n. 10
ottobre 2002

 

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In lode di «Santa Maria della Speranza»
Le litanie del continente latino-americano

di Maria Marcellina Pedico
 

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La riforma liturgica promossa dal Concilio Vaticano II e proseguita dal magistero postconciliare ha incoraggiato anche un’opera di rinnovamento di tante espressioni di pietà mariana. Alla luce delle linee-guida dell’esortazione apostolica Marialis cultus (2 febbraio 1974) di Paolo VI si è intrapresa un’azione di sapiente restauro e di promozione creatrice delle forme di pietà mariana, cui non potevano essere escluse le litanie mariane.

Di fatto, percorrendo riviste cattoliche, bollettini di santuari mariani, testi di preghiere, non è difficile imbattersi in proposte di forme litaniche che, ricavate da fonti antiche e nuove, hanno notevolmente allargato le invocazioni fiduciose alla beata Vergine. Il volume intitolato Suppliche litaniche a Santa Maria, pubblicato nel 1988 dalla Commissione Liturgica Internazionale dell’Ordine dei Servi di Maria, raccoglie ben dodici formulari, tra antiche e nuove composizioni. Nel testo figurano le «Litanie di Santa Maria della Speranza», sulle quali ci soffermeremo.

 

1. Le litanie ritornano ad essere un pio esercizio a sé stante

 È noto che le litanie mariane sono una forma di preghiera semplice e facile, che armonizza espressioni di lode e di supplica in un dialogo essenziale e fiducioso tra l’orante e la Vergine Madre. Da quando Leone XIII (+ 1903) ha prescritto di concludere il Rosario con il canto delle litanie lauretane è invalsa la consuetudine presso il popolo cristiano di pregarle o di cantarle dopo la recita del pio esercizio. Oggi, tuttavia, l’orientamento ecclesiale tende a far ritornare questo pio esercizio una preghiera a sé stante.

La Congregazione per il culto divino nella Lettera circolare Orientamenti e proposte per la celebrazione dell’Anno mariano (3 aprile 1987) lo dice chiaramente quando tratta sulle «Litanie della Vergine», consigliando che il loro canto costituisca la parte centrale del pio esercizio (cf n.63). La stessa Congregazione ribadisce l’invito nel Direttorio su pietà popolare e liturgia da poco pubblicato (maggio 2002). «In realtà le litanie - vi si afferma - sono un atto cultuale a sé stante: esse possono costituire l’elemento portante di un omaggio alla Vergine, essere un canto processionale, far parte di una celebrazione della Parola o di altre strutture cultuali» (n. 203).

Rimandando agli studi specifici sulla complessa storia delle litanie mariane1, fermiamo qui la nostra attenzione sulle caratteristiche e sugli orientamenti teologico-spirituali del formulario «Litanie di Santa Maria della Speranza».2 Si tratta di una composizione nuova, che esprime la fede e l’amore del popolo latino-americano verso la Vergine di Guadalupe, la dolce e cara «Morenita», come viene affettuosamente chiamata dai messicani. Gia fin d’ora possiamo dire che esse aprono orizzonti di speranza per coloro che soffrono nel corpo e nello spirito e per il nostro mondo sofferente e angosciato.

  

2. Il formulario ispirato al documento di Puebla

 Il formulario: «Litanie di santa Maria della Speranza» rimanda al documento conclusivo della III Conferenza Generale dell’episcopato Latinoamericano, svoltasi a Puebla de los Angeles (Messico) dal 27 gennaio al 23 febbraio 1979. Convocata da Paolo VI, essa viene confermata dal suo successore Giovanni Paolo I e portata a termine da Giovanni Paolo II. Il processo di preparazione della Conferenza appare caratterizzato riguardo alla Madre di Dio dalla necessità di un rinnovamento mariano teologicamente e pastoralmente in accordo con il Vaticano II, con la Marialis cultus, con la ricerca biblico-teologica, con la liturgia attuale e con le situazioni concrete dell’America Latina.

 Il documento conclusivo, denominato «Documento di Puebla», risulta articolato in quattro parti, si fonda sull’esortazione apostolica Evangelii nuntiandi (8 dicembre 1975) di Paolo VI e svolge il tema: «L’evangelizzazione nel presente e nel futuro dell’America Latina». Nel contesto di questo argomento, l’attenzione esplicita alla figura di Maria trova spazio nella sezione dei nn. 282-303, (21 numeri dei 3010 di cui si compone il documento), le cui fonti principali sono il capitolo VIII della Lumen gentium, la Marialis cultus di Paolo VI e i discorsi di Giovanni Paolo II in occasione della sua prima visita in Messico nel 1979.

