
Continuiamo
il commento sulla relazione tra simbolismo e vita consacrata e questa
volta con lo scritto di Maria Grazia
Bianco, Preside della LUMSA. Rifacendosi soprattutto al vangelo
chiarisce il significato e i vari aspetti dei verbi guardare e vedere. Gesù
guarda ed esprime tenerezza e amore, guarda e invita. La vita consacrata
non è altro che la risposta a questo sguardo d’amore di Lui.
Fernanda
Barbiero fa ‘progredire’ il suo
discorso sulla missione. Che deve avere una motivazione unica e forte.
Ella afferma che è necessario ‘patire l’amore’, ‘entrare nel
vortice della santità di Dio’, porsi ‘in ascolto della storia’,
seduti ‘al pozzo dei popoli’. Ma la missione non sarà mai autentica
se non si sarà capaci di camminare ‘nella novità di Dio’.
Vivendo
così si potrà meglio cogliere, capire e giudicare quanto ci viene
offerto dalla cronaca di tutti i giorni: intenderne le parole e il senso
che esse hanno. Altrimenti si rischia di vivere fuori della storia e
rendere vano l’annuncio. E’ scritto da Emilio
Grasso.

Ubaldo
Terrinoni,
già collaboratore della nostra rivista, che lettrici e lettori
ricorderanno, si sofferma a tratteggiare con riflessioni pacate, logiche,
consequenziali la relazione di Maria di Magdala con il Risorto. Ella lo
cerca tra i morti, ma Egli è vivo. E lo scambio d’amore è unico! E
insegna che le esigenze dell’amore sono esigenze di trasparenza.
Infine
Giampaola Periotto scrive del
filosofo Jules Lequier, forse l’unico filosofo cristiano prima di
Blondel. Ne descrive la ricerca appassionata e sofferta, soprattutto della
verità in sé e della verità cristiana che ha il suo culmine nella
Croce. E’ giusto conoscere le fatiche altrui…
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