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 In questo secondo commento, ancora
sulla relazione tra simbolismo e vita consacrata, Corrado
Maggioni, monfortano, docente al
Marianum di Roma, rifacendosi ad affermazioni di antichi popoli, ma
soprattutto con la Bibbia alla mano, illustra il significato del simbolo
“sole-luce”: ne chiarisce l’importanza, il significato e afferma
cosa significhi e come può essere giustamente applicato alla vita
consacrata, che deve essere “segno luminoso dei beni futuri”.
Erminio Antonello,
lazzarista, dir. prov. delle Figlie della Carità in Sardegna, scrive di
solitudine, nella sue espressioni egoistiche come la falsa soddisfazione
di sé, e come sia possibile in modi equivoci fuggire da essa. Chiarisce
anche come la si debba e la si possa elaborare e valorizzare sino a
trasformarla in testimonianza.

Paola
Moschetti, dell’Ordine delle
vergini, eremita, si attarda a parlare di due aspetti fondamentali nella
vita della donna consacrata: l’appartenenza e il dono. Solo vivendo una
appartenenza piena, totale, concreta, definitiva al Signore, è possibile
vivere il dono totale di sé ai fratelli e alle sorelle tutte.

Lucia
Gallus offre in sintesi essenziale
i valori di cui si è parlato durante il convegno del Claretianum, tenuto
a Roma nel mese di dicembre del 2001. Un augurio è lecito: che il tutto
diventi vita e non sia soltanto parola detta o ascoltata. Allora la vita
di ognuno e di tutti sarà davvero incanalata nella luce delle
Beatitudini.
Luciano
Sandrin chiarisce i termini del
tema affidato dal Pontefice per la Giornata dell’infermo che si celebra
l’11 febbraio. La cura del malato/a, anche all’interno delle nostre
comunità, perché sia efficace, deve radicarsi nella partecipazione
matura alla sofferenza altrui. Si rende perciò necessario un dialogo
altrettanto maturo all’interno del gruppo curante. Ma a questo, scrive
con chiarezza e forza l’autore, ci si deve formare seriamente.

Infine Lloyd
Baugh, gesuita, docente alla Pontificia Università Gregoriana,
presenta il film su Gesù titolato Jesus. Lo analizza tutto, ponendolo in
relazione con gli altri film prodotti da altri registi su Gesù. Il perché
di questa critica la spiega l’autore stesso nella conclusione
dell’articolo.
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