 Senza la pretesa di elaborare una teologia mariana completa, Puebla offre piuttosto un insegnamento mariologico di carattere pastorale, i cui aspetti peculiari ruotano attorno a quattro temi: Maria e la cultura latino-americana; Maria e l’evangelizzazione; Maria e la donna in America Latina; Maria e la liberazione sociale del continente.

 L’impostazione mariologica di Puebla risulta in stretto rapporto con la Chiesa, sia per il vincolo che si stabilisce tra la parte ecclesiologica del documento e la sezione mariologica, sia per i contenuti espressi nel documento. La Vergine è presentata nella sua missione evangelizzatrice di madre e di modello della Chiesa dell’America Latina. Come nella storia passata Maria risultava legata al processo dell’evangelizzazione, anche adesso vi è unita come madre, educatrice e avvocata. Oltre a questa missione, Maria svolge pure una funzione di modello riguardo alla Chiesa latino-americana, per il suo legame con Cristo, per i suoi atteggiamenti di credente (fedeltà, affidamento totale, fede, specchio dei poveri di Jhwh...), e per il suo stile di servizio (serva del Signore, donna attenta alle reali necessità, donna forte che conosce povertà e sofferenza, fuga ed esilio). Per tutto questo Puebla fa sua l’espressione dell’Evangelii nuntiandi (n. 82), dando a Maria il titolo di «stella dell’evangelizzazione sempre rinnovata».

Con l’evidenziare il piano di Dio sulla realtà dell’America Latina, Puebla riconosce a Maria una parte integrante dell’attuazione di quel disegno salvifico. I vescovi ricordano al riguardo che tra queste popolazioni «il Vangelo è stato annunciato presentando la Vergine come la sua più alta realizzazione» e che «sin dalle origini - nella sua apparizione di Guadalupe e sotto questa invocazione - Maria è stata il grande segno, dal volto materno e misericordioso, della vicinanza del Padre e di Cristo, con i quali invita a entrare in comunione» (DP 282). La Chiesa latinoamericana - afferma il documento - è chiamata a rivolgersi a Maria perché il Vangelo diventi maggiormente «carne e cuore dell’America Latina» (DP 303).

 

3. Supplica litanica in lode di «Santa Maria della Speranza»

 Il formulario, tratto dal volume sopra richiamato, si presenta in questi termini:

 

Signore, pietà                              Signore, pietà
Cristo, pietà                                Cristo, pietà
Signore, pietà                              Signore, pietà 

Santa Maria della speranza          prega per noi
Santa Maria del cammino             prega per noi
Santa Maria della luce                 prega per noi

Pienezza d’Israele                       prega per noi
Profezia dei tempi nuovi                prega per noi
Aurora del mondo nuovo               prega per noi

Madre di Dio prega per noi
Madre del Messia liberatore          prega per noi
Madre dei redenti                         prega per noi
Madre di tutte le genti                   prega per noi

Santa Maria della speranza
illumina il nostro cammino

Vergine del silenzio                      prega per noi
Vergine dell’ascolto                      prega per noi
Vergine del canto                         prega per noi

Serva del Signore                         prega per noi
Serva della Parola                        prega per noi
Serva della redenzione                  prega per noi
Serva del regno                            prega per noi

 Santa Maria della speranza
illumina il nostro cammino

Discepola di Cristo                       prega per noi
Testimone del Vangelo                 prega per noi
Sorella degli uomini                      prega per noi

 Inizio della Chiesa                       prega per noi
Madre della Chiesa                      prega per noi
Modello della Chiesa                    prega per noi
Immagine della Chiesa                 prega per noi

Santa Maria della speranza
illumina il nostro cammino

Maria, benedetta fra le donne        prega per noi
Maria, dignità della donna             prega per noi
Maria, grandezza della donna       prega per noi

 Donna fedele nell’attesa              prega per noi
Donna fedele nell’impegno            prega per noi
Donna fedele nella sequela           prega per noi
Donna fedele presso la Croce       prega per noi

