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E’ riportato per intero il discorso che Giovanni Paolo II ha tenuto alla
Plenaria della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le
Società di Vita Apostolica il 1° settembre c.a. Un testo che può servire
per la meditazione personale e per la condivisione comunitaria.
La vita consacrata se,
come ha fatto il Figlio di Dio 2000 or sono, vuole incarnarsi nella realtà
deve "conoscere" questa realtà e sapere quali atteggiamenti assumere e
quali azioni compiere. Allora: come è e cosa richiede oggi l’Europa alla
vita consacrata? Ci sono istanze che premono, brucianti, che vanno ben
oltre l’euro… Forti e chiare indicazioni vengono offerte da Bruno
Secondin.
Spesso negli Istituti si
vive il disagio del come comporre in un "rapporto" sano persona, comunità,
istituzione. Grazia Le Mura offre alcune indicazioni di base come: vivere
la mentalità del dono, stabilire criteri di equilibrio tra persona e
comunità, vivere la condivisione "delle" e "fra" le diversità, giungere
all’amore gratuito, consapevoli che "l’interezza" non è proprio possibile.
Anche le ombre abbelliscono il paesaggio…
E quale "contestazione"
offre o deve offrire la vita consacrata in questo momento di
secolarizzazione, di globalizzazione, di trasmutazione dei valori? Ne
scrivono le Monache Carmelitane di Carpineto Romano: i voti – ossia i voti
o consigli evangelici, in ultima analisi le Beatitudini - sono dono, sono
medicina, sono terapia per chi li professa e per chi ne riceve, forse
anche inconsapevolmente, la testimonianza.
Nuria Calduch-Benages con
acuta, precisa, competente coscienza biblica, analizza la figura di
Miriam, la sorella di Mosè che, con tatto femminile, riesce a portare in
salvo il fratellino deposto in una cesta nelle acque del Nilo.
Osservazioni sulle azioni, sui verbi; sull’ironia che a volte soggiace al
discorso. E alla fine con un accostamento a Maria di Nazaret, una figura
di donna che sarà presente in questo Avvento.
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