Sintesi della giornata

Erano oltre 400 le Superiore Maggiori presenti alla 54° Assemblea convocata - come ogni anno – nella settimana che segue la Festa di Pasqua dalla Presidenza USMI. All’accoglienza e in segreteria le sorelle che collaborano negli Uffici nazionali.

“È nostro vivissimo desiderio che le assemblee annuali costituiscano, per noi Superiore di questo inizio millennio, momenti illuminativi e di laboratorio, per raccogliere la sfida del cambiamento e predisporci a quel “nuovo” possibile e nello stesso tempo esigito dal dialogo intergenerazionale.

È importante far risuonare e condividere in questa sede, preoccupazioni, problematiche, appelli, tensioni missionarie e spirituali che possono diventare oggetto di una ricerca comune”.

E’ questo uno dei messaggi espressi da M. Teresa Simionato nel porgere il suo saluto di apertura dell’Assemblea. (Puoi leggerlo intero)

Con metodica puntualità poi e l’ormai nota chiarezza la facilitatrice sr. Battistina Capalbo fsp, ha introdotto i lavori. Con brevi note sul curriculum di Madre Diana Papa, ha ceduto la parola a lei. Come le era stato chiesto ella ha accompagnato il gruppo nella lectio sul v. 10 del capitolo 4 della Prima Lettera di Petro.

Di essa è riportata l’intera relazione. »Vai

E’ poi seguita la relazione di M. Teresa Simionato: La vocazione religiosa tra le vocazioni ecclesiali. Sentieri di speranza.

Di essa è riportata l’intera relazione. »Vai

Nel pomeriggio la relazione magisteriale era affidata a p. Marko Ivan Rupnik sj, direttore del Centro Aletti cui era stato affidato il tema: La vocazione religiosa tra le vocazioni ecclesiali. Quale testimonianza per l’uomo contemporaneo.

Ha suddiviso il suo discorso in 4 punti:

1.      La vocazione

·        Teologicamente, vocazione significa il volere d’amore con cui Dio si rivolge all’uomo nella creazione e poi nella redenzione. L’uomo è creato perché Dio gli dirige la parola e perché lo fa un ricettacolo del suo amore personale, da cui la nuova creatura, in forza del Battesimo, viene inabitata. Dio ha creato l’uomo rivolgendogli la parola. Perciò l’esistenza dell’uomo è dialogo. La tragedia del peccato non ha impedito a Dio di affermare il suo amore e la sua comunione con l’uomo. Così la salvezza coincide con una vocazione rinnovata, approfondita e più cosciente e pertanto coinvolge ognuno in tutta la sua esistenza.

·       La molla della vocazione religiosa si sintetizza da sempre in tre espressioni: “Noi abbiamo ricevuto lo Spirito santo e con lui la vita divina, perciò possiamo offrire la nostra”. “Dacci il tuo amore e questo ci basta”. Tu hai fato tanto per noi uomini e hai dato te stesso per noi, cosa posso fare io per te?”. Concretamente la vita religiosa è una risposta d’amore a una scintilla d’amore che parte da Dio e viene all’uomo e/o alla donna e lo/a abilita a vivere idi lui e per lui, nella storia concreta del proprio tempo. In questa storia la vita religiosa è segno di una realtà nuova che sarà piena nel futuro. La vita religiosa è simbolo, ossia rende presente la pienezza della vita futura. I religiosi e le religiose hanno gli puntati lì.

 

2. la situazione attuale

·       La vita religiosa negli ultimi decenni sta vivendo una situazione di disagio, causata dalla istituzionalizzazione delle grandi opere prima gestite da Istituti religiosi. Ha sì cercato di reagire, anche con la propria ristrutturazione, anche investendo enormi forze; ha cercato di adeguarsi al passo del mondo, ma il disagio non è stato superato. Ne sono seguite crepe profonde e distanze sempre più problematiche tra l’identità del proprio essere religiosa e la funzione all’interno di una struttura.

·      Una cultura fortemente orientata al “qui” ha condizionato anche l’ orizzonte religioso, e lo ha relegato in parte nel “di qua”,  nel temporaneo, nell’immanente anche sconfessando i valori proclamati. Neppure la collaborazione con i laici, a volte pensata e organizzata in modo troppo superficiale, ha dato i frutti desiderati e la viyta religiosa si è drasticamente secolarizzata.

3. Allarme rosso per la vita religiosa

·        Dopo il Vaticano II è sorta nella Chiesa una evangelizzazione più ardente, più fresca. E per rispondere ad essa persone singole e gruppi hanno avvertito la vocazione a rendere testimonianza alla vita nuova dello Spirito e sono sorte forme nuove di vita consacrata; hanno cercato ciò che era una volta il monachesimo, e più tardi la via religiosa. Sono nate tante realtà nuove, ma non c’è stato una passaggio della memoria, della tradizione, della sapienza. Sembra che lo Spirito santo a sento trovi persone docili, disponibili a fermarsi, a interrogarsi…

4. Testimonianza attesa

·         Nell’attuale contesto sociale, la testimonianza attesa più fortemente è quella del principio religioso, cioè la testimonianza dell’amore per Dio. Dio è il primo, il primato di Dio. E’ l’ora di testimoniare che Dio è amore e chiude amor. Dio chiede ai religiose idi testimoniare che sono esseri redenti. Che i valori veri non sono la programmazione, la progettazione, ma sono “altri”. L’Istituto non è un’azienda.

