n. 4
aprile 2002

 

Altri articoli disponibili


 

trasp.gif (814 byte)

trasp.gif (814 byte)

trasp.gif (814 byte)

trasp.gif (814 byte)

Continuiamo il commento sulla relazione tra simbolismo e vita consacrata e questa volta con lo scritto di Maria Grazia Bianco, Preside della LUMSA. Rifacendosi soprattutto al vangelo chiarisce il significato e i vari aspetti dei verbi guardare e vedere. Gesù guarda ed esprime tenerezza e amore, guarda e invita. La vita consacrata non è altro che la risposta a questo sguardo d’amore di Lui.

Fernanda Barbiero fa ‘progredire’ il suo discorso sulla missione. Che deve avere una motivazione unica e forte. Ella afferma che è necessario ‘patire l’amore’, ‘entrare nel vortice della santità di Dio’, porsi ‘in ascolto della storia’, seduti ‘al pozzo dei popoli’. Ma la missione non sarà mai autentica se non si sarà capaci di camminare ‘nella novità di Dio’.

Vivendo così si potrà meglio cogliere, capire e giudicare quanto ci viene offerto dalla cronaca di tutti i giorni: intenderne le parole e il senso che esse hanno. Altrimenti si rischia di vivere fuori della storia e rendere vano l’annuncio. E’ scritto da Emilio Grasso.

Ubaldo Terrinoni, già collaboratore della nostra rivista, che lettrici e lettori ricorderanno, si sofferma a tratteggiare con riflessioni pacate, logiche, consequenziali la relazione di Maria di Magdala con il Risorto. Ella lo cerca tra i morti, ma Egli è vivo. E lo scambio d’amore è unico! E insegna che le esigenze dell’amore sono esigenze di trasparenza.

Infine Giampaola Periotto scrive del filosofo Jules Lequier, forse l’unico filosofo cristiano prima di Blondel. Ne descrive la ricerca appassionata e sofferta, soprattutto della verità in sé e della verità cristiana che ha il suo culmine nella Croce. E’ giusto conoscere le fatiche altrui…

Torna indietro