 Santa Maria della speranza
illumina il nostro cammino

Primizia della Pasqua                    prega per noi
Splendore della Pentecoste            prega per noi
Stella dell’evangelizzazione            prega per noi

Presenza luminosa                        prega per noi
Presenza orante                            prega per noi
Presenza accogliente                    prega per noi
Presenza operante                        prega per noi

 Santa Maria della speranza
illumina il nostro cammino

Speranza dei poveri                        prega per noi
Fiducia degli umili                           prega per noi
Sostegno degli emarginati               prega per noi

Sollievo degli oppressi                     prega per noi
Difesa degli innocenti                      prega per noi
Coraggio dei perseguitati                 prega per noi
Conforto degli esuli                         prega per noi

Santa Maria della speranza
illumina il nostro cammino

Voce di libertà                                prega per noi
Voce di comunione                         prega per noi
Voce di pace                                  prega per noi

Segno del volto materno di Dio         prega per noi
Segno della vicinanza del Padre       prega per noi
Segno della misericordia del Figlio    prega per noi
Segno della fecondità dello Spirito     prega per noi

Santa Maria della speranza
illumina il nostro cammino

 Cristo, Signore della storia               abbi pietà di noi
Cristo, Salvatore dell’uomo                abbi pietà di noi
Cristo, speranza del creato                abbi pietà di noi3.

 

4. Elementi strutturali e valori spirituali delle litanie di Puebla

 Le «Litanie di Santa Maria della Speranza» rendono in termini di preghiera la ricchezza dottrinale del documento di Puebla dei vescovi dell’America Latina. Non tutti i contenuti, ovviamente, sono presenti nel formulario, perché lo spazio di cinquantadue invocazioni non consente di racchiuderne i molteplici insegnamenti. E, d’altra parte, non ogni formulazione dottrinale si presta a essere trasformata in «invocazione litanica», che richiede una forma espressiva breve, incisiva, aperta alla lode-supplica.

A una prima lettura delle «Litanie di Santa Maria della Speranza» emerge immediatamente che alcune invocazioni sono comuni ad altri formulari, come i titoli di Madre di Dio, Madre della Chiesa, Serva del Signore... e altre invocazioni invece riflettono la sensibilità socio-culturale del continente latinoamericano, come gli appellativi di Madre del Messia liberatore, Maria dignità della donna, Speranza dei poveri, Segno del volto materno di Dio, Stella dell’evangelizzazione...

La presenza di elementi comuni deriva dal fatto che la nostra fede è universale e quindi trova facilmente espressioni identiche e valide in America Latina e nell’America del Nord, in Europa e dappertutto. La presenza di queste invocazioni comuni è salutare: esse, trasmettendo l’immagine evangelica ed ecclesiale di Maria, consentono di ritenere il formulario come proprio, di sentirlo familiare e quindi di essere accettato da tutti. La presenza di elementi caratterizzanti l’esperienza e la vita del popolo latinoamericano dona invece ad esso il suo peculiare colore, la sua nota distintiva e, in ultima analisi, la sua ragione di essere.

 Il formulario, come si è accennato, consta di 52 invocazioni alla Vergine. Dal punto di vista strutturale appare suddiviso in modo armonico: una «terzina introduttiva», sette «unità tematiche», una «antifona litanica», una «terzina conclusiva».

 La «terzina introduttiva» comprende tre invocazioni che propongono altrettanti titoli mariani molto sentiti in America Latina e aventi un senso dinamico: «Santa Maria della speranza», «Santa Maria del cammino», «Santa Maria della luce». I tre elementi: speranza, cammino, luce ritornano, sviluppati, qua e là, nelle «unità tematiche» e ricompaiono nell’«antifona litanica»: «Santa Maria della speranza / illumina il nostro cammino». Questo ritornello conclude ogni «unità tematica» e ribadisce il tema dominante del formulario, come vedremo.

