni membro del Consiglio di redazione della rivista - che a partire da gennaio
2014 ne prenderà in mano la direzione. Le auguriamo che con la sua guida la
rivista continui il cammino nel tempo con sempre nuovi orizzonti e nuovi
percorsi.
La Redazione
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