n. 2
febbraio 2003

 

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Pregare per vivere
di Maria Pia Giudici

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Pregare per vivere significa che la preghiera è una condizione essenziale perché la nostra esistenza abbia senso, spessore e pienezza. Si tratta infatti di capire che non siamo state noi a darci la vita, ma essa è dono del Vivente. Pregare è collegarsi con Lui per esserne continuamente vivificati.
E’ sotteso a questo argomento un itinerario che dovrebbe approdare a quell’esortazione: «Pregate sempre, senza stancarvi mai» che Gesù ci ha donato.

 La prima condizione della preghiera è dunque la consapevolezza della nostra creaturalità. Siamo nate da una sorgente divina. L’Amore di Dio ci ha donato l’esistenza; pregare significa anzitutto riconoscerci piccole e amate, piccole ma in grado di unirci alla fonte della vita che è anche la fonte della pace, della gioia, di possibili itinerari di speranza.

Un’altra condizione per entrare nella preghiera è il silenzio. Un maestro spirituale ha detto: «Stare in silenzio alla presenza di Dio è come ritrovare il respiro dopo che ci è mancata l’aria».
Invocare dallo Spirito il dono del silenzio è di assoluta necessità: il silenzio della bocca, ma anche quello della mente. Attenzione al continuo proliferare dei pensieri! Troppo spesso la mente è in balia del frastuono come fosse un mercato. Si tratta d’invocare lo Spirito: «Mentes tuorum visita». «Visita le nostre menti» pregheremo più e più volte nella giornata.

E’ però importante chiedere che siano purificati anche i nostri sensi e il cuore da quel fuoco d’Amore che è appunto lo Spirito Santo. «Accende lumen sensibus; infunde amorem cordibus». E’ come dire: fa luce perché io veda come anche i miei sensi, purificati da Te, possano entrare nella preghiera. Se il fuoco del tuo Amore prende a divampare nel cuore, al di là di ogni inaridimento, di ogni quasi spento fumigare, c’è vita vera, c’è pienezza per me.

Il silenzio è indispensabile, ma perché la Parola stessa, mettendomi in discussione irrompa nella preghiera e nella vita, devo lasciarmi persuadere a una consegna semplice e totalizzante di me al Signore. Consegnare tutto quello che penso, che sento emergere in me con maggior forza (a volte con dolore) nel silenzio, consegnare ogni mio desiderio è aspirazione: questo e l’abbandono necessario.

Ecco, per inoltrarci in questo forte tema: “Pregare per vivere”, chiediamo a Maria, Vergine del silenzio e Vergine del sì, di sperimentare qualcosa del suo essersi pienamente data in balia dello Spirito che l’ha resa feconda del Verbo, mentre la grande ombra del Padre prendeva possesso in lei.

Il metodo della Lectio divina, meglio che ogni altro, ci consente l’approccio con la Parola, proprio perché il regista ne è lo Spirito Santo, invocato con forza. E’ un approccio importante, esistenziale!

Ricordiamone i passaggi che sono i seguenti:

  • In fase di lectio si fa luce sul significato del testo sacro perché tutta la sua ricchezza venga a me, facendo ulteriormente zittire parole mie e psichismo disordinato, conducendomi al largo, nelle acque della vita di Dio, dei suoi orizzonti.
     

  • In fase di meditatio mi aiuta non tanto a elucubrare pensieri e commenti miei sul testo sacro, ma piuttosto a mettermi in discussione. Si tratterà di lasciare che la Parola nel silenzio, scavi e dilati il cuore, lo illumini circa le decisioni da prendere, perché il cuore si converta al Signore, entri nella metanoia, cioè cambi ottica: passi dalle logiche di questo mondo alla logica di Dio, arrivi a realizzare ciò che diceva S. Paolo: «Avere la mente (=mentalità) di Cristo». Questa però è una fatica a vuoto senza l’esperienza forte che è Dio, il suo Spirito a rendercene capaci.
     

  •  Eccoci allora in fase di oratio. Gli esercizi spirituali proposti si saldano a una preghiera semplice, del tutto filiale e confidente e direi gioiosa come è gioioso l’abbandonarsi del bimbo nelle robuste braccia dei suoi genitori.

 Così, seguendo gli itinerari dei testi proposti, dovremmo proprio approdare a questa esperienza: percepire che in una preghiera più vera, più approfondita, più “al largo” nel mare della Parola, la nostra vita si rinnova, viene vivificata, unificata, pacificata. Diventa insomma quello che tanto oggi si attende, soprattutto da chi è consacrato a Dio: la realtà di persone realizzate in fiducia, irradianti speranza.

Maria Pia Giudici

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