 Ognuna delle sette «unità tematiche» è composta da sette invocazioni alla Vergine le quali sono raggruppate secondo un’idea o disposte attorno ad alcune parole-chiave: madre, vergine, serva, donna, presenza, voce, segno. Le «unità tematiche» si susseguono secondo una progressione che, se pure non con rigore assoluto, rispecchia lo svolgimento della storia della salvezza e la missione della Vergine nella vita della Chiesa:

  •  la prima delle unità tematiche considera la Vergine come «pienezza di Israele» e «aurora del mondo nuovo», nonché il suo ruolo essenziale di «madre di Dio» e di «madre di tutte le genti»;
     

  •  la seconda guarda Maria nella sua condizione di Vergine e di Serva. La qualifica di Vergine è accompagnata da tre termini: silenzio, ascolto, canto, che indicano altrettanti atteggiamenti tipici di Maria; la qualifica di Serva è seguita da quattro specificazioni che dicono di chi Maria è al servizio: è «Serva del Signore», «Serva della Parola», «Serva della redenzione», «Serva del Regno»;
     

  •  la terza considera il rapporto di Maria con Cristo, di cui è discepola, e con la Chiesa, di cui è madre, modello e immagine;
     

  •  la quarta presenta la Vergine nella dimensione antropologica: è la donna fedele nella quale la dignità della donna è esaltata;
     

  •  la quinta mette in luce la missione di Maria in rapporto allo sviluppo dell’evangelizzazione e la sua presenza orante e operante nella vita della Chiesa;
     

  •  la sesta ripropone l’antica immagine della Vergine «Consolatrice degli afflitti» in un contesto attuale (poveri, umili, emarginati, oppressi, innocenti, esuli, perseguitati);
     

  •  la settima contempla santa Maria come voce ecclesiale di libertà, di comunione, di pace, e come segno del Dio Uno e Trino: «segno della vicinanza del Padre», «segno della misericordia del Figlio», «segno della fecondità dello Spirito».

La «terzina conclusiva» comprende tre invocazioni di indole cristologica che richiamano l’incipit della litania («Signore, pietà», Cristo, pietà», Signore, pietà»), proponendo altri titoli rivolti a Cristo, chiamato «Signore della storia», «Salvatore dell’uomo», «Speranza del creato».

  

5. Nell’antifona litanica il tema dominante del formulario

 «Santa Maria della speranza / illumina il nostro cammino». Questa lode-supplica conclude ogni «unità tematica» del formulario «Litanie di Santa Maria della Speranza», ribadendo per ben sette volte il tema dominante del formulario.

«Santa Maria della speranza». Così inizia l’antifona litanica e così la tradizione cristiana ama chiamare Maria. E a ragione. Il titolo trae origine dall’atteggiamento spirituale caratteristico di tutta la vita della madre di Dio, quello cioè espresso nell’invocazione: «donna fedele nell’attesa». Come donna ebrea, Maria, «pienezza d’Israele», attende implorante la venuta del Messia liberatore; quale madre gravida del Verbo attende l’ora di dare alla luce Cristo, speranza dell’umanità; quale «serva della redenzione», associata all’opera redentrice del Figlio, attende durante oscuri e lunghi anni la sua manifestazione di Salvatore di tutte le genti; quale «primizia della Pasqua» attende che giunga l’ora indecifrabile della passione-glorificazione di suo Figlio, «Signore della storia»; quale «donna fedele presso la Croce» attende, sola, piena di fede e di speranza che il Figlio deposto nella tomba risorga a vita nuova e immortale; quale «presenza orante» tra i discepoli di Cristo attende con perseveranza dall’Ascensione alla Pentecoste la venuta dello Spirito; quale «inizio e madre della Chiesa» è modello del credente che attende l’ultima venuta di Cristo, «speranza del creato».

 Quest’atteggiamento fiducioso della Vergine ha interessanti conseguenze nel culto: nella liturgia ispanica l’antica memoria mariana del 18 dicembre, l’Exspectatio partus, è nota anche come festa della «Vergine della speranza». A Siviglia anche la celebre statua della «Macarena», che si porta in processione nella notte del Venerdì Santo e che rappresenta la Madre Addolorata in attesa della risurrezione del Figlio, viene chiamata proprio con il titolo «Vergine della speranza». Quest’appellativo dato alla Vergine, raffigurata proprio nel momento «di-sperato» della sua esistenza, fa intuire un mistero quanto mai affascinante e profondo: la Madre Addolorata che segue il Figlio sofferente incamminato verso la tragica morte è la Speranza in cammino, il cui sguardo sembra rivolto oltre la sofferenza e la morte, verso un punto indefinito, quello che solo il Cristo «nostra speranza» (1Tm 1,1) può avere l’audacia di indicare.