·        L’uomo contemporanea aspetta di vedere che la persona umana si compie nella comunione che ha il suo fondamento nella Trinità e che tutto ciò che esiste sulla terra può essere un mezzo affinché l’uomo viva la sua vera identità di Figlio fi Dio, di Figlio nello stesso Figlio d Dio. La testimonianza che è richiesta riguarda dunque la qualità di una vita in Cristo e una capacità di  comunione delle persone nel segno del triduo pasquale.

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Dopo un breve intervallo la parola è stata affidata a sr. Pierina Scarmignan, superiora generale delle Orsoline Figlie di Maria Immacolata.

Di essa è riportata l’intera relazione. »Vai

Nel suo intervento ha iniziato facendo scorrere alcuni dati che esprimono in parte i disagi già segnalati da p. Marko Ivan Rupnik: logoramento delle forze, primato delle opere sulla vita comunitaria, assunzione di una logica aziendale. E ha posto due domande: dietro le opere che tipo vita religiosa c’è? Che tipo di vita religiosa vogliamo coltivare dentro queste opere?

E ha offerto alcuni “suggerimenti”:

1. Percorsi di vita secondo lo Spirito

·         Richiamarsi innanzitutto a quanto dice Isaia: Ecco faccio una cosa nuova. Purificare quindi lo sguardo distogliendolo dalla troppa preoccupazione per se stesse, per le posizioni perdute e fissarlo sull’opera di Dio per il quale siamo, viviamo e operiamo.

·         Vivere con gratitudine perché La nostra storia non è affidata al caso, ma è nelle mani di Dio. Ossia:

“vivere una vita come vocazione significa trovare in un Altro, in Dio, la fonte del proprio”compimento”;      recuperare la radicalità battesimale: siamo abitate da una Presenza che non ci sostituisce, ma ci    libera; vivere da donne credenti; integrare le continue chiamate che il Signore ci rivolge in un processo mai concluso.

·         Vivere con gratitudine dentro la propria Famiglia Religiosa, attraverso un recisero spirituale comunitario. Urge distinguere il nucleo del carisma e le sue realizzazioni storiche; ciò che è transculturale e quindi essenziale, e ci che è legato al momento storico, al contesto geografico e culturale.

·         Mettere in atto processi di discernimento perché la realtà non è mai immediatamente chiara e accessibile, ma piuttosto complessa e misteriosa.

2. Vita fraterna: luogo di comunione e di testimonianza: una sfida per l’oggi della storia e della Chiesa

·         Noi siamo le relazioni che viviamo. La vita comunitaria è tale perché tutte si è decisamente incamminate nella sequela di Cristo, pur a diverse velocità, e con percorsi differenziati nelle modalità, ma fortemente accomunati dallo stile.

·         Le comunità sono lo spazio nel quale il rapporto tra singola e gruppo si percorre il sentiero stretto ma fecondo del rispetto, che è attenzione, perdono. Non è permesso perdere energie in marginalità.

·         Lo stare insieme deve esprimere la qualità della vita spirituale e della missione apostolica. Dentro la realtà ecclesiale e sociale ogni comunità interpella tutti con il suo modo di vivere la povertà, la verginità, l’obbedienza.

·         Anche il linguaggio è una sfida e può diventare l’occasione per dire la propria solidarietà, la propria speranza, la propria fede. Assumere pertanto il linguaggio semplice, quello del vangelo.

·         L’internazionalità che caratterizza le comunità è risorsa per vivere la fecondità dello Spirito e una più intensa vita ecclesiale. Una solida spiritualità pasquale può fondare la comunione nella diversità.

·         La dimensione della internazionalità ha una ricaduta non solo nelle comunità, ma anche con i laici, i collaboratori, la Chiesa universale.

3.     Alle Superiore Maggiori compete la possibilità perché questa vita diventi percorso

·         Camminare nella luce dello Spirito che suscita amore, bellezza e fascino per il vangelo. I Consigli generali o/e provinciali diventano segno di un sincero desiderio di crescere nella partecipazione nella corresponsabilità.

·         Promuovere l’identità della fede individuando equilibri nuovi, non ancora dati, ma che vanno cercati per un percorso di autoformazione.

In sintesi ogni Istituto può trovare le parole che possono essere dette vissute per rendere ancora attraente la vita religiosa nella quale il Signore, per opera misteriosa dello Spirito, fa continuamente risuonare la sua Parola, che crea, e opera ciò che dice.

All’assemblea è stata offerta – come già nella mattinata la possibilità di intervenire e dibattere. Sr. Pierina e p. arko hanno risposto, chiarendo, completando e offrendo alcune proposte. Tra esse ricordiamo quella di p. Rupnik: costituire nelle comunità, nell’Istituto un gruppo che approfondisca e viva tematiche di spiritualità autentica. Attorno a gruppi così può sbocciare la desiderata nuova primavera.

Nota. Di p. Marko Ivan Rupnik e di sr. Pierina Scarmignan sono riportati soltanto alcuni flash. Le relazioni intere e rivedute dagli stessi relatori – così come tutte le altre relazioni - saranno pubblicate sul numero 7/8 di Consacrazione e Servizio. Si possono già prenotare le copie desiderate presso il Centro Studi - ufficio abbonamenti: abbonamentirivista@usminazionale.it.

La giornata si è conclusa con la celebrazione dei Vespri, guidata da sr. Fiorella Schermidori pddm, responsabile dell’Animazione liturgica dell’USMI nazionale.

sr. Biancarosa Magliano, fsp
biblioteca@usminazionale.it

 

Forum Assemblea

» Comunicato stampa


Modificato domenica 28 agosto 2011
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