n. 7/8
luglio/agosto 2002

 

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In ascolto della sapienza
La via dei discepoli
di Sr. Teresa Simionato
 

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Introduzione ai lavori

A tutte il mio “benvenute” a questo nostro appuntamento annuale, a questa singolare occasione, anche perché unica nell’anno, di interscambio e di dialogo sulla vita religiosa femminile in Italia, su quello che stiamo vivendo all’interno delle nostre Congregazioni, in questo momento storico così fortemente segnato e quasi determinato da istinti di distruzione e di morte, all’interno del quale continua il memoriale della Pasqua del Signore, come luogo di speranza e salvezza per tutti.

Vi do il “benvenute” anche a nome del Consiglio di presidenza e di tutte le sorelle degli uffici nazionali, qui presenti per continuare la loro collaborazione e il loro concreto aiuto.

Per queste sorelle che lavorano agli uffici nazionali, ringrazio le rispettive madri generali e provinciali che hanno provveduto, tra non poche fatiche, ad offrire una mano all’Usmi.

Siamo in molte qui convenute e a doppio titolo: come membri effettivi dell’Unione, partecipi e artefici della vita dell’Usmi e come Superiore maggiori delle rispettive Congregazioni, o loro delegate, attente e in dialogo con il cammino della Chiesa in questo nuovo millennio.

Sono convinta che nella Chiesa e nella società, oggi, c’è ancora bisogno della “profezia” della vita religiosa, della sua visibilità e anche di una certa rappresentatività; più concretamente dell’iniziativa e del coraggio delle religiose di esporsi con un proprio pensiero oltre che con il proprio servizio, considerato lo stato di frantumazione ideologica e parcellizzazione politica del nostro contesto sociale.

Naturalmente con la nostra riflessione e le nostre scelte ci sono i nostri sbagli, ma urge essere insieme e in costante discernimento.

Siamo al 49° incontro; il prossimo anno sarà il 50° di questi nostri eventi celebrativi, ossia la 50a Assemblea Usmi.

Percorrendo brevemente le diverse assemblee ho colto un cammino che va in profondità e in crescendo.

Quest’anno: In ascolto della Sapienza. La via dei Discepoli. La tematica risponde all’esigenza di un’ispirazione nuova nella nostra formazione, che ci riporti al primato di Dio, primato inteso quale criterio ultimo della nostra vita, delle nostre scelte formative e apostoliche; che ci aiuti a “maturare nella nostra vita l’atteggiamento del discepolo e quello del pellegrino, attento alla direzione da prendere” (Strumento di lavoro, p. 9).

Attraverso le relazioni e la tavola rotonda, i lavori di gruppo e il dibattito assembleare, al quale abbiamo riservato un tempo più congruo, vorremmo cogliere il passo di qualità, su cui ritmare la formazione alla vita religiosa nei nostri Istituti.

Riscoprire la via del discepolato e l’arte del discernimento può essere l’ultima sfida che ci aiuta a orientare le nostre risorse, poche o tante, forti o deboli, su ciò che è essenziale nella vita religiosa.

Come Congregazioni veniamo da un’esperienza prolungata di itinerari formativi, caratterizzati da un notevole impegno culturale, professionale e altrettanta apertura alle scienze umane e psicologiche; pur tuttavia stiamo costatando come tale sforzo non ottenga automaticamente vocazioni più certe o consistenti e si coglie alla base un’antropologia ispirata preferibilmente alle scienze umane più che un’antropologia teologicamente fondata. Alcuni itinerari, seppur bene articolati, risultano inadeguati e insufficienti.

In questo tempo, la cui complessità evidenzia assenza di significati di vita, che nessun progresso scientifico può restituire e nessuna potenza può garantire, si avverte l’esigenza di una formazione più integrata, che nasca dalle esigenze della sequela.

Desideriamo porci in ascolto della Sapienza,

- per poter fare una lettura spirituale dell’epoca moderna;

- per comprendere la vocazione religiosa nella cultura attuale;

- per discernere ciò che è essenziale nella vita religiosa e ciò che non lo è e scoprirne quegli elementi costitutivi che vengono incontro alle grandi domande dei nostri contemporanei;

- per intravedere come impostare, oggi, la formazione, come trasformare l’esperienza, propria e altrui, in sapienza e cogliere così “le cose che rimangono”.

Tutte, in particolare noi superiore, cerchiamo e chiediamo che, rese discepole per il dono dello Spirito, possiamo divenire capaci:

- di vedere la storia della salvezza dentro gli eventi del quotidiano in un mondo provato dalla sofferenza e dall’ingiustizia;

- di esercitare quei ministeri di compassione e di consolazione che si rivolgono all’umanità ferita dal male e dal peccato;

- di pronunciare la parola delle beatitudini anche nei nostri ambienti, affinché la vita religiosa, segno della passione di Dio per l’uomo, rimanga comunque al di là delle diverse Congregazioni.

Auguro un buon lavoro, col desiderio che il nostro stare insieme in questi giorni rafforzi la conoscenza e collaborazione reciproca e soprattutto uno spirito di comunione e di Chiesa.

Sr. Teresa Simionato - Presidente USMI

Roma, 3 aprile 2002

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