n. 3 marzo 2001

 

Altri articoli disponibili

Sui sentieri del sogno
di Paola Silvestri

 
trasp.gif (814 byte) trasp.gif (814 byte) trasp.gif (814 byte) trasp.gif (814 byte)

… in preghiera

trasp.gif (814 byte)

trasp.gif (814 byte)

trasp.gif (814 byte)

trasp.gif (814 byte)

Essere coraggiosi nel guardare al futuro con realismo evangelico, richiede riflessione, discernimento, preghiera. Le giovani ben sanno che "il consacrato in modo radicale e ancora più evidente è chiamato a diventare icona vivente di Cristo" (cf VC, 30) e traducono questa loro consapevolezza in preghiera. Ma in una preghiera che, qua e là, negli elaborati pervenuti in redazione, si connota di aneliti al bene, di gratitudine, di espressioni "calde", proprio quelle di un’innamorata all’innamorato, quasi un’eco di "Una voce! Il mio diletto! Eccolo, viene! Ora parla e mi dice - alzati, amica mia, mia bella - vieni!" (Ct 2,8.10):

"Sono innamorata… e LUI… ‘magicamente’ corrisponde, anzi mi ama più di me. Ha trasformato i miei occhi rendendoli capaci di trasfigurare l’essenza delle cose. Il mondo non mi appare più vuoto, arido: tutto è più luminoso, i colori più intensi. Io ho scoperto l’amore di Dio e non posso tenerlo per me. Devo raccontarlo agli altri, annunciare a tutti il suo amore. Ho nel cuore un sogno che condivido con il mio sposo, nel buio della notte, nel silenzio della preghiera" (sr. Maria Eduarda de Lima, ancella del Sacro Cuore);

"Chi sei, donna consacrata, se non la sposa innamorata che ha fatto esperienza della fedeltà dello Sposo e vigila nell’attesa del suo ritorno? Ti sogno come donna di preghiera, anzi come maestra di preghiera che diventa veicolo d’incontro tra l’uomo e Dio" (sr. Ester Papatola, francescana ancella di Maria);

"Sogno Te, Gesù, anzitutto Te, perché quando si ama non si può non sognare l’Amato e sospirare a Lui coi palpiti del cuore, nel desiderio rinnovato di voler essere sempre più una cosa sola con Lui (sr. Silvia Paradiso, figlia di M. Ausiliatrice);

"Desidero una vita consacrata che sappia vivere e testimoniare la vita di preghiera. L’amore vero non affievolisce il cuore, ma lo rende eternamente nuovo, giovane, libero, accogliente, disponibile" (sr. Monica Auccello, suora della S. Famiglia di Spoleto);

"Voglio sempre più Lui, ascoltare i suoi sospiri, diventare le Sue braccia, le Sue mani, i Suoi piedi, il Suo cuore" (sr. Daniela Lazzaroni, adoratrice del Sangue di Cristo);

"Il Signore è il Dio della vita, mi aiuti sempre a scrivere nella mia vita il Suo nome. Egli è l’unico protagonista, l’attore principale di questa grande storia d’amore che mi farà vivere sempre al suo fianco" (sr. Antonietta Tufano, povera figlia della Visitazione di Maria);

"Voglio vivere immersa in Lui. Per vivere pienamente la propria consacrazione non esiste altro modo più completo che quello di immergerti totalmente nel divino" (sr. Florence Okoro, ancella del Signore);

"C’è un sogno che mi riempie il cuore. Un sogno che è più di un sogno, è esigenza, è desiderio, è il sogno dei sogni. E’ Dio! E’ lo Sposo, il Tutto, il Senso!" (sr. Paola Rizzi, adoratrice del SS. Sacramento);

"Si, il mio diletto è proprio venuto, e mi ha presa con sé. Ha rivestito il mio cuore di meraviglia nuova, ha plasmato del suo amore la mia esistenza e mi ha chiamata sua sposa. Si, la donna consacrata di ieri, di oggi, di sempre è Sposa di Cristo, è irradiazione gioiosa, libera, piena, totale della sua splendida Luce e del suo Amore" (sr. Paola Vailati, suora misericordina).

C’è chi si sente "debole" e ripone tutta la sua fiducia in Dio chiedendogli soccorso:

"Signore, fammi essere donna di preghiera perché i miei occhi possano arrivare a contemplare la Tua presenza ovunque, nelle persone, nelle realtà positive e anche negative della storia. Una preghiera che non termina davanti all’Eucarestia ma continua nella vita di ognuno di noi, con l’impegno e la responsabilità di rivelare il Tuo volto alle persone che ti cercano e non ti conoscono ancora. Tenere lo sguardo fisso a Te e lasciarmi guardare da Te, immersa in questo profondo sguardo d’amore perché risplendano su di me e in me il Tuo volto, i tuoi sentimenti, i lineamenti della Tua persona, del Tuo stile, del Tuo essere Figlio e in me possa leggere la tua presenza che vive, che si fa carne" (sr. Ivana Signorelli, suora adoratrice del SS. Sacramento);

"Concedimi, Signore, di vivere positivamente i miei comportamenti di superficialità e di distacco, i miei momenti di crisi o di prova, che posso solo superare con la preghiera e con il tuo aiuto" (sr. M. Gisella Ngono, domenicana figlia del S. Rosario di Pompei);

"Signore, aiutami a fiorire nel giardino dove mi hai seminato" (sr. Epiphana Lubangula, suora della Presentazione di M. V., ‘Pietrine’).

