n. 3
marzo 2011

 

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Il fascino di internet
Fra costruttivismo e interattività

di CATERINA CANGIÀ

 

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Nel contesto di questa rubrica, che fa parte di una rivista per consacrati, volendo parlare delle ragioni profonde che sottostanno al fascino di Internet conviene prendere in considerazione il “costruttivismo sociale”. Ma cosa c’è dietro a queste parole che, per parecchie persone, potrebbero suonare completamente nuove? C’è una visione filosofica secondo la quale non è possibile rappresentare in modo oggettivo la realtà perché tutto ciò che sappiamo di essa è il risultato della nostra attività “costruttrice”. Infatti, solo attraverso l’impegno personale di elaborazione delle informazioni e delle conoscenze noi possiamo davvero dire di esserci appropriati di qualcosa. Si afferma, da più parti, che questa visione filosofica - il costruttivismo appunto – sta alla radice della corretta modalità di utilizzazione di Internet, nel senso che l’elaborazione della conoscenza avviene all’interno del contesto socioculturale in cui le persone si muovono e agiscono. In altre parole ci si appropria della conoscenza perché la si condivide e la si discute e, per noi consacrati, dire “insieme” significa dire “comunità”.

Costruire con gli altri

L’elaborazione delle informazioni che cerchiamo e troviamo su Internet dovrebbe essere seguita dal confronto con i valori nei quali crediamo e che abbiamo abbracciati con la nostra consacrazione. L’operazione migliore per attivare questo confronto è un’attività di “costruzione di significati” per non accettare passivamente quanto leggiamo, ascoltiamo e guardiamo su Internet. Viene suggerito - sempre dalla visione  costruttivista - che tale operazione dovrebbe essere compiuta insieme, attraverso una negoziazione con altri, vivendo la collaborazione e lo scambio con l’intento di arrivare alla verità. Siamo invitati a fare nostra questa visione positiva del costruttivismo sociale, già da vari anni praticata nel contesto della scuola e della formazione professionale. E questo invito ci chiede di operare “costruendo con gli altri” in quel contesto di squisita condivisione che si chiama “comunità”.

In quest’ottica, Internet diventa l’occasione per arricchirci di conoscenze e per condividerle perché la Rete utilizzata nelle comunità di consacrati deve aprire al dialogo, allo scambio, alla partecipazione e non all’isolamento e alla chiusura, cosa che accade, purtroppo, in alcune comunità. All’interno di questa dimensione “comunitaria” dell’uso di Internet, il clima viene determinato dalla presenza significativa di ogni singolo membro. Ma attenzione! Internet non è soltanto un capientissimo serbatoio di materiali ai quali attingere. È soprattutto una possibilità di potenziamento della comunicazione.

Ecco allora che il consumo “di qualità” di Internet in comunità deve considerare la presenza di attività di meta-riflessione che vanno decise e praticare sia come persone singole, sia comunitariamente. Attività che guidino ognuno a ripercorrere la propria relazione con la Rete, con sincerità e obiettività, rendendoci conto se ne facciamo uso per la missione educativa e per l’evangelizzazione. In altre parole, se ne facciamo uso per il Regno. A mano a mano che viviamo Internet comunitariamente, affiniamo il nostro giudizio critico nei confronti di questa “psicotecnologia” assorbente e l’intera comunità vive, proprio grazie all’uso della Rete, un’intensificazione degli scambi dialogici e assapora una “voglia di fare insieme” che è costruttiva.

Coinvolti mente e cuore

Questo perché Internet ci consente di intraprendere una ricerca, di costruire un approfondimento, di condividere dati, di collegare informazioni attraverso ponti e link. Queste possibilità tipiche della Rete coinvolgono in modo incredibile i processi della mente che vengono “catturati” dalla modalità di funzionamento della Rete, per nodi e per link, come è stato illustrato nei contributi precedenti. La psicologa Lucia Mason, in un suo libro del 2006 (vedi a p. 84) afferma che nella nostra mente, sistema complesso di elaborazione delle informazioni, “ogni nuovo dato viene incorporato e integrato nelle strutture preesistenti che sono pertanto arricchite, modificate, ristrutturate anche radicalmente”. Bene.

Internet funziona, per la sua struttura ipertestuale, sul modello della nostra mente ed è per questo che coinvolge. Dal punto di vista emotivo, invece, Internet “incanta” per la presenza di contenuti confezionati con i codici multimediali, ovvero, oltre ai testi, le immagini, i clip video e audio e i wiki. Quanto più un sito ne è fornito, tanto più lo si rivisita. Le alternative alla comunicazione solo testuale mettono a disposizione materiali ricchi dal punto di vista del contenuto e della presentazione. Li dobbiamo saper cercare e condividere. Sia i processi cognitivi che i processi emotivi vengono attivati perché la Rete ci invita a un’interattività che corre lungo sei dimensioni: ampiezza delle scelte, minimo sforzo, immediatezza nella risposta da parte dei contenuti, possibilità di monitoraggio degli stessi, richiesta di aggiungere informazioni e facilitazione della comunicazione interpersonale.

