La
storia è anche il risultato dell’azione di carismi, che hanno avuto ed
hanno importanti effetti nell’ambito economico, non solo civile e
religioso. Le persone portatrici di carismi hanno animato e animano
anche la vita economica, dando vita ad opere di carità, di assistenza,
di misericordia, e ad esperienze economiche, il cui peso nella storia, e
nel presente, è assolutamente sottovalutato.
La vita
consacrata e i paletti dell’umano
Tutto ciò deriva
da una visione in cui l'economia è un ambito separato dal civile, e dove
i fattori extra-economici, soprattutto se di natura spirituale o
“religiosa” (come vengono percepiti i carismi in maniera riduttiva),
sono considerati come un dettaglio, un contorno, se non addirittura il
digestivo
del
piatto forte,
e che quindi, in quanto tale, può anche mancare senza che il pranzo ne
risenta. Non solo, per alcuni studiosi, la presenza di gratuità nel
mercato è addirittura dannosa: «Non ho mai visto fare qualcosa di buono
a chi pretendeva di commerciare per il bene comune », affermava Adam
Smith, il fondatore della scienza economica (La
ricchezza delle nazioni,
Utet, Torino 1945).
L’enciclica
Caritas in
Veritate
ci invita
fortemente a sfatare questo
mito,
quando sottolinea l’importanza della gratuità, e quindi
della
carità, all’interno della vita
economica (CV 36), anche come
risposta all’attuale crisi. In un altro
passo
il Pontefice addita le
opere
che nascono dai religiosi
come
esempi in cui è possibile
mettere
insieme mercato e gratuità
(CV
37).
Quando, infatti, i
carismi entrano nelle dinamiche civili, con essi entra in scena una
dimensione dell’amore di una forza straordinaria e rara: l’agape.
La storia ci mostra che quando è all'opera un carisma in una persona e
nella comunità, grazie a questo carisma si riesce a vedere “più
lontano”. Il carisma è, infatti, quel dono di occhi nuovi, che riescono
a vedere cose che altri non vedono, a scoprire ‘risorse’ laddove tutti
constatano un ‘problema’ da gestire. L’azione dei carismi nella storia è
stata e continua ad essere un’operazione di spostamento in avanti dei
paletti dell’umano.
Alcune sfide
In questo
particolare momento storico la vita consacrata si trova di fronte ad
alcune sfide, legate alla diminuzione delle vocazioni, all’aumento
dell’età media dei membri, alla realtà delle opere che diventa sempre
più complessa, a un coinvolgimento sempre maggiore di collaboratori
laici nella missione. La sfida più grande è quella di riuscire a portare
avanti le opere, sapendole gestire bene, per assicurarne la continuità.
Davanti a questa sfida si potrebbe correre il rischio di due errori,
entrambi mortali.
Il primo è quello
di cercare l’efficienza e la professionalità a tutti i costi
(asservendosi alle tecniche aziendali), con il rischio di perdere il
carisma per strada, e con esso il di più della gratuità che è l’unica
cosa che il mondo, anche quello economico, oggi domanda con forza. E,
un’opera carismatica che perde il carisma è destinata alla morte.
Oggi c’è una
tendenza, molto forte soprattutto in ambiente anglosassone (dove però si
scrivono i libri di testo che poi si usano in tutto il mondo e formano
manager
e consulenti), a trattare tutte le forme organizzative come realtà
sostanzialmente simili. La scuola e l’ospedale, la multinazionale e
l’impresa cooperativa, l’università e l’ordine religioso, sono tutte
organizzazioni, quindi per capirle e curarle i metodi sono sempre gli
stessi.
Ovviamente, ci
sono molte cose in comune tra un’impresa commerciale, una cooperativa e
una comunità religiosa, ma una buona teoria organizzativa deve
concentrarsi soprattutto sulle differenze. Se non si dà importanza alle
piccole differenze, non riusciamo più a vedere in ogni organizzazione
gli elementi decisivi che si chiamano cultura, identità, valori,
missione.
Il secondo errore
è credere che basti la buona volontà per rivitalizzare le opere,
assicurare continuità e vitalità al carisma. Dietro questa visione si
nasconde la paura che occuparsi di gestione sia un po’ come soffocare il
carisma. Ma questa paura potrebbe portare a chiudere progressivamente le
case e le opere proprio perché le forze diminuiscono.
Se i carismi che
irrompono nella storia rappresentano un processo di cambiamento
spirituale, umano, economico e civile, va notato che tale processo
avviene attraverso le realtà che ogni carisma emana. Desideriamo quindi,
individuare alcune caratteristiche delle opere che nascono dai carismi,
caratteristiche che vanno tenute ben presenti quando si parla di
gestione, un tema che oggi sta richiamando l’attenzione di tanti
istituti religiosi, proprio per rispondere alle sfide attuali.