Ma c’ è anche chi trasforma la preghiera in slanci del cuore, in effusioni affettuosissime, in un filo diretto con Dio per continuare, senza interruzioni, quel dialogo dolcissimo che intercorre tra la sposa e lo Sposo:

"Sogno una vita consacrata alimentata dal continuo rapporto con Cristo e con il Padre nello Spirito Santo, in un quotidiano confronto con la Parola, divenuta familiare; una vita consacrata nella quale la preghiera più che pia pratica sia uno slancio del cuore che si snoda per tutta la giornata per poi continuare inevitabilmente durante la notte, quando il corpo riposa ma il cuore, che si è addormentato in Lui, continua il suo canto di lode. La preghiera, libera dai lacci del legalismo e della formalità, è un dialogo semplice, continuo, una lunga telefonata fatta con il "cellulare", cioè con un telefono sempre a portata di mano" (sr. Elena Scida, suora maestra di S. Dorotea, figlia dei Sacri Cuori);

"Sogno comunità di donne che sintonizzano ogni giorno il loro cuore sui Sacri Cuori di Gesù e di Maria e che danzano la vita nella preghiera" (sr. Maria Costa, suora maestra di S. Dorotea, figlia dei Sacri Cuori);

"Per realizzare il mio sogno, voglio entrare nella preghiera di ascesi e coltivare all’ombra del silenzio dell’Adorazione Eucaristica il libero distacco dall’esteriorità, dal turbine dei sensi per lasciarmi afferrare dallo Spirito Santo e volare in terra di missione con Cristo Signore" (sr. Felicita Ouedraogo, suora apostola del Sacro Cuore);

"E’ bella una vita consacrata che sa scegliere la parte migliore: ‘Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una cosa sola di cui c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta (Lc 10, 41- 42)" (sr. Thérese Mushia, missionaria scalabriniana);

"Vorrei appropriarmi del pensiero di Dio quando mi pensò come sua consacrata. Vorrei navigare su questo meraviglioso mare del disegno di Dio con gli occhi aperti di un bambino che si lascia stupire davanti alla novità di ogni momento. Davvero mi sento di essere chiamata a lodare Dio che mi stupisce scegliendo piccole cose per compiere grandi meraviglie del suo amore" (sr. Twinkle Seena Francis, suora figlia di Nazareth).

Ma perché la preghiera non sia limitata, legata all’abitudine, defraudata di quello slancio vitale che le dà sempre nuovo vigore, ecco quale spinta dare:

"Spesso la preghiera personale e comunitaria è priva di entusiasmo, spesso si affievolisce lo slancio iniziale, allora è necessario scuotersi per vivacizzarla e testimoniarla con creatività. L’amore vero non appassisce il cuore, ma lo rende eternamente giovane, nuovo, libero, attento" (sr. Monica Auccello, suora della S. Famiglia di Spoleto);

"Mi piace una preghiera liturgica molto curata. Occorre riscoprire i mezzi ascetici tipici della tradizione spirituale della Chiesa e del proprio Istituto" (sr. Genoveffa Piculthong Kamsangiam, suora ministra degli infermi di S. Camillo);

"Dobbiamo essere più donne di preghiera, ma di una preghiera sempre ‘nuova’ che dica Dio e lo dia a tutti" (sr. Augustina Efuneshi, oblata di S. Benedetto G. Labre).

Particolarmente ‘gustosa’ la considerazione di una iuniore che esalta la capacità delle consacrate di "saper gustare" Dio:

"Nella vita di una consacrata è più vivo, esaltante, interessante conoscere Dio, che il saper di Dio. Un sapere che, pur derivando dalla fede, deve arrivare ad essere il gusto di Dio, una capacità di conoscere Dio, spinta a tal punto da farcelo gustare. Conoscere nel senso di capire, entrarci dentro, esserne assimilati, essere profondamente in sintonia e quindi averne il gusto. Noi per il dono della fede siamo chiamate a conoscere Dio a livello di ‘sapere’, di gustare Dio, di assaporare Dio" (sr. Zenaida Pena, ancella della Visitazione).

Le iuniori, infine, colgono, nella preghiera, l’essenzialità della vita religiosa, e la pongono a suo fondamento…:

"Non dimentico che la base di tutta la vita consacrata risiede nella preghiera, nella sua qualità, che ci sintonizza con Dio, si traduce nella vita quotidiana, dove un amore sempre più sentito, valorizza il nostro essere per Dio, con i fratelli" (sr. Agnes Bernadette Diouf, suora adoratrice del SS. Sacramento);

"La consacrata è chiamata a dare il suo contributo alla Chiesa e al mondo, ponendo Dio al centro della propria vita" (sr. Cristina Mecheri e Marzia Platania, serve di Maria Addolorata).

… anche in modo chiaro e deciso, senza mezzi termini:

"Di fronte alle provocazioni del terzo millennio e al fenomeno della secolarizzazione, che ci presenta un mondo senza Dio, la vita consacrata deve rappresentare l’immagine viva dell’uomo che cammina verso la sua pienezza umana e la sua realizzazione in Cristo, l’Uomo nuovo" (sr. Maria Chiara Mellace, apostola della Sacra Famiglia).

Veramente spontanea, sentita, talvolta sofferta, la varietà di espressioni sulla preghiera che le iuniori percepiscono come condizione indispensabile e vitale per qualificare la vita di consacrazione e che costituisce, per noi che leggiamo, una garbata antologia, particolarmente indicata in questo tempo quaresimale. Certamente tutte hanno intuito, nello stupore della loro giovinezza, che "il parlare con il dolce ospite dell’anima diventa una costante dimensione della quotidianità, che si traduce in parole interiori: parola di preghiera, di domanda, implorazione, adorazione, ringraziamento, lode" (cf E. Antonello, Dall’interiorità alla comunione, in Nella cella del cuore, supp.to al n. 2/1997 di Consacrazione e servizio, p.132).

E allora le ringraziamo, pregando, con tutte loro e con loro contemplando.

Paola Silvestri
 

        Torna indietro