Alla contemplazione di «Santa Maria della speranza» segue la supplica: «illumina il nostro cammino». La richiesta dell’intercessione della Vergine, che presuppone e si inquadra nell’unica mediazione di Cristo, è strettamente legata alla logica del cammino.

 Nella sacra Scrittura è frequente il tema del cammino. È una di quelle esperienze che hanno forgiato il popolo di Israele caratterizzandolo come «popolo in cammino»: da Abramo (Gn 12,4) al popolo degli Israeliti che si mettono in cammino secondo l’ordine del Signore (cf Num 10,13), a Maria pellegrina verso la città di Giuda, a Gesù che cammina sulle strade della Palestina verso Gerusalemme, ai suoi discepoli che dopo la Pentecoste si mettono in cammino per le vie del mondo, alla Chiesa, nuovo Israele, pellegrina sulla terra.

 Ogni cammino-pellegrinaggio, mosso da una fede e animato e sorretto da una speranza, è caratterizzato ovviamente da una meta. Ma richiede anche la presenza di segni che ne richiamino e indichino il percorso. In questa prospettiva acquista significato il riferimento a Maria «segno luminoso» posto sul cammino della Chiesa. Nei momenti più bui della vita e di grande dolore, nei quali sembra prevalere un tetro grigiore, Maria invocata «Madre della Luce», «presenza luminosa», «splendore della Pentecoste», illumina segretamente il cammino del credente. Anzi è la «Speranza dei poveri, degli oppressi, degli innocenti, dei perseguitati»: essi sanno che la Vergine li ama, li protegge, li difende, asciuga gli occhi dalle lacrime versate su questa terra d’esilio mentre lei li guida nel cammino verso la patria del cielo, dove lei già vive gloriosa.

Con la Chiesa possiamo allora pregare:

 «Santa Maria della Speranza, profezia dei tempi nuovi, mantieni viva la nostra attesa di un futuro di gioia e di pace, e accompagnaci nel nostro difficile cammino, per magnificare con te la misericordia di Dio e cantare senza fine la gioia della vita e la salvezza».

  

6. Orizzonti di speranza per chi è nel dolore

 Una delle più gravi malattie di oggi, se non la più grave, è il tedio della vita. La tristezza infatti allontana da Dio attraverso tortuosi labirinti. Dio scompare allora dall’orizzonte oppure lo vi vede come giudice implacabile, ingiusto, giustiziere, aguzzino. Quante persone vivono questo dramma e quante non trovano nessuno che le aiuti a ricuperare la speranza, anche perché sono convinte che nessuno si trovi in una situazione come la loro, nessuno viva i loro drammi e sia perciò in grado di aiutarli.

Ma qualunque obiezione non regge di fronte alla vita di Maria, che amiamo chiamare «Santa Maria della Speranza». Siamo chiamati a invocarla più spesso nella nostra realtà di ogni giorno: incomprensioni, umiliazioni, ingiustizie, emarginazioni, malattie, dolori fanno di lei il conforto dei disperati e la speranza di coloro che ne sono privi. L’invocarla sovente può far ricuperare il senso della vita e superarne il tedio, infondendo nuova fiducia. Maria dilata gli orizzonti della nostra oscura storia umana, facendoci comprendere che non è semplice storia di poveri uomini e donne, spesso oggetto di cronaca sui giornali, ma è storia sacra, storia di un Padre che in Cristo, suo Figlio e nostra unica speranza, si è incarnato, morto e risorto per la nostra salvezza. Maria aiuta a comprendere che gli orizzonti di Dio sono i cieli e l’eternità.

 Volgere lo sguardo a colei che ha saputo stare presso la croce sperando contro ogni speranza e imparare a invocarla come Santa Maria della Speranza, significa che sono vere anche per noi le parole della sacra Scrittura: «Ma le misericordie del Signore non sono finite: in lui voglio sperare» (cf Lam 3,1-29). Significa anche sentirla nostra compagna di viaggio in ogni vicenda gioiosa o triste del nostro cammino, come si esprime Giovanni Paolo II in una delle sue innumerovoli preghiere: «Alla luce della tua tenerezza di Madre / affidiamo le lacrime, i sospiri / e le speranze dei malati. / Sulle loro ferite scenda benefico / il balsamo della consolazione e della speranza. / Unito a quello di Gesù, il loro dolore si trasformi in strumento di redenzione».

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