Nel contesto di questa rubrica, che fa parte di
una rivista per consacrati, volendo parlare delle ragioni profonde che
sottostanno al fascino di Internet conviene prendere in considerazione
il “costruttivismo sociale”. Ma cosa c’è dietro a queste parole
che, per parecchie persone, potrebbero suonare completamente nuove? C’è
una visione filosofica secondo la quale non è possibile rappresentare in
modo oggettivo la realtà perché tutto ciò che sappiamo di essa è il
risultato della nostra attività “costruttrice”. Infatti, solo attraverso
l’impegno personale di elaborazione delle informazioni e delle
conoscenze noi possiamo davvero dire di esserci appropriati di qualcosa.
Si afferma, da più parti, che questa visione filosofica - il
costruttivismo appunto – sta alla radice della
corretta modalità di utilizzazione di Internet, nel senso che
l’elaborazione della conoscenza avviene all’interno del contesto
socioculturale in cui le persone si muovono e agiscono. In altre parole
ci si appropria della conoscenza perché la si condivide e la si discute
e, per noi consacrati, dire “insieme” significa dire “comunità”.
Costruire con gli altri
L’elaborazione delle informazioni che cerchiamo e troviamo su
Internet dovrebbe essere seguita dal confronto con i valori nei quali
crediamo e che abbiamo abbracciati con la nostra consacrazione.
L’operazione migliore per attivare questo confronto è un’attività di
“costruzione di significati” per non accettare passivamente quanto
leggiamo, ascoltiamo e guardiamo su Internet. Viene suggerito - sempre
dalla visione costruttivista - che tale operazione dovrebbe essere
compiuta insieme, attraverso una negoziazione con altri, vivendo la
collaborazione e lo scambio con l’intento di arrivare alla verità. Siamo
invitati a fare nostra questa visione positiva del costruttivismo
sociale, già da vari anni praticata nel contesto della scuola e della
formazione professionale. E questo invito ci chiede di operare
“costruendo con gli altri” in quel contesto di squisita condivisione che
si chiama “comunità”.
In quest’ottica, Internet diventa l’occasione per arricchirci di
conoscenze e per condividerle perché la Rete utilizzata nelle comunità
di consacrati deve aprire al dialogo, allo scambio, alla partecipazione
e non all’isolamento e alla chiusura, cosa che accade, purtroppo, in
alcune comunità. All’interno di questa dimensione “comunitaria” dell’uso
di Internet, il clima viene determinato dalla presenza significativa di
ogni singolo membro. Ma attenzione! Internet non è soltanto un
capientissimo serbatoio di materiali ai quali attingere. È soprattutto
una possibilità di potenziamento della comunicazione.
Ecco allora che il consumo “di qualità” di
Internet in comunità deve considerare la presenza di attività di
meta-riflessione che vanno decise e praticare sia come persone singole,
sia comunitariamente. Attività che guidino ognuno a ripercorrere la
propria relazione con la Rete, con sincerità e obiettività, rendendoci
conto se ne facciamo uso per la missione educativa e per
l’evangelizzazione. In altre parole, se ne facciamo uso per il Regno. A
mano a mano che viviamo Internet comunitariamente, affiniamo il nostro
giudizio critico nei confronti di questa “psicotecnologia” assorbente e
l’intera comunità vive, proprio grazie all’uso della Rete,
un’intensificazione degli scambi dialogici e assapora una “voglia di
fare insieme” che è costruttiva.
Coinvolti mente e cuore
Questo perché Internet ci consente di intraprendere una ricerca, di
costruire un approfondimento, di condividere dati, di collegare
informazioni attraverso ponti e link. Queste possibilità tipiche della
Rete coinvolgono in modo incredibile i processi della mente che vengono
“catturati” dalla modalità di funzionamento della Rete, per nodi e per
link, come è stato illustrato nei contributi precedenti. La psicologa
Lucia Mason, in un suo libro del 2006 (vedi a p. 84) afferma che nella
nostra mente, sistema complesso di elaborazione delle informazioni,
“ogni nuovo dato viene incorporato e integrato nelle strutture
preesistenti che sono pertanto arricchite, modificate, ristrutturate
anche radicalmente”. Bene.
Internet funziona, per la sua struttura
ipertestuale, sul modello della nostra mente ed è per questo che
coinvolge. Dal punto di vista emotivo, invece, Internet “incanta” per la
presenza di contenuti confezionati con i codici multimediali, ovvero,
oltre ai testi, le immagini, i clip video e audio e i wiki. Quanto più
un sito ne è fornito, tanto più lo si rivisita. Le alternative alla
comunicazione solo testuale mettono a disposizione materiali ricchi dal
punto di vista del contenuto e della presentazione. Li dobbiamo saper
cercare e condividere. Sia i processi cognitivi che i processi emotivi
vengono attivati perché la Rete ci invita a un’interattività che corre
lungo sei dimensioni: ampiezza delle scelte, minimo sforzo, immediatezza
nella risposta da parte dei contenuti, possibilità di monitoraggio degli
stessi, richiesta di aggiungere informazioni e facilitazione della
comunicazione interpersonale.
