n. 11
novembre 2001

 

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E’ riportato per intero il discorso che Giovanni Paolo II ha tenuto alla Plenaria della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica il 1° settembre c.a. Un testo che può servire per la meditazione personale e per la condivisione comunitaria.

La vita consacrata se, come ha fatto il Figlio di Dio 2000 or sono, vuole incarnarsi nella realtà deve "conoscere" questa realtà e sapere quali atteggiamenti assumere e quali azioni compiere. Allora: come è e cosa richiede oggi l’Europa alla vita consacrata? Ci sono istanze che premono, brucianti, che vanno ben oltre l’euro… Forti e chiare indicazioni vengono offerte da Bruno Secondin.

Spesso negli Istituti si vive il disagio del come comporre in un "rapporto" sano persona, comunità, istituzione. Grazia Le Mura offre alcune indicazioni di base come: vivere la mentalità del dono, stabilire criteri di equilibrio tra persona e comunità, vivere la condivisione "delle" e "fra" le diversità, giungere all’amore gratuito, consapevoli che "l’interezza" non è proprio possibile. Anche le ombre abbelliscono il paesaggio…

E quale "contestazione" offre o deve offrire la vita consacrata in questo momento di secolarizzazione, di globalizzazione, di trasmutazione dei valori? Ne scrivono le Monache Carmelitane di Carpineto Romano: i voti – ossia i voti o consigli evangelici, in ultima analisi le Beatitudini - sono dono, sono medicina, sono terapia per chi li professa e per chi ne riceve, forse anche inconsapevolmente, la testimonianza.

Nuria Calduch-Benages con acuta, precisa, competente coscienza biblica, analizza la figura di Miriam, la sorella di Mosè che, con tatto femminile, riesce a portare in salvo il fratellino deposto in una cesta nelle acque del Nilo. Osservazioni sulle azioni, sui verbi; sull’ironia che a volte soggiace al discorso. E alla fine con un accostamento a Maria di Nazaret, una figura di donna che sarà presente in questo Avvento.

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