Come navigare e cosa cercare

È fondamentale saper usare bene i motori di ricerca, questi grandi archivi di dati con informazioni dettagliate su un numero altissimo di pagine web (più di mille miliardi!). Li frequentiamo già: si chiamano Google, Yahoo, Altavista, Lycos, Arianna, Virgilio e altri meno conosciuti. Digitando i termini che sintetizzano l’argomento che interessa si ottiene, in pochi secondi, un elenco di pagine web che contengono le informazioni richieste o informazioni vicine. Piccoli suggerimenti facilitano le ricerche. Il primo è mettere le frasi da cercare tra gli apici (o virgolette). In questo modo il motore cercherà i siti dove è presente la frase precisa. Il secondo è: i termini più importanti vanno digitati all’inizio perché tutti i motori considerano, fra i criteri di ricerca, l’ordine nel quale sono state inserite le parole. Terzo: conoscendo gli “operatori booleani” si possono fare ricerche accurate. Cosa sono? Sono congiunzioni semplici, ma specifiche, che prendono il nome dal loro inventore, George Boole, matematico e logico britannico, considerato fondatore della logica matematica. Sono sempre scritte in lingua inglese perché l’informatica parla inglese, ma se li traduciamo in italiano, per coglierne chiaramente il significato, vediamo subito che “AND” significa “E”; che “OR” significa “Oppure”, che “AND NOT” significa “E Non” e, infine, che “NEAR” significa “Vicino”. Vediamo ora come funzionano.

In pratica, l’operatore booleano AND o il segno + (più) si utilizzano quando si desiderano cercare più parole non adiacenti fra loro. Ad esempio, se si vuole cercare, nello stesso sito, sia il termine “Chiesa” che il termine “Internet” si scriverà: Chiesa AND Internet, oppure, Chiesa + Internet. I risultati saranno assai precisi perché troveremo tutto ciò che fa riferimento sia alla Chiesa che a Internet. Se invece si vuole che i siti contengano una qualunque delle parole inserite si deve utilizzare l’operatore OR e allora emergeranno le pagine che contengono o l’una o l’altra parola fra quelle inserite. Per restare nello stesso esempio precedente, se digitiamo: Chiesa OR Internet, troveremo un numero grandissimo di pagine perché ci verranno proposte tutte quelle dove è contenuta la parola “Chiesa” e tutte quelle dove è contenuta la parola “Internet” e noi ci perderemmo perché la parola “Internet” è usata in tutte le lingue. Se la ricerca non deve contenere alcune parole, ma ne deve contenere altre, allora si utilizza l’operatore AND NOT o il segno - (meno) seguito dalla parola che non deve essere presente. Cambiando esempio, potremmo voler fare una ricerca su tutte le parabole all’infuori della parabola del Figlio prodigo. Dobbiamo allora digitare: parabole di Gesù AND NOT Figlio prodigo. Semplice!

NEAR invece consente di “legare” due parole chiave collocate a una distanza stabilita direttamente dal motore di ricerca. Si tratta di un ulteriore filtro quando si cercano due parole che devono trovarsi nella stessa frase, ma non così distanti fra loro da cambiare il senso di ciò che cerchiamo. Così potremo scrivere, se desideriamo fare la ricerca su consacrati e Internet: Consacrati NEAR Internet.

Attenzione che non tutti i motori di ricerca utilizzano gli stessi simboli. Google, ad esempio, utilizza il segno - (meno) e non utilizza l’operatore AND NOT. Un’ultima nota: quando si desidera cercare tutto ciò che si potrebbe collegare a una parola, ad esempio, in una ricerca sulla comunicazione, invece di scrivere: comunicare, comunicazione, comunicatore e così via, basta scrivere comun*. L’aggiunta dell’asterisco fa sì che dalla nostra ricerca emergano tutte le parole che iniziano con “comun”.

 

Cosa fare?

Un suggerimento-consiglio-raccomandazione? Non navigare in Internet senza un obiettivo chiaro, preciso e orientato alla crescita culturale e alla missione pastorale. Perché? Perché Internet è davvero il web, nelle due accezioni di rete e di… ragnatela che cattura. E il tempo? Navigare senza scopo ha la prerogativa di far volare il tempo.

Non dimentichiamo mai che è grazie al dialogo, felice luogo della comunicazione, che ci realizziamo. Il grande filosofo Martin Buber, parlando di “pedagogia del dialogo” e di “antropologia dialogale”, sottolinea il primato della relazione dove la persona si fa “io” nel tu. Sì, il dialogo è l’elemento qualificante della vita comunitaria ed è nella comunità che va riscoperto. Tutti, in comunità, possiamo imparare e tutti possiamo insegnare qualcosa. Anche su Internet, in un ritmico alternarsi di ascolto e di parola. Anche nella distanza ravvicinata dell’uso di Internet è possibile curvarsi sull’Altro e imparare e leggere i suoi segni per capirne i bisogni. La comunità che usa con sapienza Internet è luogo di scambio di risonanze della mente e del cuore e poi luogo di elaborazione culturale, di formazione permanente e soprattutto di vita radicata in Cristo.

Caterina Cangià fma
Pontificia Università «Auxilium»
Via Mauro Morrone, 25 - 00139 Roma

  

Per saperne di più

T. CANTELMI-L. GIARDINA GRIFO, La mente virtuale. L’affascinante ragnatela di Internet, San Paolo, Milano 2002.

M. E. CIGOGNINI, «Mondi digitali, popolazione digitale e prospettive teoriche», in M. E. CIGOGNINI, A. FINIWeb 2.0 e social networking. Nuovi paradigmi per la formazione, Erickson, Trento 2009.

L. MASON, Psicologia dell’apprendimento e dell’istruzione, Il Mulino, Bologna 2006.

P. C. RIVOLTELLA, Costruttivismo e pragmatica della comunicazione on line. Socialità e didattica in Internet, Erickson, Trento 2003.

 

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