Come navigare e cosa cercare
È fondamentale saper usare bene i motori di ricerca, questi grandi
archivi di dati con informazioni dettagliate su un numero altissimo di
pagine web (più di mille miliardi!). Li frequentiamo già: si chiamano
Google, Yahoo, Altavista, Lycos, Arianna, Virgilio e altri meno
conosciuti. Digitando i termini che sintetizzano l’argomento che
interessa si ottiene, in pochi secondi, un elenco di pagine web che
contengono le informazioni richieste o informazioni vicine. Piccoli
suggerimenti facilitano le ricerche. Il primo è mettere le frasi da
cercare tra gli apici (o virgolette). In questo modo il motore cercherà
i siti dove è presente la frase precisa. Il secondo è: i termini più
importanti vanno digitati all’inizio perché tutti i motori considerano,
fra i criteri di ricerca, l’ordine nel quale sono state inserite le
parole. Terzo: conoscendo gli “operatori booleani” si possono fare
ricerche accurate. Cosa sono? Sono congiunzioni semplici, ma specifiche,
che prendono il nome dal loro inventore, George Boole, matematico e
logico britannico, considerato fondatore della logica matematica. Sono
sempre scritte in lingua inglese perché l’informatica parla inglese, ma
se li traduciamo in italiano, per coglierne chiaramente il significato,
vediamo subito che “AND” significa “E”; che “OR” significa “Oppure”, che
“AND NOT” significa “E Non” e, infine, che “NEAR” significa “Vicino”.
Vediamo ora come funzionano.
In pratica, l’operatore booleano AND o il segno + (più) si
utilizzano quando si desiderano cercare più parole non adiacenti fra
loro. Ad esempio, se si vuole cercare, nello stesso sito, sia il termine
“Chiesa” che il termine “Internet” si scriverà: Chiesa AND Internet,
oppure, Chiesa + Internet. I risultati saranno assai precisi perché
troveremo tutto ciò che fa riferimento sia alla Chiesa che a Internet.
Se invece si vuole che i siti contengano una qualunque delle parole
inserite si deve utilizzare l’operatore OR e allora emergeranno le
pagine che contengono o l’una o l’altra parola fra quelle inserite. Per
restare nello stesso esempio precedente, se digitiamo: Chiesa OR
Internet, troveremo un numero grandissimo di pagine perché ci verranno
proposte tutte quelle dove è contenuta la parola “Chiesa” e tutte quelle
dove è contenuta la parola “Internet” e noi ci perderemmo perché la
parola “Internet” è usata in tutte le lingue. Se la ricerca non deve
contenere alcune parole, ma ne deve contenere altre, allora si utilizza
l’operatore AND NOT o il segno - (meno) seguito dalla parola che non
deve essere presente. Cambiando esempio, potremmo voler fare una ricerca
su tutte le parabole all’infuori della parabola del Figlio prodigo.
Dobbiamo allora digitare: parabole di Gesù AND NOT Figlio prodigo.
Semplice!
NEAR invece consente di “legare” due parole chiave collocate a una
distanza stabilita direttamente dal motore di ricerca. Si tratta di un
ulteriore filtro quando si cercano due parole che devono trovarsi nella
stessa frase, ma non così distanti fra loro da cambiare il senso di ciò
che cerchiamo. Così potremo scrivere, se desideriamo fare la ricerca su
consacrati e Internet: Consacrati NEAR Internet.
Attenzione che non tutti i motori di ricerca
utilizzano gli stessi simboli. Google, ad esempio, utilizza il segno -
(meno) e non utilizza l’operatore AND NOT. Un’ultima nota: quando si
desidera cercare tutto ciò che si potrebbe collegare a una parola, ad
esempio, in una ricerca sulla comunicazione, invece di scrivere:
comunicare, comunicazione, comunicatore e così via, basta scrivere comun*.
L’aggiunta dell’asterisco fa sì che dalla nostra ricerca emergano tutte
le parole che iniziano con “comun”.
Cosa fare?
Un suggerimento-consiglio-raccomandazione? Non navigare in Internet
senza un obiettivo chiaro, preciso e orientato alla crescita culturale e
alla missione pastorale. Perché? Perché Internet è davvero il web, nelle
due accezioni di rete e di… ragnatela che cattura. E il tempo? Navigare
senza scopo ha la prerogativa di far volare il tempo.
Non dimentichiamo mai che è grazie al dialogo, felice luogo della
comunicazione, che ci realizziamo. Il grande filosofo Martin Buber,
parlando di “pedagogia del dialogo” e di “antropologia dialogale”,
sottolinea il primato della relazione dove la persona si fa “io” nel tu.
Sì, il dialogo è l’elemento qualificante della vita comunitaria ed è
nella comunità che va riscoperto. Tutti, in comunità, possiamo imparare
e tutti possiamo insegnare qualcosa. Anche su Internet, in un ritmico
alternarsi di ascolto e di parola. Anche nella distanza ravvicinata
dell’uso di Internet è possibile curvarsi sull’Altro e imparare e
leggere i suoi segni per capirne i bisogni. La comunità che usa con
sapienza Internet è luogo di scambio di risonanze della mente e del
cuore e poi luogo di elaborazione culturale, di formazione permanente e
soprattutto di vita radicata in Cristo.
Caterina Cangià fma
Pontificia Università «Auxilium»
Via Mauro Morrone, 25 - 00139 Roma
Per saperne di più
T.
CANTELMI-L. GIARDINA GRIFO, La mente virtuale. L’affascinante
ragnatela di Internet, San Paolo, Milano 2002.
M. E.
CIGOGNINI, «Mondi digitali, popolazione digitale e prospettive
teoriche», in M. E. CIGOGNINI, A. FINIWeb 2.0 e social networking.
Nuovi paradigmi per la formazione, Erickson, Trento 2009.
L. MASON,
Psicologia dell’apprendimento e dell’istruzione, Il Mulino,
Bologna 2006.
P. C.
RIVOLTELLA, Costruttivismo e pragmatica della comunicazione on line.
Socialità
e didattica in Internet, Erickson, Trento 2003.