Caratteristiche
delle realtà nate da un carisma
Una prima
caratteristica di tutte le opere che nascono dai carismi è che esse
hanno origine non da un movente economico, ma da un movente che potremmo
chiamare “ideale”. L’opera nasce solo come espressione di questa
idealità, e a volte anche in modo non intenzionale (ad esempio, nel caso
dei francescani: intenzionale era aiutare i poveri, non far nascere
banche dai «Monti di pietà »). Quindi un’espressione fondamentale di
queste esperienze è il principio di gratuità: sono esperienze che danno
spazio al tocco umano gratuito, anche quando sono pienamente inserite
nei mercati, una gratuità che non vuol dire far le cose “gratis”.
Quando c’è
gratuità una data azione si compie perché è buona e non perché porta
buoni frutti (anche se poi,
ex post,
li porta). Tutte le esperienze che nascono dai carismi hanno il profumo,
la fragranza della gratuità: e la si sente forte e sempre.
Le espressioni di
economia carismatica, inoltre, nascono per rispondere a bisogni di
persone concrete, e non da disegni astratti, dietro consigli di esperti
o di professionisti. Non si “implementano” progetti, ma si resta in
ascolto attento della vita, dalla quale nascono le intuizioni, e che ha
sempre una sua carica di verità.
Quindi, la
discordanza tra quanto si vive e quanto si dovrebbe vivere secondo una
buona teoria, non si risolve mai consigliando semplicemente di cambiare
la prassi, perché l’esperienza vitale incorpora di per sé elementi di
verità imprescindibili, che si rivelano poi essenziali per il successo e
l’autenticità del progetto stesso nel tempo.
Le esperienze di
opere che nascono da un carisma - la terza caratteristica - sono
fortemente legate alla persona del fondatore. Sono quindi sempre
esperienze con forti identità. Per questa ragione, esse non sono mai
anonime né replicabili semplicemente insegnando tecniche o
know-how;
possono invece essere replicate e trasmesse ad altri solo trasmettendo
lo stesso carisma ad altre persone, suscitando nuove “vocazioni”.
La quarta
caratteristica. La dimensione fondativa delle esperienze di tipo
carismatico è la reciprocità. Bisogna prestare attenzione però a non
confondere reciprocità con altruismo. A volte, infatti, si tende ad
associare l’opera che nasce da carismi con l’altruismo o con la
filantropia. La regola di tali esperienze è invece la reciprocità: i
soggetti coinvolti in questo tipo di esperienze donano, ma anche
ricevono, secondo il paradigma trinitario dell’amore scambievole.
Infine, quinta
caratteristica, le esperienze che nascono dal carisma e dalla gratuità
attribuiscono naturalmente un ruolo importante alla bellezza: interessa
anche il bello non solo il buono (o il vero). In tali esperienze non ci
si ac70 contenta di fare le cose bene, si vuole farle anche “belle”. A
volte, ad esempio, in ospedali statali (che nascono da istituzioni, “non
carismatiche”) si può avere l’impressione che la bellezza non sia di
casa. Nelle case di cura che nascono da carismi, si nota subito che c’è
più bellezza: nel modo di trattare le persone, gli ambienti, nella
pulizia che non è solo “igiene”. I carismi ricordano che si muore anche
di bruttezza, e se una persona malata, dopo la malattia, non si sente di
nuovo bella, difficilmente potrà guarire. La dimensione della bellezza,
quando è presente, dice che la persona ha un valore in sé, e va
rispettata perché persona, e non solo perché cliente. Ecco perché esiste
un legame forte tra bellezza e gratuità, tra bellezza e carisma.
Tenere presenti le
caratteristiche delle opere che nascono da un carisma è l’unico modo per
saperle gestire bene. Se la gestione, infatti, non è il riflesso dei
valori, della cultura e della missione peculiari dell’organizzazione,
quest’ultima può degenerare. In particolare, la gratuità è l’elemento
essenziale, e deve essere il perno di una rinnovata gestione delle
opere. Essa infatti, se non tenuta in debita considerazione, soprattutto
nelle realtà carismatiche mature e consolidate, può scomparire un po’
alla volta, senza che se ne sia coscienti. Si può andare avanti a lungo
senza gratuità, sentendosi perfettamente a posto, per esempio perché ci
si sente efficienti. Ma cosa resta poi del carisma nelle opere?
Se la gratuità
diventerà il perno per una nuova gestione, e se sapremo inventare forme
organizzative nuove, dove la persona è davvero al centro, allora le
pratiche che ne seguiranno serviranno, ancora una volta, a spostare in
avanti i paletti dell’umano.
Alessandra
Smerilli fma
Docente
aggiunto di economia politica
presso l’Auxilium
Piazza
S. Maria Ausiliatrice 60
00181 Roma